In un’intervista per il quotidiano albanese “Gazeta Shqiptare” del 7 novembre scorso, il giorno prima della decisione del Consiglio europeo sulla liberalizzazione dei visti, l’Ambasciatore italiano a Tirana, Saba D’Elia, parla del processo d’integrazione europea dell’Albania e dei rapporti tra i due paesi. Albania News lo propone ai suoi lettori.
Il Parlamento Europeo ha appoggiato poche settimane prima la proposta della Commissione Europea e dell’eurodeputata slovena Tanja Fajon, per l’abolizione del regime dei visti per l’Albania. Mentre l’ 8 novembre, dunque tra pochi giorni, si attende che questa decisione prenda una forma definita dal Consiglio. Il suo commento su questo passo per l’Albania e la Bosnia-Erzegovina.Vorrei dire che sono veramente molto contento. Naturalmente rimaniamo in attesa della decisione del Consiglio dei Ministri Interni dei Stati membri dell’UE che si riunirà l’8 novembre a Bruxelles, ufficializzando in tal modo la volontà politica dell’Unione Europea sull’abolizione del regime dei visti sino ad ora in vigore per i cittadini albanesi. Siamo contenti di questa decisione poiché ovviamente l’Italia, come sapete, ha da sempre sostenuto la necessità dell’abolizione del regime dei visti per gli amici albanesi che desiderano muoversi per motivi di turismo o altre motivazioni. In questa direzione ha lavorato anche quest’Ambasciata, ma non si sono risparmiate personalmente anche Autorità importanti italiane sopratutto il Ministro degli Esteri, Frattini ed il Ministro degli Interni stesso, Maroni. Siamo sempre stati dell’idea che in un mondo dove non ci sono più confini è più che giusto che anche i cittadini albanesi possano avere la possibilità di muoversi nello spazio Schengen ed in Italia senza limitazioni. Questo è un vostro diritto. Abbiamo lottato per questo e siamo felici che tale diritto vi è oramai riconosciuto.
Signor Ambasciatore, il vostro governo quanto ha appoggiato il nostro paese in questo processo?
L’Italia è sempre stata in prima fila nell’appoggiare l’Albania in questo processo sottolineando in diverse occasioni, compresi gli incontri internazionali, quelli con i rappresentanti dell’Unione Europea, i contatti con altri Stati dell’Unione, la necessità dell’abolizione dei visti. È da una vita che noi conosciamo gli albanesi e gli albanesi è da una vita che conoscono l’Italia. Noi abbiamo una comunità costituita da mezzo milione di albanesi in Italia, i quali sono integrati benissimo nelle nostre strutture sociali e, con il loro lavoro, non solo consentono l’aumento del loro benessere ma danno anche il loro importante contributo nella crescita di questo paese. Dunque siamo molto contenti per la realizzazione di questo obiettivo che si raggiungerà lunedì, per il quale, ribadisco, l’Italia ha speso il massimo delle sue energie: è una riconoscenza per il progresso che ha fatto questo paese, che oramai è pronto per affrontare con calma le responsabilità che comporta la liberalizzazione, e noi la consideriamo una vittoria anche per l’Italia.
Signor Ambasciatore, anche se l’Albania sperava in una valutazione positiva della Commissione Europea nella presentazione della richiesta per lo status del paese candidato nell’UE, sembra che questo sia improbabile. A suo giudizio, il nostro paese quanto ha adempiuto agli standard richiesti per un Paese candidato membro dell’Unione Europea? Quali sono le motivazioni secondo lei che per Montenegro, l’opinione sarà positiva, mentre per l’Albania negativa?
Noi ci aspettiamo che l’8 novembre dia responso positivo sull’abolizione dei visti. Mentre il 9 ci sarà la pubblicazione dell’opinione della Commissione per quanto riguarda la richiesta dell’Albania in qualità di Stato candidato. Su quest’ultima io non sono assolutamente in grado di fornire una risposta precoce in quanto, l’opinione, che verrà pubblicata a Bruxelles (e contemporaneamente qua a Tirana) spetta solo alla Commissione Europea. Dunque non sono in grado di dare opinioni precisi sui suoi contenuti, ma ovviamente bisogna sottolineare che la valutazione della Commissione si basa essenzialmente sul livello di avvicinamento dell’Albania con gli standard europei. Senz’altro l’Albania ha fatto molti progressi ma rimane ancora molto da fare, non solo per l’Albania ma anche per gli altri paesi della zona. Attendiamo impazienti ed interessati l’opinione della Commissione che ad ogni modo sarà di carattere costruttivo, poiché l’Unione Europea, come anche l’Italia d’altronde, nel aspetto bilaterale, ha come obiettivo quello di aiutare l’Albania e di appoggiarla nei suoi sforzi sulle riforme, e non ha alcun interesse nel criticare senza motivazione il paese per i problemi che ha ancora. Vogliamo dire agli amici albanesi che vogliamo lavorare insieme a loro per raggiungere questi obiettivi, ma sopratutto devono lavorare gli albanesi stessi per raggiungere quegli standard e approcci verso la normativa europea in modo ché l’opinione risulti positiva e che la strada verso l’integrazione europea di questo paese abbia un finale positivo.
Come considera gli sviluppi politici attuali in Albania e pensa che la mancata collaborazione tra le parti sta diventando un’impedimento nei processi d’integrazione europea del paese?
Sicuramente il fatto che a distanza di un anno e mezzo dalle elezioni politiche del 2009 esiste ancora una grave crisi politica non è un elemento che favorisce l’integrazione dell’Albania nell’Unione Europea, ed è un dato di fatto. Le controversie tra il governo e l’opposizione non possono avere un’influenza cosi grande nella vita politica del paese, esse si devono concentrare nel quadro di una normale discussione politica. Questo è il richiamo dell’Italia, ma di tutta la Comunità europea, oserei dire. I contrasti possono esistere in politica, ma non possono raggiungere livelli tali da bloccare il lavoro del Parlamento. Il parlamento deve lavorare attivamente: questo è assolutamente fondamentale per la realizzazione di quelle riforme necessarie per l’avvicinamento del paese verso l’Europa. Il fatto che il Parlamento non funziona, che queste riforme, necessarie e ritenute tali anche dall’Unione Europea, non si approvano, portano inevitabilmente un rallentamento del processo. Il mio invito non solo per il governo ma altresì per l’opposizione è sempre quello che tentino a risolvere con spirito di compromesso quelle che sono le loro divergenze e sopratutto che trovino la maniera che queste divergenze non si traducano nel blocco del Parlamento. Il Parlamento deve lavorare e l’Albania ha bisogno dell’appoggio dell’opposizione per la realizzazione delle riforme occorrenti.
Quali sono le azioni del governo italiano nel rafforzamento dei rapporti bilaterali con l’Albania, in particolare nella cooperazione economica?
Come sapete l’Italia è il primo partner dell’Albania dal punto di vista dei rapporti sociali ed economici, ed anche per quanto riguarda i rapporti commerciali. Siamo al primo posto con il commercio in Albania e siamo interessati ad allargare e rafforzare ancora di più questa meravigliosa collaborazione. Molti operatori italiani sono presenti qui e molti operatori albanesi sono oramai presenti in Italia, e lo scambio reciproco è molto attivo. Noi come ambasciata siamo a disposizione sia degli imprenditori italiani che quelli albanesi, e tentiamo di creare uno spazio di collaborazione istituzionale per migliorare ulteriormente questi rapporti intensivi.
Signor Ambasciatore, lei vede un progresso dell’Albania dal giorno che è stato nominato a questo incarico sino ad oggi? Concretamente in quali settori?
Sicuramente si. Sono qui da circa tre anni, e devo dire che in questi tre anni l’Albania ha fatto passi da gigante. Mi è stato detto che anche prima del mio arrivo ci sono stati grandi progressi. Le persone che non vedono l’Albania da 5-6 anni hanno difficoltà a riconoscere questo paese per via dei cambiamenti ed i grandi miglioramenti. Questo progresso ha compreso tutti gli aspetti della vita sociale dell’Albania. Naturalmente c’è stato anche un grande miglioramento delle condizioni economiche del Paese e degli standard di vita dei cittadini. Noi siamo molto contenti ad aver contribuito a questo processo di sviluppo, restando sempre affianco ai nos
tri amici albanesi e creando rapporti così stretti. Come sapete l’Italia è stata ed è il primo donatore bilaterale dell’Albania, e siamo veramente molto contenti che – anche grazie alla nostra collaborazione – questo Stato abbia fatto passi così evidenti in tutti gli settori della vita pubblica. È per me difficile trovare un campo nel quale questo processo è stato più veloce che in altri. In realtà, è stato un processo armonizzato che ha toccato tutti gli settori e continua ad andare avanti. Congratulazioni!
Intervista di Tedi Blushi. Pubblicato sul quotidiano albanese “Gazeta Shqiptare” del 7 novembre 2010. Titolo originale “Saba D’Elia: kriza e rëndë politike vonon integrimin”.
Tradotto per AlbaniaNews da Jona Mullaraj.