Mi viene incontro con un grande sorriso. I suoi occhi chiari mandano sprazzi di luce. è così Irida Dragoti, una persona che emana gioia di vivere.
Un raggio di sole in una giornata buia, piovosa e fredda.
Ci incontriamo nell’ingresso del Teatro dell’Opera di Roma, nell’unico momento libero per la cantante, ossia la pausa dalle prove.
L’intervista è avvenuta nel bar di fronte al Teatro. Seduti davanti a noi il marito e il figlioletto Alexander che, in silenzio, hanno assistito.
Una situazione fuori dagli schemi. Anche questo è un tratto del carattere della giovane cantante lirica.
La famiglia fa parte totalizzante della sua vita, come il canto.
Intervista a Irida Dragoti
Quando e come ha scoperto di avere una voce da cantante lirica?
A 12 anni, a scuola. La maestra, che aveva organizzato una giornata dedicata al canto, ha scoperto subito il timbro della voce: mezzo soprano.
Per me è stato un impatto forte, ero sorpresa ed emozionata, perché fino a quel momento non sapevo di avere il talento della VOCE.
Il resto lo devo all’insegnante Nina Mula, che ha convinto I miei genitori a farmi prendere lezioni di canto – Cosa che ho fatto per cinque anni a Tirana, dopodiché sono venuta a Roma, nella patria del canto.

La sente come una missione?
Per me è un qualcosa di straordinario: una vocazione totalizzante, che riesco però a conciliare bene con la famiglia. Un marito, Andreas, di provenienza italo-tedesca, che mi sostiene e aiuta e due figli. La più grande; Christine 8 anni, fa già parte del coro delle voci bianche del Teatro dell’Opera, per l’altro, Alexander, di 2 anni è ancora presto.
Cosa significa il canto per lei?
Un dono che mi è stato dato e che desidero poterlo regalare al pubblico. Un atto di riconoscenza verso il Signore che mi ha fatto questa grazia. Sono molto credente, per questo mi sento di coinvolgere tutte le persone che amano l’opera e non solo.
Da Albanese si è trasferita in Italia per continuare gli studi. Come ha fatto ad imporsi in un mondo certamente competitivo come quello della lirica?
Non è stato facile emergere in un ambiente dove la rincorsa al successo è una cifra dominante. Quando non si hanno appoggi esterni, e aiuti di vario genere, bisogna avere i nervi saldi. Ed io li ho, per fortuna.
Lei è una persona timida, riservata, costante, molto disciplinata, all’apparenza sicura di sé. Ma quando sale sul palcoscenico cosa prova?
Prima di salire sul palco, dietro le quinte, sento il battito del cuore molto forte, una grande emozione. Ma appena entro in scena, tutto passa, divento un tutt’uno col personaggio che interpreto.
Il palcoscenico tira fuori il mio mondo interiore, è una sorta di psicanalisi, che fa emergere quello che senti e che non sapevi di avere.
Albania ed Italia. Quale è per lei la sua vera patria?
L’Albania, di cui sento sempre una grande nostalgia. Ogni volta che torno a Tirana mi commuovo.
Mantengo anche un forte legame professionale e umano con l’Opera di Tirana, dove ho lavorato in tante belle produzioni e dove lascio e trovo sempre tanti amici.
Di se stessa ammette di essere felice, positiva, ottimista anche se, come tutti, ha momenti di scoraggiamento. Ma il marito che è molto equilibrato, l’aiuta a superare momenti bui. Il loro incontro è stato un colpo di fulmine. Si sono sposati nel 2008 e l’innamoramento, a vederli insieme, continua. Irida ha poco spazio per coltivare i suoi interessi, ma quando può cucina, e viaggia – quando può – con il marito e i figli.
Ecco alcuni personaggi che ha interpretato e che interpreterà, che sono tra i suoi preferiti
VENUS di Tannhäuser di Wagner, cantata per la prima volta nel teatro dell’Opera di Tirana.
TISBE, da ‘La Cenerentola’ di Gioacchino Rossini, interpretata al Teatro La Pergola di Firenze e al San Carlo di Napoli.
La Terza Dama e La Seconda Dama, tratte dall’opera “Il Flauto magico” di Wolfgang Amadeus Mozart, i cui ruoli (Terza Dama) ha interpretato al Teatro San Carlo di Napoli e interpreterà (Seconda Dama) prossimamente al Teatro dell’Opera di Roma.
L’impegno attuale di Irida Dragoti
Fa parte di un progetto del Teatro dell’Opera di Roma chiamato Fabbrica Young Artist Program
E’ l’Accademia dell’Opera di Roma, in cui vengono selezionati ogni anno tra centinaia di partecipanti alcuni meritevoli cantanti ed artisti, al fine di formarli con i migliori professionisti del settore, per poi introdurli nel mondo del Teatro come professionisti del più alto livello.
L’Accademia è stata fortemente voluta dal Sovrintendente, Dr. Carlo Fuortes e gestita dalla brillante responsabile, Eleonora Pacetti. Delle 900 persone che si erano presentate, ne sono stati scelte dodici – 8 cantanti e 4 di gruppo regia – tra le quali c’era lei, Irida.
Il futuro per Irida Dragoti, che crede fortemente nella provvidenza divina, è anche nelle sue mani: nella sua voce, nel suo carisma, nella capacità di affrontare la sua vocazione con determinazione, nel duro lavoro, nella disciplina e costanza e quella gioia di vivere che trasmette a chi la avvicina. PS. IL SIGNIFICATO DELLA MUSICA
I Padri della Chiesa dicono che il ritmo della musica si trasmette nell’anima. La musica mette le ali all’anima.
La musica che pervade il corpo ti conduce ad una nuova conoscenza di te stesso.
“La musica-afferma Sant’Agostino- fa sì che il popolo non si scoraggi per la troppa tristezza”
Giovanni Crisostomo ne è convinto: “L’anima sopporta le durezze e le fatiche più facilmente, se canta o ascolta attentamente la melodia”
Lascia che la musica ti trasporti al di sopra dei problemi quotidiani
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