Ho appena finito i compiti di greco, sono stanca morta e la testa mi sta per scoppiare. Poso gli occhiali sulla scrivania. Mi trascino verso il frigo, lentamente, come chi non ha né fame né voglia. Non mi va di mangiare.
Accendo la TV, e c’è il telegiornale. Di solito non guardo il telegiornale, non per disinteresse, ma per la malinconia che mi provocano alcune notizie. Sono sempre stata del parere che il mondo non si può rinchiudere in una scatoletta a colori.
Il mondo è là fuori e va vissuto ogni giorno. E sono convinta che non si possa cambiare sulla poltrona di casa, con il telecomando in una mano e un pezzo di pizza margherita nell’altra. Cosa me ne faccio della notizia che il cane di Paris Hilton ha fatto spendere alla padrona mille dollari per uno shampoo settimanale? O che Belen Rodriguez è aggiornata sull’ultimo taglio di capelli dell’anno?
La verità è che c’è gente che il parrucchiere non può permetterselo, e non sa neanche se riuscirà a usare il phon, perché le bollette della luce sulla mensola si accumulano sempre più, e sembra che ti facciano un favore a non staccartela. La verità è che se non paghi l’affitto ti sfrattano, e non c’è Extreme Make Over che ti salvi, perché le favole non esistono. C’è che se non ti spacchi la schiena tutto il giorno i tuoi figli non mangiano; c’è che anche se hai tre lauree sei disoccupato, perché lo Stato non investe sulla ricerca.
Di conseguenza devi andare all’estero, devi lasciare la tua casa, la tua famiglia, la tua vita, per cercare in giro nel mondo i pezzi del puzzle della tua nuova vita.
Ogni mattina al telegiornale c’è il rialzo della benzina, c’è lo spread, c’è la borsa. In ribasso dello 0,1%. Siamo in ribasso. Siamo un Paese in ribasso. Abbiamo delle vite in ribasso. Passiamo i sabati sera a ubriacarci e a impasticcarci piuttosto che fermarci al fast food più vicino e ordinare kebab e patatine. Ci sembra strano che i nostri nonni festeggino cinquant’anni di matrimonio. Perché prima le cose rotte si aggiustavano, oggi no. Oggi si buttano direttamente, e non solo le cose… soprattutto le persone.
Sembriamo prototipi, tutti uguali, tutti cretini che seguono la massa. Cerchiamo sempre di uniformarci piuttosto che di distinguerci. Non sappiamo più cosa sono l’amore, la pace, l’amicizia. Distinguiamo le persone in categorie, le cataloghiamo con ‘pelle scura’ e ‘occhi a mandorla’ invece di chiamarle per nome.
Ho visto la guerra al telegiornale, ho visto un barbone trovato carbonizzato all’alba perché infastidiva occupando la panchina. Se temevate così tanto per quella panchina, però, perché non lo avete fatto entrare nelle vostre case? Perché non gli avete dato un asciugamano pulito, una coperta, o un pezzo di pane e sale?
Ho visto parlare dei soldi spesi per estrarre la Costa Concordia dal porto, anziché parlare dei tantissimi corpi ancora non ritrovati, delle famiglie distrutte e dei cuori spezzati. Ho visto la speranza e l’appello di Papa Francesco, la lotta contro la mafia, il terrorismo, la corruzione della Chiesa, la disoccupazione. Ho visto la Siria al telegiornale, e i profughi nell’acqua, e la morte nei loro occhi. Ho visto che ci siamo dimenticati del terremoto all’Aquila, degli omicidi che avvengono ogni giorno, e degli studenti di Medicina laureati in Albania dopo che non sono riusciti a entrare in Italia.
Ho visto tutto questo al telegiornale, come lo hanno visto molti di voi, ma la verità è che ognuno è rimasto comunque seduto in poltrona piuttosto che cambiare nel suo piccolo il mondo. La verità è che ci illudiamo di fare del bene donando il sangue, ma il nostro sangue è troppo amaro per scorrere nelle vene di qualcun altro.