Nel primo trimestre di quest’anno le rimesse degli emigrati albanesi sono ammontate a circa 150 milioni di euro secondo i dati della Banca Centrale d’Albania, un valore praticamente identico a quello del primo trimestre del 2018.
Una tendenza al rialzo
Dal 2014, quando si raggiunse il valore più basso in quanto a rimesse, si è registrata una graduale tendenza al rialzo delle rimesse degli emigrati albanesi, seguendo di pari passo il nuovo flusso emigratorio che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Le rimesse degli emigrati, infatti, avevano subito un brusco stop a cavallo tra 2011 e 2014, dato che il grande flusso emigratorio degli anni ’90 dopo 10-15 anni si era stabilito all’estero e aveva rimosso gradualmente i rapporti economici con l’Albania.
Lo scorso anno, con un totale di 670 milioni di euro, si è raggiunto il picco massima di questo trend al rialzo delle rimesse e la crescita assoluta più alta degli ultimi sei anni (circa 34 milioni di euro).
Anche i dati Eurostat confermano che la crescita delle rimesse coincide con il riemergere delle richieste d’asilo nei paesi dell’Unione Europea da parte dei cittadini albanesi: dalle 11.000 richieste del 2013, si è passati al picco massimo di 69.000 nel 2016 per poi scendere di nuovo gli anni successivi fino alle 19.000 dello scorso anno.
Eurostat: l’Albania ha il più alto numero di richiedenti asilo
Nonostante abitino in un paese che ha iniziato il proprio percorso di adesione all’Unione Europea e che non ha conflitti interni o guerre, gli albanesi vogliono emigrare più che in tutti gli altri paesi del mondo come evidenziano i dati Eurostat.
Secondo i dati pubblicati dall’istituto di statistica europeo sul numero di richieste d’asilo dell’ultimo anno e analizzati dalla rivista economica albanese albanese Monitor, per ogni 1000 abitanti albanesi, 6,5 hanno inviato una richiesta d’asilo per l’Unione Europea.
Alle spalle dell’Albania ci sono la Siria – con 4,7 e da dove i cittadini scappano dalla guerra – e la Georgia con 3,9. Seguono l’Eritrea con 3,6, l’Iran con 1,2 e la Palestina con 1,1. Nelle prime trenta posizioni ci sono principalmente paesi in guerra o paesi in forte crisi economica, come Venezuela e Turchia.