In occasione di Netët Korçare të Poezisë 2024, il Festival Internazionale della Poesia di Korça, gli ospiti nazionali e internazionali sono stati invitati a un’attività, in collaborazione con Albania Pen Center e la presidente Entela Kasi, presso la Sede Mondiale, Santa Sede di Tirana dei Bektashi. Una visita che permette di scoprire il mondo di una delle quattro religioni che convivono pacificamente in Albania e che, come scrive Darien Levani nel suo esaustivo articolo dedicato a questa comunità, è ancora poco nota.
Nonostante siano la principale confraternita islamica in Albania e Kosovo e ben sviluppata anche in altri paesi, i bektashi rimangono una realtà poco conosciuta e ancor meno studiata.
Per giungere sul posto, si attraversa in auto la parte periferica della città di Tirana, ritrovandosi davanti a un cancello che fa appena trasparire il prezioso mondo che si scopre di lì a breve. Una volta varcata la soglia, ci si ritrova davanti a un piazzale molto grande con un accogliente gazebo, dal quale si possono ammirare affascinanti scorci di panorama, anche se l’attenzione si catalizza, nell’immediato, sul grande edificio che si impone su tutto lo spazio: la Santa Sede.
Ad accoglierci Baba Xaxhi Dede Edmond Brahimaj, meglio noto come Baba Mondi, eletto già nel 1997 e che dal 2011 è stato posto a capo del quartier generale mondiale dei Bektashi. Baba Mondi ci racconta la storia della Santa Sede, la cui nascita risale al 1930, quando il Re Zog, rispettando la volontà del Bektashi, nomina Sali Niazi Dede loro leader mondiale. Nell’agosto dello stesso anno decide di collocare i Kryegjyshata Mondiali (la Sede Mondiale) a Melcan, nel distretto di Korca, per poi spostarla l’anno successivo a Tirana. La comunità religiosa mondiale non è statale ed è apolitica.
Dopo questo breve excursus nella storia della Santa Sede, il Baba fa qualche cenno a quella dei Bektashi e al loro credo.
Essi nascono in Albania più di otto secoli fa, quando il missionario Sar Salltik giunge sul monte Kruja, lasciando la sua testimonianza in tutta l’Albania e nei Balcani. Uno dei loro scopi principali, che è quello di educare l’uomo all’amore verso il prossimo, si realizza passando attraverso quattro porte: Sheriat (la legge della Fede), Tariqat (il sentiero mistico), Hakikat (la realtà spirituale) e Marifet (la profonda conoscenza). Le cerimonie dei Bektashi si svolgono tutte pubblicamente, tranne quelle delle consegne e delle preghiere speciali, alle quali possono partecipare solo i membri spirituali, ovvero i myhib.
La nostra permanenza prosegue con la visita al grande Museo collocato nella stessa struttura. Inaugurato a settembre 2015 come parte del centro religioso-culturale, contiene la storia di 800 anni di Bektashi. Documenti, foto e cimeli li identificano come un potente ramo del tronco della religione islamica.
Un’attenzione particolare è riservata ai fondatori, alla missione della congregazione e al contributo dei Bektashi albanesi al Movimento Nazionale. L’angolo dedicato alla memoria è situato al centro del museo, in onore dei chierici Bektashiani perseguitati nel corso dei secoli. Molto curiosa è la parte che presenta la loro gerarchia e quella riservata ai libri sacri come: Tevrati, Zeburi, Vangelo e Corano e le teche di vetro contenenti le rare reliquie dei leader mondiali.
Baba Mondi ci mostra l’Archivio che raccoglie, conserva ed elabora documenti che provano la storia del Bektashismo in Albania e nel Mondo. La maggior parte arriva dalle Istituzioni Bektashi, centrali e locali e da personalità del Bektashismo. Il primo documento risale al 1847, (Preghiere di Nasim Frakulla scritte e cantate dal derviscio Salih Tepelena). Non si tratta solo di documenti cartacei, ma anche di fotografie, nastri di immagini e suoni, dischi, microfilm. La lingua utilizzata è principalmente l’albanese, ma sono raccolti anche documenti in lingua araba, ottomana, inglese, francese e italiana.
I dati di questi documenti disegnano una lucida panoramica dell’organizzazione e della funzione della fede Bektashi nel corso degli anni, dell’attività dei leader mondiali, della convivenza interreligiosa, delle cerimonie e allo stesso tempo, forniscono dati importanti sulla storia dell’Albania.
Altrettanto interessante la visita alla Biblioteca della Sede, che ospita svariati testi di diversa natura. L’angolo riservato alla religione islamica e della comunità è costituito da libri moderni e antichi di ricercatori albanesi e stranieri, tra cui il Corano in lingua albanese e straniera, oltre ai volumi di letteratura filosofica e dottrinale, mistica e rituale, monografie per profeti e personalità religiose e tanto altro.
In questo speciale occasione, Pen ha voluto conferire a Baba Mondi il Certificato di Gratitudine PEN, per il suo contributo alla promozione del dialogo, nonché per il sostegno che ha dato alla cultura albanese in Albania, nella regione e nel mondo.
A ricevere il Premio PEN per la prosa 2024 è stato lo scrittore albanese Ahmet Prençi con il romanzo “Brenga E Prokurorit”, mentre per la poesia è stato conferito al poeta kosovaro Milazim Krasniqi, ritirato per lui dal prof. Ibrahim Berisha.
La serata è terminata con un momento di bella convivialità, in compagnia di Baba Mondi, che ha omaggiato i presenti con alcuni libri sulla storia della Santa Sede e dei Bektashi.
Visitare la Santa Sede Bektashi, per noi che nulla o poco ne sappiamo, significa scoprire qualcosa di straordinario, un mondo a sé, un posto incantevole e seducente. L’augurio che rivolgo a chiunque la visiti, è quello di liberarsi dalla visione “esotica” e di lasciarsi guidare dalla curiosità e della sete di conoscenza.