L’articolo di Gëzim Alpion, “Western media and the European ‘other’ – images of Albania in the British press” è stato pubblicato in inglese per la prima volta nel 2005. Vi proponiamo in italiano una versione dello studio pubblicato in inglese nel 2008, anno in cui Albania News ha assicurato il permesso dell’autore di pubblicare lo studio.vi) I Media Occidentali e “l’altra” Europa – La morte del giornalista
Il giornalismo come quello di Dowling di rado propone servizi di fantasia, e pertanto risulta poco stimolante dal punto di vista intellettuale. Applicando l’approccio decostruzionista di Derrida ad un testo giornalistico intenzionalmente derogatorio e sensazionale, si hanno dei risultati interessanti, sorprendenti ed anche scoraggianti. Una volta completato, un testo letterario, qualsiasi testo, indipendentemente da chi lo abbia scritto, può assumere significati e interpretazioni molteplici. Un articolo di giornale invece, spesso sembra avere una sola ed unica dimensione. Per un lettore occidentale, lo stile, il lessico e le foto che accompagnano articolo di giornale sono familiari da almeno un paio di secoli. Per quanto riguarda gli organi di stampa britannici, l’Albania è sempre stata e ancora è uno stato arretrato, povero ed enigmatico, così come i Balcani restano “una bomba che sta per scoppiare da un momento all’altro”; le locali economie sono definite “poco funzionali”; i leaders regionali sono considerati “politici immaturi e corrotti” e tutta la penisola è come un “vaso di Pandora” da dove tutti possibili mali fuoriescono per poi arrivare in Occidente, e in particolare in Gran Bretagna: droga, commercio di esseri umani, riciclaggio di denaro, prostituzione, assassini, killer professionisti e l’elenco continua.
Il testo del giornale parla chiaro, non concedendo ai lettori alcuna possibilità di interpretarne autonomamente il contenuto. Alcuni giornalisti inglesi, così sembra, sono “morti”. Comunque, la “morte” di questi autori è diversa dalla “morte” dell’autore come percepita da Roland Barthes. L’autore-giornalista appare “morto” perché l’articolo diffamatorio è un genere non più attuale. Alcuni reporters in Occidente sembrano avere una povera esistenza anche perché i loro articoli non sono né informativi, né intellettualmente stimolanti.
Il giornalista, adottando lo stile criptico di argomentare di Barthes, “non scrive” un “testo”. L’articolo di giornale non ha bisogno di un autore. Il testo esiste anche senza di lui o lei e l’autore non è capace di aggiungervi un nuovo significato. La cosiddetta “morte” del giornalista-autore non comporta necessariamente la nascita del lettore indipendente, come Barthes sosteneva nel caso dell’autore letterario. In questo caso al lettore non è data alcuna possibilità di interpretazione autonoma né tantomeno originale. Il testo dell’articolo, e le foto che lo corredano, non fanno altro che rinforzare il giudizio del lettore, quello che egli per anni, decenni e perfino secoli, è stato abituato a sentirsi dire riguardo all’identità e alla posizione dell’Albania o degli altri “minori” paesi balcanici. Il lettore non ha più un servizio di un vero giornalista, ma di uno “scrittore-ombra”, che a sua volta è incapace di spezzare quel “modello” e il cui scopo è quello di continuare a divulgare storie allarmanti circa questi paesi e d i loro abitanti.
Titolo originale: Western media and the European ‘other’ – images of Albania in the British press. Tradotto per Albania News da Altina HotiL’articolo sarà pubblicato ogni settimana. Il 6 Gennaio è stato pubblicato la quarta parte dal titolo L’Archivio Esotico . Il 20 gennaio torniamo con la sesta parte: Il prezzo di un giornalismo con pregiudizi