L’attuale vertice dei ministri degli esteri UE è stata una nuova possibilità per esaminare le prospettive europee dei Balcani occidentali.
La presidente dell’incontro, Tytti Tuppurainen (ministra degli esteri finlandese), ha dichiarato che questo vertice è stato solo il primo passo di un processo che continuerà la prossima primavera, quando i leader dell’UE si incontreranno nuovamente.
“Non si sono raggiunte conclusioni in questo incontro, ma l’idea è quella di inviare un chiaro segnale riguardante la prospettiva europea dei Balcani occidentali. Tutti noi sosteniamo questa prospettiva.” – ha dichiarato Tuppurainen.
L’obiettivo è quello di gettare le basi di una politica efficace d’allargamento nel vertice di Zagabria in programma a maggio 2020 e dove si riuniranno i leader dell’UE e dei Balcani occidentali.
Le richieste di Parigi
La segretaria di stato per gli affari esteri della Francia, Amélie de Montchalin, ha parlato di un processo d’allargamento più efficace, concreto e credibile.
“Stiamo vedendo ora che il processo non funziona per una serie di motivi: sta impiegando troppo tempo, è deludente, si sviluppa secondo automatismi prestabiliti e non attira l’interesse dei cittadini.” – ha affermato la segretaria francese per gli affari esteri.
De Montchalin, inoltre, ha specificato che la nuova metodologia prevede condizioni rigide, sostegni finanziari e la possibilità per l’UE di fare marcia indietro nel processo di adesione dei paesi candidati.
“E’ tempo di abbandonare le grandi storie e di attuare i cambiamenti essenziali. I cittadini dei Balcani occidentali si aspettano molto dall’UE.” – ha proseguito de Montchalin.
Le altre proposte
La proposta francese non è l’unica: Austria, Italia, Slovenia, Slovacchia e Polonia, attraverso una lettera inviata alla Commissione Europea, hanno comunicato di essere anche loro impegnate nel migliorare la metodologia dell’allargamento dell’UE, a condizione che allo stesso tempo continui il processo di integrazione nei Balcani occidentali.
Il ministro degli esteri dell’Austria, Alexander Schallenberg, ha affermato dopo l’incontro di Bruxelles che la proposta è stata accolta anche da altri paesi:
“Siamo pronti ad un impegno costruttivo e positivo che porti al miglioramento del processo di allargamento. C’è spazio per miglioramenti, ma non devono essere condizioni per Albania e Macedonia del Nord. Solo la Commissione Europea può apportare modifiche poiché ha un ruolo guida nel processo.” – ha sottolineato Schallenberg.
A Bruxelles prevedono che la nuova Commissione entri in carica a dicembre per poi occuparsi del miglioramento della metodologia d’allargamento e della stesura di nuove proposte che possano sostenere le riforme nei paesi UE. La proposta per l’allargamento verrà elaborata entro gennaio 2020.