L’8 Agosto 1991, la nave Vlora approda al porto di Bari dall’Albania, con un carico umano di circa ventimila persone.
Una nave scultura, un’ opera d’arte, simbolo della gratitudine albanese è stata eretta all’ingresso del porto di Bari, proiettata nel mare dell’ospitalità barese nei confronti dei profughi albanesi.
Una delle peculiarità albanesi, un elemento che ci contraddistingue come popolo, tra l’altro è proprio “Mikpritja” – “L’ Ospitalità”.
Noi albanesi offriamo ospitalità e, al contempo, ricambiamo con un particolare senso di gratitudine tutti coloro che a noi, reciprocamente, di ospitalità ce ne offrono.
Ergo, da popolo che preserva da generazioni un notevole senso di ospitalità per il forestiero o per chiunque bussi alla sua porta, gli albanesi al contempo coltivano anche un accentuato senso di gratitudine verso chi sia stato gentile e disponibile con lui, lo abbia aiutato o supportato in momenti difficili.
Un eccellente esempio di affetto reciproco e gratitudine tra popoli, è quello italo-albanese, il quale nasce da epoche remote, per coltivarsi dagli arbëresh, arrivati in Italia dopo la morte del nostro Eroe Nazionale Scanderbeg nel 1468 e per resistere negli anni in concomitanza di varie epoche storiche che hanno visto entrambi i popoli interagire per un motivo od un altro, protraendosi fino all’inizio degli anni ’90 con l’esodo biblico degli albanesi verso le coste italiane e per continuare oggigiorno.
Come nasce la “missione” per la realizzazione della Nave della Speranza?
La “missione” in realtà è stata in principio una mia idea che a mia volta ho proposto all’associazione e all’autorità portuale alle quali è piaciuta fin da subito ed hanno sposato la causa. L’idea è il frutto della mia lunga permanenza nella città di Bari alla quale, dopo anni di studio, lavoro ed esperienza tra Italia e Albania, come artista ho sentito il bisogno di donare l’opera che contenesse un messaggio di “ Speranza “, alla portata di tutti. Questo progetto è cresciuto con me, ed è arrivato nella mia vita in un momento di forte crescita personale e professionale.
Quanto tempo ci hai impiegato a realizzare la scultura e quali materiali hai scelto di usare?
Dal bozzetto fino all’opera finale ci sono voluti 3 mesi di lavoro.
La scelta dei materiali è stata studiata nei minimi dettagli prendendo in considerazione in primis la lunga permanenza e poi l’area dove l’opera è collocata. Vento, sole, mare ed eventi atmosferici, i nemici da contrastare, ho sposato fin da subito l’idea di utilizzare due materiali molto resistenti come la pietra di Trani e l’acciaio Cor-Ten.
Pietra bianca di Trani che con le sue venature rosa e grige richiama il colore del acciaio Cor-Ten (in inglese weathering steel) che fa parte della categoria degli acciai basso legati definiti patinabili. Viene utilizzato da molto tempo in America e in Europa dove viene adottato in architettura, ingegneria e scultura.
Il Cor-Ten con le sue caratteristiche prevede:
- elevata resistenza alla corrosione (CORrosion resistance)
- elevata resistenza meccanica (TENsile strength)
Materiali di prima scelta, ed un insieme di attributi che richiamano gli elementi essenziali della forma come il punto, la linea e la superficie.
Il “punto” è la nave stessa che si presenta come una mezza luna e ci invita ad immaginare l’altra meta, racchiudendo cosi” il punto”.
La “linea” sono i tratti nella nave rappresentati in curve, le linee longitudinali della pietra ci portano a percepire la “superficie” e ci accompagnano a completare la forma di tutta l’opera.
Quali emozioni hai provato mentre ideavi e poi scolpivi la tua opera, in quanto, essa non costituisce solo un elemento artistico ma, al contempo, è simbolo dalla valenza testimoniale di un pezzo importante e sofferente della storia albanese, il grande esodo…
Con la realizzazione del lavoro, ho vissuto un’esperienza incredibile. Attraverso le storie dei sopravvissuti ed i documenti come articoli di giornale, servizi televisivi e fotografie.
Il lavoro esprime nelle sue forme e nei materiali tutta la storia che ha coinvolto la nave Vlora ed il popolo albanese. Disperazione, paura, gioia e libertà. Queste sono alcune delle emozioni che ho provato nel realizzare “ La nave della Speranza”.
Data l’attuale rilevanza del tema immigrazione che abbraccia oramai tutta l’Europa e vista la straordinaria storia della Vlora, ha immediatamente suscitato l’interesse e l’approvazione da parte di istituzioni, aziende e professionisti che hanno accettato e sposato la causa finanziando il progetto.
Le sensazioni che hai avvertito nel momento dell’inaugurazione, quando la Nave della Speranza è stata resa pubblica?
Grande soddisfazione e voglia di condividerla con il mondo per far ricordare a chi dimentica facilmente, cosa è accaduto quel agosto del 1991. Tutta la città di Bari si è mobilitata, mettendosi a disposizione per dare una mano a queste ventimila persone che venivano dall’altra parte del mare.
Tu sei figlia d’arte. Tuo padre è altrettanto scultore. Le parole che ti ha detto tuo papà, quando ha visto per la prima volta questa recente tua opera?
“Vazhdo kështu, rruga është e gjatë” che nella mia lingua significa “Vai avanti così, la strada è ancora lunga”
Sono molto orgogliosa di aver ereditato il mestiere da mio padre. E’ stato lui che mi ha scoperta e indirizzata a questo lavoro, sono cresciuta con i suoi consigli nella vita e nel lavoro. Mi ha seguita, anche se da lontano, ha visto tutto il precorso di studi e lavoro che ho fatto fin d’ora, sapeva che dovevo arrivare ad esprimere il mio talento, i suoi consigli hanno un grande peso per me.
Tu stessa, dove ti trovavi al momento in cui, la nave Vlora veniva colmata da migliaia di albanesi, in attesa di giungere le coste pugliesi?
Nel 1991 avevo 4 anni ero molto giovane per ricordare il momento, ma sono cresciuta e vedevo in televisione immagini e servizi, di questa gente che era partita e il caos che aveva avvolto l’Albania, sembrava quasi una situazione normale. Dal 2008 in poi vivendo qui a bari, incontravo gente che mi raccontava della Vlora e di queste naufraghi di come sonno arrivati, come gli hanno aiutati e come si sono salvati.
Bari, è tra l’altro la città in cui hai conseguito gli studi universitari in scultura. Che sensazione si prova nel contribuire proprio nella città che ti forma professionalmente, con un’opera concreta e così significante, che unisce la storia di entrambi i nostri popoli?
L’accademia di Belle Arti di Bari, ha contribuito in modo importante alla mia formazione, anche grazie al progetto Erasmus che mi ha portato a vivere un’esperienza incredibile in Turchia presso l’università di Istanbul. Nel mio percorso di miei studi ho sempre cercato di inviare un messaggio tramite le mie opere e lavori, quindi è stata una preparazione a tutto ciò che sono oggi. Come cittadina Albanese che vive a Bari da diversi anni, ho sentito il bisogno di creare un legame tra le nostre terre. Ho messo a disposizione il mio talento e la mia dedizione per realizzare un’opera che mantenesse viva la memoria storica dei nostri paesi.
Bari, oltre che luogo di accoglienza di migliaia di albanesi, è anche la seconda casa di Ermal Meta, il noto cantautore albanese che a Bari si è formato artisticamente. Ora, la diaspora albanese in Italia e tutti gli italiani, vengono a conoscenza in modo più rapido e diretto anche del nome di una scultrice albanese in Italia, in Puglia, Ledi Shabani. Cosa si prova?
Una sensazione meravigliosa, avere la possibilità di esprimermi tramite un opera anche la voce del mio popolo e diventare porta voce dell’Albania e un impegno ed una responsabilità che mi prendo volentieri. Devo dire che personalmente mi viene naturale, sarei disposta a collaborare e portare avanti anche altri progetti per rappresentare al meglio la mia terra.
Oggi rispetto a diversi anni fa l’immagine dell’Albania in Italia e cambiata radicalmente. Difatti da roccaforte comunista è diventata ormai la meta turistica per eccellenza nei Balcani. Molte persone mi chiedono informazioni ed itinerari turistici, da Durazzo a Saranda le coste sono piene di Italiani ed europei, gli albanesi sono riusciti a trasformare il territorio in business.
Progetti futuri?
Oggi riesco a dedicarmi a progetti di arredo ed opere scultore attraverso la committenza di clienti privati ed enti pubblici.
Nel mio futuro vorrei continuare a dedicarmi alla scultura realizzando progetti ed opere con messaggi sociali e legati a temi di attualità. Nell’ambito artistico vorrei continuare a collaborare con marchi e aziende di design in Italia e all’estero, professionisti del settore come architetti e designer, per creare elementi e ambienti che possano esprimere il mio stile.
Il Salone del Mobile 2019 è tra i miei obbiettivi spero di poter esporre alcuni prodotti di design che ho già realizzato in spazi di promozione per i quali ho già preso contatti.
Sto lavorando alla creazione di un design showroom a Bari, dove poter far confluire tutte le forme d’arte.
Sono una persona dinamica e sempre alla ricerca di nuovi stimoli ed idee, infatti sul mio sito web (facebook.com) dove sono presenti alcuni dei miei ultimi progetti oltre “La Nave Della Speranza” è possibile contattarmi per proporre progetti e collaborazioni.
https://www.facebook.com/albnews/posts/10156566647683850