Publicitaires! A vous la scéne .
E chissà fino a dove arriveranno gli spot. Scambio di elogi e battute da bar sport, tutto fa brodo quando c’è da vendere qualcosa.
B. & B. recitano a meraviglia per la platea di giornalisti, le domande non ci sono, c’est une comédie pas une conférence mesdames et messieurs.Vendiamo accordi inutili e li spacciamo per progresso.
Questo e solo questo sappiamo fare.
Ai sudditi italiani offriamo l’illusione di energia “pulita” nucleare senza controindicazioni.
Sulla confezione c’è scritto di non preoccuparsi, che avremo l’energia nucleare senza le centrali.
Ce la forniranno gli albanesi che presto si trasformeranno nella “superpotenza energetica ” dei Balcani.
Se a parole tutto il centroDESTRA italiano è favorevole al nucleare, con l’avvicinarsi delle elezioni regionali cominciano i distinguo.
Lazio NO, Veneto NO, Lombardia NO e via dicendo come con le figurine.
Albania allora, per proseguire la follia.
Non ha importanza la contraddizione. Serve apparire, fingere di seguire un percorso. È simulazione di governo questa.
Progetti dall’alito cortissimo, lunghi giusto il tempo di impegnare le risorse, i denari. Poi arriverà la polvere a glassare il compiuto. Sarà già un altro tempo e il problema interesserà qualcun altro.
Noi vendiamo. Il prodotto non ci interessa, siamo pubblicitari.
Il prodotto di Sali Berisha è più strutturato.
Pur ridendo alle vaccate del collega appare più sobrio, gioca in trasferta e si adegua.
Propone il suo disegno su un doppio binario, la grandeur energetica albanese più la sponsorizzazione italiana per un ingresso nella UE.
Le centrali costano come la grandeur energetica, sognare no.
Personalmente non mi piacerebbe vedere un paio di ciminiere atomiche nella pianura già abbastanza detuprata attorno a Fier. E le scorie radioattive stivate nei bunker che tinteggiano tutto il paese, il lascito di Hoxha che finalmente avrebbe una sua funzione!Comunque sia, per come sono state presentate le cose, la domanda sorge spontanea, ma l’energia prodotta servirebbe l’Italia o l’Albania? L’entrata dell’Albania nell’Unione Europea al contrario è una cosa più complessa.
Partendo dal presupposto che l’Italia non è lo sponsor più autorevole al quale affidarsi, si comprende comunque bene come la prospettiva sia allettante.
Ma cercando di essere attuali l’Europa non è più l’Eldorado di dieci anni fa.
La Grecia è sull’orlo del fallimento e alla vigilia di tensioni sociali piuttosto consistenti.
Svenderà parte della propria sovranità a strutture quali la Bce e l’Fmi, da sempre poco propense agli interessi delle popolazioni.
Spagna, Portogallo e Italia sono paesi dai bilanci preoccupanti, ovunque la crisi economica miete vittime, aggravando situazioni sociali che potrebbero trasformarsi presto in conflitti.
Se abitassi in Albania desidererei semplicemente il diritto alla libera circolazione come europeo in quanto tale, per non avere la necessità perpetua di dover combattere contro visti, ministeri e permessi di soggiorno.
Ma mi interrogherei prima di tuffarmi nell’abbraccio patinato dell’Unione Europea.
L’Albania è già Europa.
Parte integrante di quel cuore antico, di quello spirito pulsante del continente che sono i Balcani.
Crocevia di popoli, mescolanza di religioni.
Ma questi sono solo quesiti. Interrogativi dal respiro più lungo di 30 anni. Il tempo di vita di una centrale nucleare.