{"id":23480,"date":"2018-03-12T15:36:37","date_gmt":"2018-03-12T14:36:37","guid":{"rendered":"https:\/\/www.albanianews.al\/?p=23480"},"modified":"2023-01-17T16:07:46","modified_gmt":"2023-01-17T15:07:46","slug":"martin-camaj","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.albanianews.al\/cultura\/letteratura\/martin-camaj","title":{"rendered":"Martin Camaj – Un albero d’ulivo senza foglie, ma pieno di frutti neri ad ogni ramo"},"content":{"rendered":"

Il 12 marzo del 1992 all\u2019et\u00e0 di 66 anni scompare Martin Camaj, una figura poliedrica, una colonna della storia della lingua e letteratura albanese.<\/strong><\/p>\n

Camaj \u00e8 una delle figure pi\u00f9 note nel campo di albanologia e un grande scrittore. Nasce a Temal di Dushman a Dukagjin il 21 luglio 1927.<\/p>\n

Le\u00a0sue origini appartengono a una famiglia povera.\u00a0All’et\u00e0 di 7 anni viene mandato a studiare\u00a0al Collegio Saveriano a Scutari (Shkod\u00ebr), dove riceve una educazione classica.<\/p>\n

Al seguito, sempre a Scutari,\u00a0frequenta il Collegio dei francescani e di Gesuiti. Camaj fonda la scuola della lingua albanese a Prekal, (un piccolo villaggio), dove svolge il ruolo dell’insegnante solo per un anno, 1947.<\/p>\n

Anti comunista, partecipa nella resistenza contro i partigiani e dopo la fine della seconda guerra mondiale, \u00e8 costretto di allontanarsi dall’Albania accompagnato da Padre Daniel Gje\u00e7aj in Jugoslavia. A Beograd studia il romanticismo, la lingua slava, l’albanologia e letteratura albanese popolare ( 1949-1955).<\/p>\n

Nell’estate del 1956 si allontana\u00a0trasferendosi in Italia per proseguire gli studi post universitari. La sua tesi viene dedicata a Gjon Buzuku<\/strong> (Vescovo cattolico albanese, autore del pi\u00f9 antico documento stampato in lingua albanese, nel lontano 1555, “Messale Romano, stampato forse a Venezia).<\/p>\n

\"Messale
Nel presente studio Martin Camaj conduce un\u2019approfondita analisi linguistica del \u201cMessale\u201d di Gjon Buzuku (Ljare, 1499 \u2013 Venezia, 1577), vescovo cattolico albanese, autore del pi\u00f9 antico testo a stampa in lingua albanese: la traduzione del Messale Romano pubblicata a Venezia intorno al 1555.
L\u2019autore, nei quattro capitoli che compongono il saggio, esamina l\u2019ortografia, alcuni aspetti fonetici e morfologici e gli influssi stranieri nella lingua del Messale. Completano il volume Tre canti popolari di Triepshi, la Bibliografia e il Registro dei vocaboli.<\/figcaption><\/figure>\n

Inizia a lavorare nella cattedra della lingua albanese all’Universit\u00e0 di Sapienza a Roma. \u00c8 capo redattore della rivista “Sh\u00eajzat” (Le pleiadi), fondato da Ernest Koliqi, un\u2019altra figura importante per le lettere albanesi (scrittore e poeta albanese, nonch\u00e9 Ministro della Pubblica Istruzione in Albania dal 1939 al 1942).<\/p>\n

\"Rivista
Rivista “Sh\u00eajzat” (Le pleiadi), fondato da Ernest Koliqi<\/figcaption><\/figure>\n

A gennaio del 1960 si sposta a Monaco in Germania grazia ad uno scambio accademico. Diventa lettore presso l’Universit\u00e0 di “Ludwig Maximilian” e nel 1964 diventa Privatdozent. Insegna per 30 anni in questa Universit\u00e0.<\/p>\n

La sua attivit\u00e0 come scrittore e ricercatore, viene svolta in immigrazione e contiene studi nel campo storico, etnologico, linguistico e letterario. Solo i due primi volumi di poesie si pubblicano in Kosovo e non in Albania.<\/p>\n

Camaj come scrittore si \u00e8 cimentato in tutte le forme e generi letterari, sperimentando incroci e innesti nella prosa poetica, testi di dramma) cosi anche a battezzare generi letterari che non avevano in precedenza una tradizione (madrigale, palimpsesto, parabola).<\/p>\n

In 35 anni Martin Camaj lavora cercando se stesso, parte delle sue origini come famiglia e come nazione, come lo contiene il termine in latino individuum ( = in dividuum). La ricerca della patria mancante, del villaggio in cui \u00e8 nato e che non pu\u00f2 vederli, lo perseguitano\u00a0come una maledizione. La terra madre che manca a lui si trasforma in arte. Diventa una condizione dell’anima per lo scrittore.<\/p>\n

Nella poesia, i suoi versi hanno l’influenza ermetica del poeta italiano Ungaretti. La sua arte non passa inosservata dalla critica straniera.<\/p>\n

Le poesie vengono tradotte in inglese da Leonard Fox e pubblicate a ” Selected Poetry” a New York il 1990 e a ” Palimpest” a Monaco nel 1991.<\/p>\n

Anche in Italia le sue poesie vengono raccolte in una pubblicazione intitolato” L’Uomo solo e con altri”, nel 1985.<\/p>\n

Pubblica opere per l’insegnamento della lingua albanese, grammatica albanese e tanti studi sulla poesia popolare, legende e sulla lirica, e tanti racconti, novelle e romanzi.<\/p>\n

Camaj dal sistema totalitario di Enver Hoxha era considerato come un nemico del popolo e la sua opera prende luce solo dopo la caduta del comunismo, dopo il 1992 che coincide con la sua morte.<\/p>\n

\"Ernest<\/p>\n

Dal Presidente della Repubblica albanese, \u00e8 stato insignito del titolo “scrittore eminente della nazione<\/em>“.<\/p>\n

Il suo prezioso contributo viene raccolto in 10 opere e arricchisce finalmente la storia della lingua e letteratura albanese.<\/p>\n

Ismail Kadare<\/strong> lo descrive come un grande scrittore, parte dei grandi scrittori albanesi che stanno nel panteon delle lettere albanesi entrando sicuro dal grande portone come un angelo che ha servito alla sua nazione con la devozione per tutta la vita.<\/em><\/p>\n

Selezioniamo due delle sue poesie nella traduzione di Astrit Cani<\/strong><\/em><\/p>\n

C’\u00e8 una vecchia citt\u00e0<\/h3>\n

– Palermo 1968<\/strong><\/p>\n

C’\u00e8 una vecchia citt\u00e0 sorta presto
\nsui meandri delle rocce
\ne non ha del mare il sentore
\nHa occhi stanchi, rivolti
\nin basso
\nbruciati dal sole disciolto
\nin acque salmastre come sangue.<\/p>\n

C’\u00e8 questa vecchia citt\u00e0
\ncondita di palmizi nuovi al cielo
\ne un brusio di umane voci
\nsenza eco, ai quattro venti, cordoglio
\nprolungato dacch\u00e9 \u00e8 sorta
\na oggi<\/p>\n

Due generazioni<\/h3>\n

Mio padre era
\nuomo di triste figura
\nalbero d’ulivo senza foglie
\nma con frutti neri ad ogni ramo.<\/p>\n

Il suo verbo riecheggiava in noi
\nfragorosamente
\nquasi fosse l’ululato di un lupo
\nfamelico solo tra rocce.<\/p>\n

Mio fratello ebbe
\na prendere il suo posto
\n– vento baio all’orizzonte.<\/p>\n

Soffia al fuoco in autunno
\na pieni polmoni
\ne ogni scintilla gli d\u00e0 figlio maschio<\/p>\n

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