Degli storici voli del programma Apollo il mondo sa molto di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, un poco meno della gente coraggiosa e appassionata che ha potuto permettere la messa in opera del progetto.
Un piccolo esercito di ingegneri, scienziati e impiegati della NASA. Tra di essi, anche un albanese, l’ingegnere Wilson Kokalari.
Nato nel 1936 ad Argirocastro, in Albania, e morto a New York nel 2014, aveva poco meno di due anni quando la sua famiglia si trasferì nella Grande Mela, dato che il padre era un uomo d’affari.
Illyria, rivista albanese fondata a New York, gli ha dedicato nel 2007 un articolo a firma di Ruben Avxhiu. Eccone un estratto tradotto in lingua italiana
Un ingegnere albanese dietro il primo atterraggio sulla Luna
Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11, l’astronave che sbarcò sulla Luna, fece la storia quando, mentre metteva piede per la prima volta sulla “terra remota”, nel 1969, disse: “Un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità. ”
L’umanità aveva appena dimostrato che non solo era possibile viaggiare nello spazio, ma anche atterrare probabilmente su altri pianeti; la tecnologia era radicalmente cambiata al punto di correre con l’immaginazione ed era facile sognare altre conquiste.
Tuttavia, fino al momento in cui al pubblico è stato presentato il tutto sul piatto d’argento, solo un pugno di persone aveva l’esatta cognizione di quanto fosse vicina l’America a questo gigantesco balzo.
Uno di quei pochi che sapevano tutto era un ingegnere alb-americano, Wilson Kokalari, incaricato di programmare il test finale dell’intero sistema Apollo, prima della sua partenza per questa avventura interplanetaria.

45 anni dopo aver iniziato a lavorare per il programma tecnologico più segreto e più grande del mondo e 38 anni dopo lo storico viaggio sulla Luna, Wilson Kokalari aveva accettato di rilasciare un’intervista esclusiva al quotidiano Illyria, su invito del suo editore Vehbi Bajrami.
Wilson Kokalari aveva meno di 2 anni quando la sua famiglia emigrò negli Stati Uniti, da Argirocastro, nel sud dell’Albania. Musina Kokolari, un membro di spicco della sua famiglia e una delle prime donne intellettuali dell’Albania, era stata giustiziata dai comunisti.
Fin dall’inizio, a differenza di molti altri immigrati, suo padre Hilmi Kokalari mise in pratica il suo fiuto per gli affari, vendendo olive e formaggi portati dall’Albania.
I suoi viaggi di lavoro stavano per costargli caro e fece appena in tempo a rientrare negli Stati Uniti nel 1939, pochi giorni prima dell’invasione italiana in Albania. La guerra e poi l’isolamento comunista posero fine al suo commercio, quindi si concentrò sul settore immobiliare. Negli anni ’50 aveva già acquisito una serie di edifici a Manhattan. Sarebbe potuta essere una famiglia ricchissima, se i figli avessero intrapreso la stessa carriera del padre. Ma avevano altri piani e gli edifici vennero venduti.
Invece di provare a diventare una sorta di Donald Trump albanese, Wilson Kokalari ha iniziato a studiare ingegneria. Si è iscritto alla Perdue University, la migliore per coloro che vogliono diventare astronauti. Perfino Neil Armstrong, futuro comandante dell’Apollo 11, si era laureato in questa Università.
Raggiungere la luna: la corsa calda della Guerra Fredda
Il programma Apollo prese forma durante l’amministrazione del Presidente Eisenhower, ma stentò a svilupparsi per mancanza di fondi.
Nell’aprile del 1961, i sovietici mandarono il primo uomo nello spazio e, nel quadro della guerra fredda, l’impatto della propaganda di un simile evento fu enorme. Un mese dopo, il Presidente Kennedy, nel suo storico discorso al Congresso, promise che “prima che l’attuale decennio giunga al termine, l’uomo andrà sulla Luna e tornerà sulla terra sano e salvo”.
Negli anni seguenti, la NASA avrebbe impiegato 400 mila persone e speso 24 miliardi di dollari. In questo quadro, migliaia di aziende si proposero di diventare i principali appaltatori della NASA.
Due compagnie private vinsero la gara per la costruzione delle parti principali dell’astronave che avrebbero reso possibile il viaggio sulla Luna: la “North American Aviation” dalla California avrebbe costruito il Command Service Module – CSM) dell’ Apollo, mentre la “Grumman Aircraft Engineering Corporation” da Long Island, New York, si assunse il compito di creare il Modulo Lunare o Lunar Excursion Module – LEM).
Wilson Kokalari è una delle poche persone ad aver lavorato per entrambe queste società.
L’ingegnere di origine albanese ebbe un ruolo chiave nel progetto.
Per due anni, i suoi furono dei dettagliati resoconti dei test ingegneristici sui sistemi testati elettronicamente, insimulazione, senza che gli astronauti fossero all’interno dell’astronave. Solo una volta passati positivamente i test, il progetto avrebbe avuto la licenza per poter essere applicato ad astronave piena.
Una targa con il suo nome sulla Luna
I primi astronauti che misero piede sulla Luna, in segno di gratitudine per lo straordinario lavoro di coloro che resero possibile questo storico volo, portarono con sé una targa, con i nomi e le firme dei membri del team tecnico. Tra questi nomi, anche quello di Wilson Kokalari. La targa è posizionata sul suolo lunare, lì dove è stata conficcata la bandiera americana.
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