In questi giorni caldi il governo ha messo in piedi la manovra finanziaria. Sono lacrime e sangue senza nessuna ombra di dubbio. Stranamente si invoca l’Europa solamente quando c’è da giustificare le macellerie sociali, mai quando c’è da estendere i diritti oppure emulare i meccanismi virtuosi.
Molti immigrati che vivono in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono informati su ciò che comportano le scelte economiche della politica italiana, anche su di loro. A dire la verità i linguaggi sono talmente tecnici a volte, che neanche molti italiani riescono a capire subito. La pompa di benzina, e il tabaccaio, si trasformano cosi in una traduzione istantanea del politichese. Perché quando il prezzo del petrolio scende, e tu continui a pagare 1,6€ un litro di benzina, vuole dire che qualcuno ti sta ingannando. C’entra la manovra finanziaria, le politiche economiche del governo con l’immigrazione? Io penso di si. A prima vista si parla di tassare i rediti medio alti (consiglio a tutti di leggere questo articolo di Massimo Gramellini per capire chi sono i redditi medio alti ), cioè chi guadagna oltre i 90 mila euro annui. In questa categoria gli immigrati sono delle rarità statistiche. Si parla di tagliare i costi della politica, e anche in questa categoria gli immigrati sono pari a zero. Si parla di tagliare le province, e anche qui l’argomento non c’entra niente con l’immigrazione. Si parla di riforma pensionistica, qui gli immigrati c’entrano perché sono nella quasi totalità dei creditori. Cioè versano soldi per pensioni che non prenderanno nel futuro, ma che intanto servono per riempire le casse dell’INPS e dei suo dirigenti. Come capita frequentemente, sono gli effetti indiretti quelli che riguarderanno direttamente la vita quotidiana di tutti noi. Aumenteranno le tariffe dei trasporti pubblici, il costo della benzina, il costo della spesa (perché in Italia siamo ancora affezionati al trasporto su gomma) al super mercato. Aumenteranno gli affitti (in virtù dell’aumento delle tasse per i proprietari di immobili), le assicurazioni auto, il prezzo delle mense per i bambini, degli asili nido, delle scuole materne, insomma tutti quei servizi che in quanto non di lusso, usano anche gli immigrati. Quando il governo decima i fondi per gli enti locali, inevitabilmente si interrompono i servizi sociali per le fasce più deboli. A tutto questo si aggiunge la facilità di licenziamento e la mancanza di incentivi per un aumento dell’offerta di lavoro. Questo sarà il quadro che ci troveremmo a settembre, quando tutti (o chi se lo poteva permettere) torneremmo dalle vacanze. C’è un’altra cosa però, ancora più allucinante.
In un posto dove il lavoro e le politiche per aumentarlo scarseggiano, è chiaro che aumenta la disoccupazione, che colpisce prima di tutti i giovani, compresi i figli degli immigrati, e poi anche i meno giovani. Per aiutare i disoccupati però è in arrivo una misura eccezionalmente efficace, l’aumento dei giochi d’azzardo legali. Lotterie istantanee, gratta e vinci che arrivano oltre i 25 € (cioè le vecchie 50 mila lire), e via dicendo di questo passo. Gli immigrati, prevalentemente gli uomini, sono tra quelli più colpiti dalle dipendenze da gioco d’azzardo, fare leggi che ne aumentano la presenza legale, fino ad arrivare a venderli alle Poste, supermercati e altro, aumenta drasticamente il rischio della dipendenza. È come se ad uno che è tossicodipendente li fai trovare nel percorso che lo porta a casa, una ventina di spacciatori tranquillamente al lavoro senza che nessuno li disturbi. Ecco lo stato fa questo, spaccia giochi d’azzardo, vende sogni, sparge illusioni, perché in un paese senza prospettiva, tutto dipende da cosa gratti, e non importa se grattando finisci anche gli ultimi euro che sono rimasti alla tua famiglia. Intanto le persone intorno a noi sono preoccupati per via dello sciopero. Non quello dei lavoratori però. Sono preoccupati dello sciopero del sindacato dei giocatori di serie A (sembra un ossimoro), perché potrebbe causare lo slittamento del campionato. Sono passati secoli, da quando gli imperatori romani, intrattenevano il popolo con gli spettacoli dei gladiatori, ma sembra che il tempo abbia solo sostituito le figure del gioco, mentre il popolo è rimasto sempre uguale; gente che gudagna 900 € al mese, che combatte per gente che gudagna 900 € ogni 10 minuti. Ecco, un paese cosi, comincia ad essere un paese in declino serio.