Giovedì scorso, la CECK ha deliberato la ripetizione delle votazioni in tre comuni e in due seggi elettorali di altri due comuni per il 9 gennaio prossimo. Sabato, invece, anche il riconteggio del 40% delle urne. Intanto Thaçi continua le trattative per il nuovo governo.
Giovedì, il PZAP, Collegio Elettorale per i ricorsi del Kosovo, composto da un giudice della Cassazione e nove dell’Appello, ha deliberato sulla maggior parte dei 171 ricorsi presentati dalle forze politiche sulle votazioni di domenica 12 dicembre. Buona parte sono stati rigettati perché infondati e non accompagnati da prove. Di quelli accolti, i più importanti per l’andamento delle elezioni, sono alla base della delibera nr. 490 del Collegio Elettorale, datata 16 dicembre. Per il PZAP, le irregolarità legate ai brogli sono state riscontrate in alcuni seggi elettorali dei Comuni di Skënderaj, Drenas, Deçan, Lipjan e Malisheve, e pertanto ha richiesto alla Commissione Elettorale Centrale del Kosovo (CECK) di indire la ripetizione delle votazioni in questi seggi e nominare altri membri per le loro Commissioni. Parere che la CECK ha preso in considerazione insieme alla relazione del QNR, il Centro dei Conteggi e Risultati, per deliberare la sera di giovedì la ripetizioni delle votazioni il 9 gennaio prossimo in tutti i seggi elettorali dei comuni di Drenas, Skënderaj e Decan, e in altri due, uno per ciascuno dei comuni di Lipjan e Malisheve. Le reazioni dei partiti
La decisione della CECK ha scatenato reazioni diverse tra le forze politiche. I più duri nella loro posizione sono i dirigenti del AAK, l’Alleanza per il Futuro del Kosovo di Ramush Haradinaj, ché fino a mercoledì non si erano esposti molto pur avendo denunciato irregolarità. Deçan, uno dei comuni in cui si rivoterà in tutti i seggi elettorali il 9 gennaio prossimo, è una delle roccaforti del loro partito. Due dei Vice Presidenti di questo partito Ahmet Isufi e Blerim Kuçi hanno dichiarato per il quotidiano kosovaro Express che le elezioni si devono ripetere in tutto il Kosovo. Secondo Isufi, “sono stati riscontrati brogli ovunque e l’intero processo elettorale è stato deformato”, invece per Kuçi “le relazioni del QNR dimostrano che il 25% del processo potrebbe essere manipolato” e tanto vale che si voti di nuovo. Alle loro voci si è aggiunto anche Blerim Bujrani, membro della CECK proposto dall’AAK. Bujrani ha avvertito che il suo partito ricorrerà contro la decisione della CECK, anche se Valdete Daka, Presidente di questa istituzione, aveva precisato che i ricorsi alla Corte di Cassazione si possono fare solo sulle delibere del Collegio Elettorale. Detto, fatto. Venerdì, l’AAK ha presentato un ricorso alla Corte Costituzione contro la decisione della CECK per aver deciso in modo arbitrario e fuori dalle sue competenze di ripetere le votazioni in tutti i seggi del Comune di Deçan e non solo in quelli propostile dal PZAP. Più calmo Isa Mustafa, leader della Lega Democratica del Kosovo, rispetto alle dichiarazioni di mercoledì scorso in cui chiedeva la ripetizione delle votazioni e accusava il fattore internazionali di chiudere gli occhi davanti all’evidenza dei brogli. “Siamo contenti per la decisione della CECK sui tre comuni ma abbiamo altre osservazioni che porremo all’attenzione della Corte Costituzionale”, ha detto Mustafa in una riunione del suo partito, richiedendo anche il riconteggio di tutte le schede elettorali fino al 9 gennaio prossimo, in modo da dirimere tutti le contestazioni sollevate dai partiti politici. Di fatto, il riconteggio è stato richiesto anche dall’AAK e dall’AKR di Behgjet Pacolli.
Dal canto suo, il Movimento Vetevendosja, non ha cambiato affatto posizione. Anzi, ha rincarato la dose, definendo la decisione della CECK ingiusta e parziale. “Adesso il crimine non è solo partitico ma anche istituzionale, perché ai brogli si aggiunge anche la CECK”, ha dichiarato per i media venerdì, Dardan Molliqaj, rappresentante del Movimento. Besnik Bislimi, un altro rappresentante di VetëVendosje ha fornito dati della stessa CECK per dimostrare come sarebbero stati gonfiati anche i voti ricevuti dai partiti delle minoranze che in certi casi superebbero anche il numero degli iscritti al Registro degli elettori. Per di più, in molti casi la partecipazione delle minoranze sarebbe molto più alta della media nazionale. Il tutto per una ragione ben chiara: “rendere possibile a Thaçi di governare solo con le minoranze”. Lo stesso giorno, la Polizia del Kosovo ha arrestato 4 attivisti di VetëVendosja che stavano imprimendo sopra i manifesti di Thaçi e del suo partito parole quali “ladro” e “per primo, derubiamo il Kosovo”. PZAP, CECK e il riconteggio
Ovviamente, nelle contestazioni partitiche e la confusione mediatica post-elezioni, il PZAP e la CECK sono le due istituzioni sotto la pressione di tutti e accusati di essere di parte. In un’intervista rilasciata venerdì per l’edizione in lingua albanese della BBC, Shukri Sylejmani, giudice della Cassazione e Presidente del PZAP, ha voluto sottolineare che il parere di richiedere la ripetizioni delle elezioni solo nei seggi elettorali di 5 comuni si deve al numero e al modo dei ricorsi presentati. Buona parte sarebbero stati irregolari, infondati, presentati senza nessuna prova o addirittura redatti in solo tre righe.
Invece, la Presidente della CECK Valdete Daka ha puntato il dito contro i partiti politici. In un intervista per l’edizione albanese di Radio Free Europe, Daka ha ribadito che la CECK ha cercato di fornire tutto il materiale necessario per garantire un processo normale, ma “quanto succede sul terreno non è più responsabilità della CECK, perché i membri delle Commissioni Elettorali Comunali, di quelle dei seggi e gli osservatori appartengono alle forze politiche”. Mercoledì scorso era stato il Presidente ad interim della Repubblica, Jakup Krasniqi, che esercita le competenze del Capo della Stato dopo le dimissioni di Fatmir Sejdiu, ad affermare una posizione simile. Interpellato dalla BBC Albanian, Krasniqi ha dichiarato che la responsabilità della “cospirazione” del processo elettorale è di tutte le strutture della società kosovara: partiti politici, società civile e polizia di stato, che “non sono riusciti a tutelare la validità del voto e della volontà dei cittadini”. Tuttavia, bisognerebbe “aver fiducia nelle istituzioni indipendenti quali la CECK e il PZAP”, perché anche se “ci sono dei difetti, questi non possono essere usati per mandare tutto in area, in quanto abbiamo l’obbligo come istituzioni, cittadini e classe politica di correggere il processo ed andare avanti”.
Intanto, secondo i media kosovari, ieri la CECK ha deciso di ricontare circa il 40% delle urne, escludendo i comuni in cui si rivoterà il 9 gennaio prossimo. Per la Presidente Daka, la decisione si basa sulle raccomandazioni del Centro dei Conteggi e Risultati per via delle irregolarità riscontrate. Ad esempio, ci sono casi in cui i voti presi dai candidati risultano maggiori di quelli presi dal loro partito. Molti esponenti della società civile kosovara hanno condannato le irregolarità e i brogli. Giovedì scorso, 14 ong kosovare, hanno richiesto alle istituzioni competenti di “intraprendere tutti i provvedimenti necessari per fare piena trasparenza sul processo elettorale” e deliberare la ripetizione delle elezioni in tutti i seggi in cui sono stati verificati brogli. Più radicale la richiesta del Movimento Fol che ha ricordato come i brogli siano un reato punibile dall’articolo 180 del Codice Penale e pertanto ha sollecitato il Procuratore Generale della Repubblica, Ismet Kabashi, di citare in giudizio i membri delle Commissioni dei seggi in cui le irregolarità sono state accertate. Un’azione che non è da escludere, stando a quanto riferito sabato dall’edizione albanese di Radio Free Europe. Il portavoce della Procura Generale della Repubblica, Liridona Kozmaqi, ha dichiarato che “dopo le contestazioni apparse sui media da parte dei soggetti politici e dei cittadini sui brogli in queste elezioni, il Procuratore Generale Kabashi ha richiesto ai procuratori dei vari distretti di indagare tutti i dubbi sollevati per accer
tare la loro fondatezza”. Sicuramente potrebbe servire da deterrente per le rivotazioni del 9 gennaio prossimo. Intanto, oggi a Rahovec, il ballottaggio per il sindaco è stato caratterizzato da accuse reciproche tra il LDK e l’AAK, i due partiti che si contengono il primo cittadino. Alla fine, i risultati danno per vincente il candidato dell’AAK Smajl Latifi e, secondo il quotidiano kosovaro “Koha”, l’avversario Ibrahim Kryeziu l’avrebbe chiamato per congratularsi. Invece, Hashim Thaçi continua le sue trattative per la formazione del nuovo governo. Se il riconteggio non inciderà sul risultato finale, Drenas e Skenderaj, i due comuni maggiori in cui si rivoterà non saranno un problema. Rimangono sempre roccaforti del suo partito.