Einstein diceva: “follia è fare la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”. Così si è espresso il responsabile del Fondo Monetario Internazionale per l’Albania, Gerwin Bell, in un’intervista all’emittente televisiva “Voice of America”, intendendo con ciò inviare un messaggio al governo albanese affinché venga scongiurato il rischio di trovarsi nella stessa situazione dialtri Paesi europei soffocati dal debito pubblico.
La reazione dell’FMI, giunta in seguito alla presentazione al Parlamento di una bozza della legge finanziaria 2012, si riferisce all’assenza di un provvedimento serio per ridurre il debito pubblico, che anzi aumenta ulteriormente. Questa finanziaria è fortemente criticata anche dall’opposizione, che le imputa di sottovalutare la crisi economica e quindi il pericolo derivante dal debito pubblico albanese.
Il tanto elogiato miracolo di crescita economica albanese pur a fronte della recessione globale, rischia di entrare nei meandri della recessione in cui sono già entrati altri Paesi europei a causadi un debito che ha raggiunto ormai il 60% del PIL, cresciuto del 5% in soli 6 mesi (da dicembre 2010 a giugno del 2011), e che secondo il monito dell’FMI sarebbe insostenibile per un Paese delle dimensioni dell’Albania. Secondo i consiglieri dell’FMI, la legge finanziaria per il 2012 è troppo ottimista: non prende in considerazione i possibili rischi derivanti dall’aggravarsi della crisi finanziaria internazionale, ma con una certa leggerezza afferma che la maggiore crescita economica ridurrà il debito pubblico albanese nei prossimi anni. Se invece si verificasse la condizione peggiore, quella immaginata dall’FMI, vale a dire una crescita incerta, allora la situazione del debito pubblico, e con essa l’economia albanese, si troverebbero in grave pericolo.
Infatti lo Stato – come fa anche una persona fisica- prende a prestito da altri soggetti (individui, imprese, banche o Stati) sottoscrivendo obbligazioni o titoli di stato (quali BOT, BTP, etc.), soldi destinati alle spese finanziarie, ai nuovi investimenti e a coprire l’eventuale deficit di bilancio. Queste azioni compongono il “debito pubblico”, sostanzialmente utile per l’avanzo economico del Paese e per stimolare la crescita, a patto che se ne faccia un uso adeguato e produttivo. Altrimenti il debito può uscire dalle capacità di controllo dei governi per aumenti eccessivi dei costi e dei tassi d’interesse, spesso senza corrispettive entrate sufficienti a saldarlo, e portare così all’insolvenza o fallimento dello Stato, come oggi sta accadendo ad alcuni Stati europei.
Quale debito, dunque? E a che prezzo?
La crescita miracolosa dell’Albania è scesa al 2,5% nel 2011 a causa della crisi internazionale, ed è di conseguenza aumentata la percentuale di debito pubblico sul PIL. In termini di debito pubblico, l’Albania è al 24° posto a livello mondiale. Il suo debito è il più alto dei Balcani occidentali e dell’Europa centrale: più del 60%, contro una media di circa 43% sui PIL nazionali.
Le statistiche ufficiali del Ministero delle Finanze indicano 5 miliardi di euro (710 miliardi di lek) di debito per il 2010, che alla fine del 2011 dovrebbero raggiungere i circa 5,8 miliardi di euro (800 miliardi di lek), mentre il Prodotto Interno Lordo nel 2010 è arrivato al 8,7 miliardi di euro. Ciò significa che il governo albanese spendemolto più della metà di quanto produce il PIL nazionale. L’INSTAT calcola circa 2000 dollari di debito a testa per ogni albanese (INSTAT 01/01/2011, sulla popolazione di 3.194.972 abitanti). Trovarne il costo è ancora più tortuoso che capirne l’esistenza. Questo dipende dalla composizione di debito interno ed estero, che nel caso albanese si divide per circa il 57% in interno e il 43% in debito estero. Nel complesso il tasso di interesse sul debito può andare dal 4% al 10%, se non ancora oltre, in caso di indebitamento conbanche private e per somme particolari.
Chiaramente una percentuale maggiore di debito interno (57%) dà più stabilità e sostenibilità a livello economico, soprattutto perché non causa dislivelli al valore della moneta. La complicazione è che esso è strutturato con strumenti di pagamento a breve termine per il 58%, da liquidare all’incirca ogni anno, e solo il 42% è a lungo termine, da pagare ogni 2-3 o più anni. Per dare maggiore respiro alle tasche dello Stato, che diversamente si trova a dover contrarre di nuovo debiti solo per pagare i vecchi, i debiti dovrebbero essere strutturati a lungo termine.
Il problema maggiore è il debito estero, che può creare problemi di insolvenza (vedi Grecia). Il debito estero dello Stato albanese alla fine di agosto 2010 era di circa 2,5 miliardi di euro, somma che include tutti gli obblighi che lo Stato ha verso le banche straniere, istituti di sviluppo e gli altri Paesi. Alcuni dati indicano 800 milioni di debito sparsi in 25 Stati nel mondo, tra cui l’Italia, la Germania e l’Austria come capofila, ma anche altri Paesi come il Giappone, la Cina e la Corea del Sud o il Kuwait.Un altro problema da non sottovalutare sono le agenzie di rating, che com’è noto sono avverse all’incertezza sulla capacità di pagare il proprio debito, al basso grado di maturità istituzionale, e a insufficienti valutazioni di responsabilità politica. Non a caso l’agenzia di rating Moody’s ha valutato il debito albanese come spazzatura, con un giudizio rimasto fisso da anni a valore B+, che equivale a dire“necessità di monitoraggio continuo”. È questo il nostro tallone d’Achille.
Nel caso albanese le cifre di per sé non sono preoccupanti. È invece preoccupante il rallentamento della crescita economica (prevista dall’FMI intorno al 3.5% di crescita sul PIL per il 2012), a cui s’aggiunge un contesto di crescita regionale peggiore (la Serbia al 2%, la Croazia al 0.8% del Pil, la Macedonia al 3%, Montenegro al 2%, mentre la Bosnia 2.2%, per non parlare della situazione greca e italiana). Solo il Kosovo è cresciuto al 5.3% durante il 2011.
Altre problematiche interne ed estere come la crisi energetica, la lenta crescita del credito, l’estesa economia sommersa, l’alto tasso di disoccupazione e un mercato del lavoro in via di regolamentazione, l’instabilità politica, la stretta base di esportazioni e l’alta condivisione del debito pubblico a breve termine, il ribasso dell’entrata delle rimesse da parte degli emigrati, racchiudono un quadro che al momento fa venire i brividi al Fondo Monetario internazionale.
Inoltre, il rischio particolare per l’Albania, è l’eccessiva esposizione alle minacce dell’economia greca e italiana, che sono anche le sue maggiore partner commerciali, e da cui proviene la maggior parte delle rimesse degli emigrati. “Se aggiunte al rallentamento dell’attività economica e al momento difficile per i mercati finanziari nel suo insieme, indipendentemente dai risultati economici albanesi, le ricadute anche sull’Albania sono preoccupanti” – conclude Gerwin Bell. Occorrono soluzioni da prendere al volo.
Ciò che si richiede all’Albania sono azioni durature per garantire la sostenibilità fiscale, la stabilità finanziaria e migliorare l’ambiente di investimento. Senza dimenticare di rinunciare alle polemiche che continuano a minacciare il consenso necessario per le riforme, e le misure necessarie al progredire della candidatura all’Unione Europea.
Tecnicamente l’FMI consiglia all’economia albanese di cambiare tipologia di indebitamento da debito per consumo a debiti per investimenti, concentrarsi sull’aumento delle capacità produttive del Paese, sostituire le importazioni con le esportazioni, aumentare le entrate (con riferimento alla tassa sul reddito attualmente al 10%, da incrementare al 12-15%), e infine diminuire la spesa pubblica.
Nei prossimi giorni dovrà essere approvata la legge finanziaria per il 2012. In quel momento capiremo se l’Albania, avendo a cuore anche la salvezza nazionale, seguirà i consigli internazionali da brava pupilla quale è stata negli ultimi anni e prenderà atto delle lezioni passate, oppure continuerà a compiere azioni pericolose e imboscarsi su strade tortuose simili a quelle che hanno portato l’Italia e la Grecia vicino al baratro. Se la storia e Albert Einstein insegnano qualcosa, questo è forse il momento di as
coltarli.
*PBB për 2010 është vlerësim i FMN*Për 2010, të dhënat e borxhit janë deri në tremujorin e tretë të 2010Burimi: Banka e Shqipërisë, Ministria e FinancaveKomentet dhe Analiza: ODAhttps://ndiqparate.al/