Quello delle pensioni è un argomento tanto importante per gli albanesi d’Italia quanto sconosciuto alla vastità dell’opinione pubblica italiana. Da ieri, 5 settembre, una petizione pubblica sta provando a innescare quella catena di sensibilizzazione anche tra gli italiani, essenziale perché la situazione si sblocchi.
I fatti
“L’Italia ha stipulato convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale con diversi Stati esteri (dall’Argentina al Canada e Quebec, Tunisia, Israele, Turchia, Repubblica di Bosnia-Erzegovina, Repubblica di Macedonia, Repubblica di Serbia e Vojvodina). Queste convenzioni sono state stipulate per assicurare, alla persona che si reca in uno Stato estero per svolgere un’attività lavorativa, gli stessi benefici previsti dalla legislazione del Paese estero nei confronti dei propri cittadini, tra cui la Pensione”, leggiamo nella petizione online, che continua:
“Tra le convenzioni manca purtroppo quella con l’Albania. In Italia la comunità albanese è ben integrata e parte del tessuto sociale e produttivo. Essa oggi conta più di 430.000 persone, di cui oltre il 70% ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. I cittadini albanesi stanno costruendo in Italia il proprio futuro e quello dei propri figli, lavorando qui da quasi 30 anni, soprattutto in edilizia e in agricoltura. Ad oggi però una fetta crescente di lavoratori soffre il fatto che tra Italia e Albania non esiste alcuna convenzione per il riconoscimento dei contributi pensionistici. I lavoratori albanesi in Italia in età pensionabile o vicini ad essa hanno versato contributi sia in Albania (prima di emigrare) che in Italia. La mancanza di un accordo tra i due Stati non permette loro di arrivare alla pensione né nel paese di partenza né in quello di arrivo, penalizzando così la fascia di popolazione che più si è sacrificata per quella integrazione che permette oggi ai giovani italo-albanesi di essere così ben inseriti in Italia.
Inoltre negli ultimi anni sono diventati migliaia e sono in aumento i lavoratori dipendenti italiani in Albania, che si trovano di fronte alla stessa mancanza di accordo. Le autorità albanesi hanno dato massima disponibilità per arrivare a una convenzione. Un atto politico significativo è stato quello del Senatore Tommaso Nannicini, che con un ODG del febbraio 2019 ha impegnato il precedente Governo all’attivazione di una Convenzione bilaterale con l’Albania”.
La petizione
Proprio nella data di giuramento del Governo PD-M5S guidato la Giuseppe Conte è stata lanciata anche questa petizione. Essa si rivolge in primis al Primo Ministro e a seguire ai Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Lavoro e Politiche Sociali, chiedendo “che venga negoziata e approvata in tempi rapidi la Convenzione Italia-Albania al fine di garantire ai lavoratori che ne sono privi – di entrambi i paesi – il giusto riconoscimento di un diritto fondamentale: la pensione”.
L’impegno necessario degli albanesi d’Italia
L’iniziativa della petizione arriva dopo anni in cui gli italo-albanesi hanno in vari modi provato a far conoscere questo problema e hanno provato a sensibilizzare le istituzioni del proprio paese d’origine e dell’Italia in merito ad esso. Le associazioni e molti individui, tra cui una parte dei pensionati toccati direttamente, hanno organizzato conferenze e messo in atto proteste. Ora questa petizione – lanciata da Geri Ballo , italo-albanese da anni attiva sui temi che stanno a cuore alla nostra comunità in Italia – ha raccolto in meno di 24 ore più di 500 firme. La sfida è quella di adottare, ognuno di noi, la petizione, diffonderla e spiegarne l’importanza. Anche Albania News farà la sua parte.