La piccola penisola, costituita dalla catena collinosa del Muzli (Mali Muzhllit), si allunga al mare Adriatico con la sua punta di Capo Rodoni (in albanese “Kepi i Rodonit”) e rappresenta il rilievo più cospicuo della costa albanese.
Rodon nella mitologia Illirica era il Dio del mare, visto che la cultura di quel popolo era fortemente legata all’arte della navigazione e fu così nominato appunto per onorare il Dio del mare.
Il Capo è molto interessante ed è circondato dalle falese d’altezza circa 25 m.
Nelle mappe dell’Ottocento veniva indicato come Capo Skanderbeg perché proprio questa penisola evoca, per associazione immediata, il periodo in cui essa fu teatro delle azioni di difesa di Skanderbeg contro le ripetute spedizioni turche.
Sulla punta del Capo di Rodoni ci sono ancora i resti di un castello fatto costruire proprio da Skanderbeg, a difesa della costa e del territorio.
Dal Capo infatti si poteva vedere Kruje. La penisola è stata nel corso dei secoli una delle aree più remote dell’intera Albania. Nessun centro rilevane, ma solo villaggi sparsi, nove dei quali formano il comune di Ishem. La penisola montuosa presenta un paesaggio e un ambiente di grande interesse e grande suggestione. Si arriva prendendo la strada automobilistica Durazzo o Tirana – Manza – Ishmi – Drac – Capo Rodoni.
Capo Rodoni su Lonely Planet Albania
Nel maggio 2019 è uscita la prima guida di Lonely Planet sull’Albania, la celebre guida per viaggiatori diffusa in tutto il mondo. Era uno dei progetti che aspettavamo da tempo e che porta la firma di Luigi Farrauto e Piero Pasini.
Diviso in capitoli che copre tutto il Paese delle Aquile, nel quarto capitolo della guida Lonely Planet Albania, dedicato a Durazzo e la costa adriatica, potete trovare anche il Capo Rodoni (Kepi i Rodonit)
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