Sono in pochi a conoscere bene la campagna irpina, le cui alture celano anche una piccola comunità arbëresh, dal temperamento vivace nonostante il torpore del lento spopolamento, in atto lì da almeno mezzo secolo.
Il paesino di Greci, situato nella provincia irpina di Avellino, è chiamato dai suoi abitanti Katundi, in lingua arbëreshe, ed è il meno noto tra tutti i paesi italiani di antica etnia albanese e l’unico della Campania.
Un angolo di Albania in Campania
‘L’altra Campania’, programma tv dell’emittente Ottochannel , è stata a Greci per dedicare un servizio a questa piccola comunità che si tramanda da generazioni e che rischia di sparire. 700 abitanti, un’isola linguistica in cui il tempo sembra essersi fermato e una comunità fiera conserva la sua identità.
Lo fa contro il tempo che avanza, il progresso, i giovani che vanno in cerca di un futuro lontano. Lo fanno raccontandosi, sussurrandosi i segreti antichi di un popolo che arrivato in questa terra non è mai andato più via.
Greci, in arbëresh ‘Katundi’, ha una storia che parte da molto lontano: prima che arrivassero gli albanesi, Greci era un centro preesistente e molto antico. Il nome Greci compare dopo il 535, cioè in seguito alla spedizione nell’Italia meridionale (voluta da Giustiniano, imperatore di Costantinopoli) sotto il comando del generale Belisario. Evidentemente, in tale occasione, furono fondate molte colonie greche, tra cui Greci.
Il paese venne distrutto dai Saraceni nel 908 d. C. e riedificato nel 1039 (sempre col nome di Greci) dal conte Potone, per concessione del principe di Benevento Pandolfo e del figlio Landolfo. La cittadina Greci, in quel tempo, era una specie di emporio, ove si svolgeva il commercio tra Abruzzo e Puglia.
Dal XV secolo, invece, il suo territorio fu interessato da una massiccia migrazione di popolazioni albanesi provenienti dai Balcani, le quali giunte a seguito del condottiero Giorgio Castriota Scanderbeg, costruirono un nuovo borgo in una zona scarsamente popolata.
L’eroe albanese sbarcò in Italia nel 1459 per aiutare re Ferdinando I di Napoli nella lotta contro il rivale Giovanni d’Angiò. Le sue truppe contribuirono in maniera decisiva alla vittoria finale. Per questo, il re, in segno di gratitudine, permise agli esuli albanesi di restare in Italia.
Nei secoli successivi, centinaia di albanesi – a seguito dell’invasione ottomana – giunsero nelle coste pugliesi importandovi la lingua. Tra le personalità più illustri di Greci spicca Leonardo De Martino, cantore della letteratura scutarina e maestro di lingua albanese, che nacque proprio in Irpinia da una famiglia arbëreshe.
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