Pubblichiamo la lettera che Serena Luciani (*), autrice di “Terremoto a Tirana” ha inviato ad Albania News dopo l’evento “Porti cittadini”.
Cari amici e amiche di Albanianews,il convegno di Modena è stato davvero eccellente, anche se non ho potuto partecipare al mattino al dibattito sui media, mi è piaciuta la chiacchierata pomeridiana con Antonio Caiazza e Visar Zhiti moderata da Paolo Muner. Mi sembra che abbiamo sia toccato temi umani che storico-politici, nei limiti del tempo a disposizione.
L’organizzazione vostra è stata ottima, è stata una bella soddisfazione incontrare così tanti giovani colti, intelligenti e pieni di energia. Penso che persone come voi siano preziose per un vecchio paese un pò stanco e forse deluso.
Credo che tutti noi avevamo in comune la condanna netta della dittatura, senza equivoci.
Per il resto, abbiamo alle spalle vite diverse ed esperienze diverse, forse opinioni diverse, ma questo è il sale della vita.
Credo che ricorderete questa data del 12 giugno, perchè segna un inizio, il tentativo generoso di creare una rete vera e propria fra giovani albanesi, aperta al confronto con gli italiani e non solo.
Come sono cambiate le cose in 20 anni! E sicuramente, da parte vostra, in meglio.
Fare una rete è oggi più facile grazie ad internet, ma ho esperienza di quanto sia difficile mantenere l’equilibrio fra tutti: ci riuscirete meglio se vi darete obiettivi chiari e condivisi, allora avrete il successo che meritate.
Quanto al tema della nostra chiacchierata, il comunismo, meriterebbe un vero e proprio seminario fra chi si sentiva comunista qui in occidente e chi lo ha vissuto nei paesi dell’Est, farebbe bene a noi e a voi.
C’è stata la guerra fredda che ha complicato le nostre vite e spesso ha costretto a scelte drastiche, chiudendo spazi alla critica.
La mia generazione, quella del ’68, ha tentato di aprire spazi nuovi, in parte ci siamo riusciti in parte no, come sempre accade.
Ci tengo a ricordarvi che, nonostante l’uscita de Il Manifesto dal PCI proprio su questi temi all’epoca dei carri armati a Praga, la parte stalinista s’era già ridotta al minimo e il comunismo italiano si è sempre coniugato con il concetto di democrazia, molto più di quello francese.
Tuttavia, come ho tentato di accennare, l’esperienza da voi vissuta non è stata solo tragica per la repressione, ma anche storicamente singolare, perchè è arrivata come una forzatura, e come tale, io credo, destinata a fallire. Economicamente non aveva le basi.
Marx era un filosofo, non un moralista, non parlava di comunismo come società da affermare semplicemente per un senso di giustizia, ma di società più avanzata sia economicamente che umanamente che culturalmente, OLTRE il capitalismo come livello delle forze produttive. Voi eravate tutti in situazioni pre-capitalistiche.
Oggi la guerra fredda è finita, non ci sono più due sole nazioni padrone, che grazie ad essa tengono i cittadini come sudditi che debbono fare il tifo per l’uno o l’altro campo, il centro del mondo si sta spostando in Asia, il capitalismo sta per dominare l’intero globo e arrivando al punto previsto da Marx e Rosa Luxemburg.
Che avverrà quando nessun imprenditore o multinazionale potrà più lucrare sulle differenze salariali da paese a paese? io non lo so e neppure lo vedrò ma mi incuriosisce molto. Voi o i vostri figli invece vedrete tutto ciò ed è interessante discutere i fallimenti del “comunismo reale” come quelli di questo ingordo capitalismo dominato dalla finanza, ormai staccata dalla produzione e dal senso della vita.
Per un seminario del genere occorrerebbe l’impegno dei partiti di sinistra italiani, ma ogni volta che provo a sollecitarli comprendo che o sono troppo presi dal presente o le ferite sono troppo recenti.
Invece, non si può aprire un vero futuro se non si sa esaminare storicamente il passato e criticamente il presente.
Tenendosi più vicini al possibile, mi dichiaro fin da ora disponibile a fare con voi, quando volete, una chiacchierata su come è stata la vita degli italiani dagli anni ’50 ad oggi, così diversa da come voi oggi la sperimentate. Economicamente, culturalmente, politicamente, umanamente.
Tanto diversa che a volte ci sentiamo stranieri in casa nostra, quando assistiamo a certi incarognimenti che un tempo ci erano estranei.
Occorre tuttavia cercare le pepite d’oro sotto la sabbia del fiume, quelle di cui i media non scrivono, non parlano, non dicono.
Mi auguro che il vostro bel sito dia un contributo a far conoscere anche quel che di buono le persone migliori, che siano italiane o straniere non importa, riescono a fare in questo paese, nonostante tutto.
Come voi, che avete intrapreso questa bella iniziativa che mi è tanto piaciuta.vi auguro molto successo.(*)
Serena Luciani, registra e scrittrice italiana, è autore del “Terremoto a Tirana“, basato prevalentemente sulle sue esperienze dell’Albania degli anni 80, quando lavorava come funzionario culturale presso l’ambasciata italiana a Tirana.