Ersida Çuka: ”Io, la prima giovane neolaureata albanese, partita come volontaria in Portogallo nell’ambito delle attività dell’associazione di volontariato AIESEC ALBANIA, oggi Presidente Locale dell’Università Europea di Tirana presso quest’ associazione”.
Conobbi Ersida casualmente pochi anni fa, tramite amici comuni, in un momento particolare, in cui mi servivano delle ulteriori informazioni – oltre a quelle in mio possedimento – su alcuni monumenti e castelli della nostra terra, l’ Albania.
Ho notato un’immediata disponibilità da parte sua a scambiare opinioni in merito su questi argomenti, tanto da farmi percepire la sensazione di avere a che fare con una ragazza non solo molto studiosa, ma anche volenterosa a comunicare ed a trasmettere agli altri le sue conoscenze, in un ambito che tra l’altro l’appassiona, le appartiene: la storia.
Infatti Ersida, fresca di studi, essendosi laureata da poco all’Università di Tirana, presso la Facoltà di Storia, con un Master recente in “Relazioni Internazionali”, per me in quel momento, è risultata un’ottima consulente, anche per un altro fattore importante: per quello che, nonostante la buona volontà da parte mia di riguardare luoghi e monumenti importanti del nostro paese, l’Albania – a parte la necessità di approfondimenti – vivendone ormai a distanza da anni, il supporto di una guida esperta del posto, non può che risultare sempre molto prezioso.
Ma, il vero motivo per cui ho gradito di dare spazio a Ersida sul nostro giornale è un altro:
si tratta di rendere possibile anche ai nostri lettori, la conoscenza della prima giovane neolaureata albanese, partita per il Portogallo per un’esperienza di volontariato internazionale, nel quadro delle iniziative organizzate da un’associazione – nel mondo, presente da tanti anni, ma in Albania, attiva soltanto dal 11 maggio 2012 – e del suo impegno nel campo del volontariato internazionale per AIESEC ALBANIA, come primo membro dell’associazione per l’Albania, suoi fondatori a parte.
Infatti Ersida, oggi – al rientro dalla sua esperienza come studentessa volontaria in Portogallo – a Tirana ricopre il ruolo del Presidente Locale dell’Università Europea di Tirana per l’AIESEC ALBANIA.
Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero. – cita Gandhi.
Infatti, attraverso il volontariato, – specialmente quello internazionale – i giovani che escono dagli ambienti delle facoltà, con un bagaglio culturale teorico – ma affermando pure, senza esperienza pratica – penso che abbiano l’opportunità di approfondire la conoscenza di se stessi in primo luogo, di mettersi alla prova per affrontare varie sfide della vita e professionali, vedendo le cose da un punto di vista che risulterebbe sicuramente diverso da quello che forse avevano prima di poter effettuare quest’esperienza.
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Per chi non ne fosse a conoscenza, l’AIESEC, in francese ( Association Internationale des Etudiants en Sciences Economiques et Commerciales) – ( Associazione Internazionale degli Studenti di Scienze Economiche e Commerciali) è un’associazione nata per promuovere gli scambi culturali. È nata nel 1948 in Belgio, da studenti appartenenti alla facoltà di economia, ma oggi appartengono a questo network, studenti provenienti da diverse facoltà. E’ completamente indipendente, apolitica, senza scopo di lucro ed è la piattaforma internazionale per gli studenti che vogliono ottenere un impatto positivo sulla società, arricchendo se stessi e potenziando le proprie abilità di leadership, dando vita ad un percorso formativo parallelo a quello universitario.
In Italia, l’AIESEC è nata nel 1952, ma entrata ufficialmente nel network internazionale di AIESEC nel 1954.
In Albania, l’AIESEC è nata l’11 maggio 2012.
Del fatto che l’AIESEC operasse in tutto il mondo, ne ero a conoscenza ma, nel momento in cui venni a sapere del suo operato di volontariato anche in Albania – questa cosa mi incuriosì, in quanto per l’Albania, questa è una novità recente – cercai di ottenere delle informazioni in merito e chi mi poteva rispondere meglio di Ersida?
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Buongiorno Ersida, benvenuta. Perché fare volontariato internazionale? Come sei venuta a conoscenza dell’ AIESEC ALBANIA e com’ è nata in te l’idea di provare questa nuova esperienza?
Dell’ AIESEC nel mondo, venni a conoscenza nel 2010, casualmente, mentre un mio cugino era già diventato membro in Turchia dell’omonima associazione operante in quel paese. Da allora iniziai a cercare informazioni su una cosa simile anche per l’Albania, ma allora nel nostro paese questo non esisteva. Un giorno, effettuando delle ricerche su internet, vidi un’informazione inerente alla presentazione di quest’associazione – per la prima volta in Albania – presso la Facoltà di Economia a Tirana. Correva il mese di maggio 2012.
Vi andai correndo, per me era come sogno che diventava realtà, che un’associazione la quale aveva formato migliaia di leader mondiali e che aveva contribuito così tanto nel miglioramento della società, arrivava anche in Albania! Da soli pochi mesi avevo terminato gli studi per un Master in “Relazioni Internazionali” e mi sentivo formata come storica negli studi di base, ero alla ricerca di opportunità per poter esprimere le mie conoscenze, alla ricerca proprio del volontariato e il denaro non costituiva nessuna importanza per me. In questo modo applicai per diventare membro dell’ AIESEC ALBANIA ed allo stesso tempo, per poter effettuare uno stage di volontariato internazionale, che quest’ associazione offriva in tutto il mondo.
Tu sei il primo membro dell’AIESEC ALBANIA che parte all’estero per uno stage volontario internazionale.
Esatto, io sono proprio il primo membro per l’Albania che parte all’estero per conto di quest’associazione. Dalla sua fondazione in Albania l’11 maggio 2012, io sono stata la prima a partire all’estero per lo stage volontario e dopo di me, questo fu possibile anche per altri studenti albanesi. Nel mio caso, come si suol dire, io ho contribuito ‘ a rompere il ghiaccio ’ per prima con questa esperienza, che ha aperto la strada in seguito ad altri miei coetanei connazionali.
Perché tu scegliesti – essendo facoltativa per voi la scelta del paese straniero per lo stage – proprio il Portogallo?
Scelsi il Portogallo, in quanto il progetto che questo paese offriva “Rendete possibile”, mi si addiceva molto. Trattava molti problemi attuali internazionali che saranno al centro della proiezione dell’interessamento dell’ONU fino al 2015. Erano dei temi globali che io avevo studiato dettagliatamente negli anni degli studi.
Quanto ha contribuito quest’ esperienza nella tua crescita personale e professionale?
Nel momento in cui iniziai a fare parte dell’AIESEC, io non ero a conoscenza delle mie vere potenzialità – in quanto appena laureata – possedevo delle conoscenze teoriche, ma non pratiche. Ero timida e riservata nell’esprimermi, in questo modo l’AIESEC mise al primo piano le mie capacità, aiutandomi a svilupparle. Ora mi sento più arricchita e cresciuta come persona e ho potenziato le mie conoscenze.
Quanto ti ha cambiato dentro il volontariato? La conoscenza di culture diverse, quanto è importante per un giovane?
I giorni dello stage furono faticosi e impegnativi, intensivi ma, allo stesso tempo, i giorni più belli della mia vita. Ho avuto l’opportunità di conoscere culture da tutto il mondo e persone meravigliose, condividere opinioni, confrontarmi e spezzare dei pregiudizi che, a volte noi, creiamo su stereotipi di gente proveniente da vari posti del mondo. I migliori legami di amicizia che ho creato, sono stati quelli con dei giovani provenienti proprio da paesi che precedentemente – forse senza volere e senza avere conoscenze approfondite su di essi – non giudicavo a dovere. Lì mi resi conto che i giovani sono uguali dappertutto, che hanno la stessa passione ed amore per fare delle cose nuove, hanno idee meravigliose e queste idee – una volta messe insieme – porterebbero dei cambiamenti molto positivi nella società. Quei giorni in Portogallo, l’esperienza dell’AIESEC cambiò la mia visione di guardare vari aspetti della vita.
Lavorare con alunni delle scuole in Portogallo, comunicando con loro in lingua inglese, che sensazioni ti ha trasmesso?
Sì, il progetto AIESEC PORTOGALLO dove partecipai, ebbe inizio il 6 ottobre 2012 con la durata di 6 settimane. Eravamo 42 partecipanti, da 22 paesi del mondo, cosa che per me, costituì una particolare soddisfazione e responsabilità, in quanto ero l’unica a rappresentare il mio paese, l’Albania in questa importante iniziativa.
Dopo avere terminato lo stage, ci dividemmo in squadre ed andammo a lavorare in varie città del Portogallo. Io fui fortunata ad ottenere il posto a Coimbra, una delle città con Università tra le più vecchie al mondo. Nella mia squadra eravamo 6 studenti e la ragazza con cui condividevo la stessa camera, era una ragazza brasiliana, mentre il mio collega del lavoro, un ragazzo italiano.
Il mio lavoro era volontario e consisteva nell’insegnamento ai ragazzi delle scuole di “Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’ONU”. Al centro dei nostri insegnamenti erano temi come: sradicare la povertà estrema e la fame, abbassare il tasso di mortalità infantile, trovare i mezzi per incentivare l’insegnamento obbligatorio elementare nei paesi poveri, la lotta contro l’aids e la malaria, la parità dei sessi ed i diritti delle donne, la consapevolezza dell’importanza degli scambi culturali nel mondo. Lavorammo in scuole superiori e spiegammo agli alunni vari argomenti che preoccupano il mondo.
Allo stesso tempo, dovevamo essere molto attenti a trasmettere loro un messaggio positivo ed instaurare un buon impatto. Insomma, un’esperienza che ci offrì tanta soddisfazione, ma veniva richiesta grande responsabilità da parte nostra. Devo sottolineare anche l’importanza della conoscenza da parte nostra della lingua inglese. Le lezioni – tra l’altro – dovevamo trovare il giusto modo per svolgerli, ricorrendo anche ad illustrazioni, giochi e proiezioni di vari video, dunque non essendo degli insegnanti standard.
La conoscenza di ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo – condividendo quest’ esperienza – penso sia un arricchimento per ognuno. Lo consiglieresti ai giovani ciò che tu stessa hai provato in questa ‘missione’?
Posso dire che per la mia esperienza personale, questo lo consiglierei a tutti i giovani studenti albanesi, in quanto – i giorni del lavoro in Portogallo – io mi sono sentita molto apprezzata dagli alunni delle scuole, dai loro professori e dirigenti d’istituto, ho trovato aiuto da loro e ospitalità. Non mi aspettavo sinceramente tutto ciò. Noi tutti, abbiamo contribuito nel nostro piccolo,a riportare in Portogallo qualcosa di positivo.
Oltre ai temi globali trattati, una delle sessioni del nostro lavoro, consisteva anche nel fatto di rappresentare il tuo proprio paese d’origine, con la sua storia, geografia e cultura. Qui ho avuto modo di raccontare agli alunni dell’Albania, cose meravigliose. Un’altra attività fu quella del “Villaggio Globale”, in cui ognuno di noi presentò specialità culinarie ed oggetti tipici del proprio paese. Poi, il fine settimana, con gli altri ragazzi partecipanti, visitammo varie città, musei, monumenti, castelli..

Il volontariato internazionale, per me è stato come una scuola a parte e la soddisfazione maggiore che si ottiene, consiste nel ricevere dei ringraziamenti dalle persone con cui hai lavorato. Ogni giovane – a cui io lo consiglio come esperienza – dovrebbe provare ad effettuarlo nel campo di sua competenza, e di sicuro, coloro che aspirano ad un futuro da leadership, avendo vissuto e praticato il volontariato, incontreranno meno fatica nella ricerca delle varie soluzioni.
Adesso tu sei passata dalla posizione della giovane che ha provato l’esperienza del volontariato internazionale in prima persona, a quella che si assume la responsabilità di organizzare e dirigere questo operato a Tirana, presso l’AIESEC ALBANIA, per altri giovani albanesi.
Cosa significa per te questo?
Al ritorno dal Portogallo, sono tornata ad essere un semplice membro dell’associazione AIESEC ALBANIA e pian piano sono riuscita a candidarmi per il posto del vice Presidente per gli scambi con l’estero. Questo, in quanto la mia intenzione era quella di creare ad altri giovani studenti albanesi, le stesse opportunità che in precedenza erano state offerte a me. Ottenni questo posto e il mio contratto durava 6 mesi. Durante il periodo in cui ho ricoperto questo ruolo sono riuscita a mandare 5 studenti albanesi all’estero per quest’esperienza volontaria.
Ma, una volta scaduto il termine del mio incarico di vice presidente, non volevo accettare il fatto che la mia carriera nei rapporti con quest’ associazione terminasse qui e sono riuscita ad applicare, questa volta per il posto del Presidente Locale e lo ottenni di nuovo. Questo ruolo lo ricopro da 3 mesi, “Presidente Locale dell’Università Europea di Tirana”, che allo stesso tempo, è volontario e con un termine di 6 mesi. Il mio termine scadrà a dicembre e qualcun altro prenderà il mio posto a vivere quest’esperienza e offrendo l’opportunità un po’ a tutti gli interessati.
Quali sono gli obiettivi dell’associazione per l’Albania?
Per l’Albania, gli obiettivi dell’associazione – oltre a quello di mandare i propri studenti albanesi all’estero – consistono anche nel far arrivare degli studenti stranieri in Albania, che con le loro conoscenze ed esperienze, stanno contribuendo in varie scuole albanesi. Contemporaneamente, offriamo l’opportunità ai giovani laureati che i membri dell’associazione ottenessero dei posti da leadership, per fare in modo che in un futuro loro diventassero dirigenti dignitosi del nostro paese.
Fin’ora abbiamo parlato di ‘volontariato internazionale’, ma in Albania, tu pensi ci sia spazio da praticare all’interno del suo territorio del volontariato, dunque a livello nazionale?
Sicuramente sì! Potrei aggiungere che la nostra cara Albania, necessita più di qualsiasi altro paese in Europa di volontariato, in quanto c’è sempre stata una carenza per quanto riguarda questo tipo di attività.
Infatti, l’obiettivo dell’AIESEC ALBANIA è anche quello di sviluppare progetti di volontariato all’interno del paese, inserendo anche dei volontari stranieri, e per questo abbiamo istituito anche il dipartimento ‘incoming’.
Dopo avere concluso alcuni progetti con successo, attualmente stiamo lavorando su un progetto indirizzato ai bambini poveri ed orfani di Tirana che si chiama “ Dai una mano”, dove gli stranieri arrivati in Albania si offrono a insegnare loro la lingua inglese, e non solo: prendersi cura di questi bambini ed istruirli in vari ambiti. Per questo, degli studenti stranieri, stiamo scegliendo coloro con conoscenze in scienze sociali, medicina e pedagogia.
Un altro progetto è quello di “ Conosci gli europei”,dove gli studenti stranieri in Albania insegneranno agli allievi delle nostre scuole i valori dell’UE e varie culture europee.