La leggenda del ‘Syri i Kaltër’ è stata tramandata di generazione in generazione, da migliaia di anni a questa parte.
La leggenda dell’occhio blu
La leggenda narra di un serpente gigante che era uscito dalle acque di Saranda e Delvina. Al ponte della città di Saranda, vi era una piccola fonte, alla quale moltissime donne e bambini attingevano acqua per la casa. Mentre delle donne stavano prendendo l’acqua, arrivò il serpente che si mangiò tutte quelle persone.
Poi il rettile si avviò verso Sopot e, durante il viaggio, mangiò branchi interi di bestiame e divorò anche i due pastori. Un vecchio saggio propose alla gente del villaggio di caricare della legna secca e bruciarla sulla schiena degli asini. Quando il serpente si avvicinò per divorare la persona che stava dando fuoco alla legna secca, il destino volle che il serpente mangiasse in realtà gli asini. Così, mangiati gli asini, il serpente fu bruciato all’interno dalle fiamme.
Il rettile, mentre bruciava, urlava: “Dove sei tu, mare, che hai generato la mia testa? E tu, fiume, fratello mio?” Il mare e il fiume da Sopot si avviarono verso di lui, mentre il serpente agonizzante si dimenava di fronte al monte, sul quale oggi sono rimasti i segni visibili della sua azione.
Poi cadde, morto. Così, da quel momento, il monte e l’acqua del mare sono uniti l’uno con l’altro come padre e figlio.
L’occhio blu
Il paesaggio che porta al Syri i Kaltër è già di per sè un meraviglioso regalo della natura: palme, felci selvatiche, piante tropicali, querce e sicomori, tutti un’unica area. Un totale di diciotto sorgenti sono distribuite lungo l’area, con la sorgente di acqua dolce proveniente dalla montagna Gjere (in italiano ‘largo’) che sfocia nell’Occhio Blu, creando una piscina naturale con una profondità di circa 50 metri.
La profondità del Syri i Kaltër non è stata mai accertata ufficialmente. Molti sub hanno cercato di arrivare fino in fondo in passato, senza tuttavia mai riuscirci, poiché ad una certa profondità la pressione dell’acqua diventa troppo forte.
Il primo che ha provato ad esplorare le profondità del ‘Syri i Kaltër’ è stato il noto subacqueo, e allo stesso tempo giornalista, Xhemal Mato.
“Dovevamo trovare il modo per immergerci, perché le correnti del ‘Syri i Kaltër’ ti portano continuamente a galla. Dopo molti tentativi abbiamo legato le nostre corde ad un’ancora che ci spingeva giù, facendo l’opposto di quello che fanno gli alpinisti. Ci siamo fermati in una zona ‘aperta’, dove le correnti non ci spingevano verso su.” – ha affermato tempo fa Mato.
Quest’ultimo, inoltre, ha evidenziato come per anni – assieme ad un gruppo di studiosi americani – ha organizzato immersioni accompagnate per coloro che volevano visitare le profondità del ‘Syri i Kaltër’.
“Nel 2002 abbiamo sistemato, ad una profondità di 20 metri, un simbolo della nostra associazione e un ‘quaderno subacqueo con matita’ dove le persone che vi arrivavano potevano scrivere il loro nome. Dopo anni, c’erano moltissimi nomi stranieri, soprattutto tedeschi e italiani. Questo dimostra come il ‘Syri i Kaltër’ abbia un potenziale incredibile per il turismo.” – ha aggiunto Xhemal Mato.
In questo quaderno subacqueo (che, in poche parole, è una grande pietra bianca) sono stati incisi anche i dati del ‘Syri i Kaltër’, ovvero la profondità esplorata (50 metri), la temperatura (10 gradi Celsius) e l’altitudine sul livello del mare (22 metri).
L’occhio blu è un’oasi di aria e clima fresco, un paradiso tropicale che può competere con qualsiasi altro in Venezuela o nelle Maldive. Durante l’estate, è un riparo eccezionale dalle alte temperature. Un’incredibile meraviglia naturale che aspetta soltanto di essere visitata.
Come raggiungere Syri i Kaltër
In auto a 30 minuti da Saranda fermandosi al villaggio di Muzine vicino alla strada nazionale Delvina-Gjirokaster. O, in alternativa, in autobus, anche se non ci sono linee dirette verso il sito.
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