“Sai Arbër, a pochi km da qui, da Perugia, c’è una statua di Scanderbeg”, mi disse Francesca, una ragazza arbëreshe di Pallagorio (Puhëriu) nel crotonese, che avevo conosciuto casualmente in un locale perugino e che a Perugia si era trasferita per proseguire i suoi studi.
Ovviamente non me lo feci ripetere due volte ed appena ebbi l’occasione salì in macchina e mi diressi a Deruta, precisamente a Castellone, circa 20 km dal capoluogo umbro.
Dovevo assolutamente vedere quella statua dell’eroe nazionale albanese.
Non ero riuscito a trovare molte informazioni, a dire il vero non ne avevo mai sentito parlare ed ero molto sorpreso da questa notizia.
Dopo esser giunto a destinazione entrai nel castello di Castellone, bellissimo.
La statua era stata spostata dalla torre longobarda, dove si trovava, al parco adiacente il castello.
Mi avvicinai.
Era enorme, una statua segnata dagli agenti atmosferici con i quali si era scontrata negli anni in cui imponente giaceva sopra la torre longobarda circondata dai cannoni.
Non era il solito Scanderbeg, anzi, non gli assomigliava per niente.
Dicono che Giorgio Castriota sia passato da queste parti ed abbia fatto tappa proprio qui, a Castellone.
Dicono che si fermò per richiamare alle armi il popolo perugino contro i turchi ottomani.
Osservo attentamente la statua e noto che non ha niente che possa collegarla a Scanderbeg, se non me lo avessero detto e se non lo avessi letto non avrei mai pensato che fosse rappresentato l’eroe albanese.
L’elmetto non è quello tipico, quello con le corna di capra, lo scudo non ha inciso sopra l’aquila bicipite come nelle altre statue del Castriota che si possono trovare ed ammirare in giro per l’Italia.
Sembra quasi un giannizzero turco quel guerriero a sella del suo cavallo, l’elmetto è sicuramente quello, quello tipico con lo spunzone.
Penso al ritratto di Scanderbeg, quello di Cristofano dell’Altissimo che andai a vedere e documentai dal museo degli Uffizi a Firenze qualche tempo fa, avevo avuto non poche difficoltà a trovarlo.
All’interno del museo fiorentino, il ritratto di Scanderbeg era stato inserito nell’area riservata ai sultani e ai vari personaggi del Medio Oriente.
Molto probabilmente chi ha realizzato questa statua a cavallo lo ha fatto senza conoscere il personaggio in questione, probabilmente basandosi soltanto sui racconti che si sono tramandati negli anni, gli stessi racconti che dipingevano Giorgio Castriota come un abile guerriero cresciuto alla corte del sultano e che successivamente allo stesso sultano dichiarò guerra.
L’unica spiegazione che riesco a darmi è questa, anche se l’importante è che questa traccia del passaggio in terra umbra dell’eroe albanese non si sia persa.
Una nota dolente.
Per colpa di alcuni problemi finanziari il castello di Castellone sarà (se non lo è già) messo all’asta e con il castello anche la statua finirà per essere messa all’asta.
Sarebbe bello poter far sì che quella statua rimanga lì dov’è, a raccontare questa particolare storia che lega l’Umbria all’Albania.