Sul sito web del Centro Studi di Politica Internazionale è stato pubblicato l’articolo “L’Albania e la sua prospettiva europea” scritto dall’Ambasciatore d’Italia Fabrizio Bucci per il forum di attualità CeSPI “La UE e Balcani: la scommessa dell’allargamento”.
L’ambasciatore italiano in Albania nell’articolo racconta e analizza il percorso verso l’Unione Europea dell’Albania in questi ultimi anni.
L’articolo
Dopo un’introduzione storica riguardante il post guerre mondiali e l’epoca della dittatura comunista dell’Albania, la tematica principale dell’articolo si sposta immediatamente sul percorso europeo del Paese delle Aquile:
“Un percorso che parte formalmente con la richiesta di adesione all’Unione Europea del 2009 e prosegue con l’ottenimento nel 2014 dello status di Paese candidato. Il terzo, fondamentale passaggio è quello di marzo di quest’anno, con il via libera (seppur condizionato) dato dal Consiglio Ue all’avvio dei negoziati.
[…] La luce verde giunta in marzo è stata fondamentale per mettere il punto ad una lunga quanto travagliata fase di preparazione che l’Albania ha affrontato in maniera spesso sincopata e poco lineare. Una fase comunque positiva, al punto che già due anni fa (e per due volte di seguito) la Commissione Europea aveva certificato l’idoneità di Tirana ad iniziare i negoziati.” – recita l’articolo dell’ambasciatore Bucci.
Un percorso intrapreso ma che per avanzare nelle prossime fasi deve necessariamente passare dalle condizioni dettate a marzo dal consiglio dell’Unione Europea:
“È poi prevista una sorta di monitoraggio dei negoziati da parte del “Consiglio Nazionale per l’Integrazione Europea” (CNIE) […] che si è già riunito due volte. L’ultima sessione si è tenuta a giugno scorso, quando è stato illustrato un primo “Action Plan” che rimanda alle condizionalità indicate dal Consiglio Ue di marzo (consolidamento dello stato di diritto in senso largo, riforma elettorale, lotta alla criminalità, ecc.) che andranno preliminarmente soddisfatte affinché la prima Conferenza Intergovernativa possa essere convocata.”
[…] l’Albania sarà chiamata ad agire. I fronti sono numerosi: dal completamento della riforma della giustizia al contrasto della criminalità organizzata e narcotraffico, dal rafforzamento della pubblica amministrazione alla lotta alla corruzione, dal miglioramento del “business climate” al varo di un quadro normativo che rafforzi il mercato interno e stimoli gli investimenti dall’estero.- prosegue l’articolo.
Tuttavia, nonostante ci sia ancora tanto da fare, l’ambasciatore Bucci riconosce i progressi compiuti dall’Albania negli ultimi anni:
“Tirana è oggi una città europea in pieno sviluppo (una delle poche città dei Balcani che cresce (demograficamente), lo sforzo nell’ammodernamento infrastrutturale del Paese è visibile, aziende internazionali piccole e grandi investono capitali, il tasso di crescita dell’economia pre-COVID è stato robusto per anni, c’è una società civile che si sta consolidando e che non esita ad incalzare “il potere”.
Così come vanno considerati positivamente i più recenti progressi nel campo della giustizia (il varo della nuova Procura Speciale Anticorruzione, l’attivazione dell’Ufficio Nazionale per l’Investigazione che la sosterrà, ecc.) e l’introduzione di nuovi strumenti per il contrasto alla criminalità.” – sottolinea Bucci nell’articolo del Centro Studi di Politica Internazionale.
In conclusione, l’ambasciatore d’Italia in Albania sottolinea il ruolo chiave dell’Italia nel percorso europeo intrapreso dall’Albania:
“Su questo sfondo articolato spicca il ruolo dell’Italia. Per motivi storici, geografici, sociali, economici e commerciali, i nostri due Paesi rimangono legati da un rapporto unico e imprescindibile. Abbiamo sempre difeso le aspettative europee dell’Albania e continueremo a farlo anche in futuro.
[…] L’assistenza italiana nel campo della giustizia con nostri tecnici ed esperti del diritto, la cooperazione bilaterale a livello di Ministeri dell’Interno e della Giustizia, la lotta alla criminalità organizzata con l’impiego di squadre investigative congiunte, le sinergie attivate tra la nostra Procura Nazionale Antimafia e la Procura speciale anticorruzione albanese, le campagne sorvoli della Guardia di Finanza per l’eradicazione delle piantagioni di cannabis in territorio albanese: sono tutte attività che confermano il ruolo svolto dall’Italia nel facilitare il via libera ai negoziati di adesione.
Indicano allo stesso tempo le piste prioritarie su cui continuare a lavorare per il futuro approdo europeo del Paese delle Aquile. Va ribadito con chiarezza. Si tratta di un approdo che risponde anche ad un nostro preciso interesse nazionale. Perché per noi non si tratta di uno Stato qualunque, ma del “Paese di fronte” (dal titolo di un bel documentario sull’Albania dell’Istituto Luce di qualche anno fa).” – conclude l’articolo.