A pochi chilometri dal confine con la Grecia, abbracciata da una splendida baia sul mare, si affaccia la ridente cittadina di Saranda. In italiano è conosciuta anche con il nome di Santi Quaranta, in riferimento al vicino Monastero bizantino dedicato ai Quaranta Martiri di Sebaste.
Conosciuta nell’antichità col nome di Onchesmus, era uno dei più importanti porti dell’Epiro, grazie ai quali erano floridi i rapporti commerciali con la vicina Italia.
Meraviglie naturalistiche e, ancora una volta, archeologiche. Ecco cosa offrono i dintorni di Saranda nel giro di pochissimi chilometri.
Syri i Kaltër (L’Occhio Azzurro)
Tra le meraviglie naturalistiche che regala l’Albania del sud, l’Occhio Azzurro è quella più conosciuto al mondo. Si tratta di una sorgente naturale di acqua dolce dalla spettacolare colorazione blu, da cui prende il nome. Profondità media di 45 metri, temperatura in superficie di circa 12 gradi, il punto d’attrazione della sorgente è quello in cui l’acqua gorgoglia per risalire. È lì che il nome ‘Occhio Azzurro’ prende definitivamente forma.
Butrinto
Uno dei più importanti siti archeologici d’Albania, dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1992, ospita le rovine dell’omonima antica città e il Parco Nazionale istituito dal governo albanese.
Città della storica regione dell’Epiro, secondo Virgilio venne fondata da Eleno, figlio di re Priamo. Lo storico Dionigi di Alicarnasso scrisse che anche Enea, in fuga da Troia, passò da Butrinto.
Fondata tra 10° e 8° secolo A.C., la cittadina nacque come centro che mercanteggiava con Corfù e con le vicine tribù illiriche del nord. Divenne protettorato romano nel 228 A.C. e, nelle intenzioni, doveva diventare una città di soldati romani veterani. Quelli a poco a poco lì trasferiti la ripopolarono e la dotarono, tra le altre cose, di un acquedotto e delle terme. La città aveva già un santuario, un teatro e l’agorà.
Distrutta quasi completamente nel 3° secolo da un terremoto, un secolo dopo divenne un vescovado e i vennero eretti il battistero e la Basilica, i cui pregevoli resti si possono vedere tutt’oggi nel Parco archeologico.
Gli scavi archeologici, cominciati già durante il ventennio fascista e proseguiti, a tappe e grazie a squadre di lavoro internazionali, fino ai giorni nostri, hanno via via riportato alla luce anche altri capolavori architettonici, come la famosa ‘Porta del Leone’.
Ksamil
Se si ha voglia di mare e di tranquillità, ma si vuole meno cemento di quello che, purtroppo, si vede a Saranda, Ksamil fa al caso vostro.
Questo piccolo villaggio di pescatori ha avuto la fortuna di offrire spiagge incontaminate con acqua cristallina per una vacanza a tutto relax, infatti è più frequentata di Saranda dalle famiglie con bambini.
Tecnicamente, fa parte del Parco nazionale di Butrinto, essendone distante solo pochissimi chilometri. La sua migliore attrazione sono le cosiddette ‘Isole’, una formazione orogenica, risalente al Giurassico, di 4 isole che protendono verso lo Ionio.
L’arcipelago è più conosciuto come ‘Tre Isole’, anche dalla gente del posto. Infatti, due delle quattro isole, quelle più esterne, sono legate tra loro da una piccola lingua di terra, per cui vengono considerate come isolotto unico.
Per gli ardimentosi che hanno braccia resistenti, si può provare a nuotare fino alle isole più interne, che, in effetti, da riva potrebbe sembrare anche abbastanza vicine. Sappiate che, in realtà, l’arcipelago è raggiungibile in barca. O in pedalò, se vi va di provarci. Li affittano sulla spiaggia di fronte alle isole.
Castello di Lëkurës
Sulla collina intorno a Saranda si trova questa fortezza, nata come avamposto ottomano per poter controllare tutta la baia. Offre una vista spettacolare sulla città e i più romantici ci vanno dal tramonto in poi per vedere Saranda illuminata. Per intenderci, gran parte degli scatti fotografici della Saranda by-night che si trovano in rete sono fatti da quassù.
Eccezionalmente conservato, dichiarato nel 1970 Monumento Culturale di prim’ordine dal governo albanese, l’edificio originario era a pianta quadrata con due torri rotonde in posizione speculare. Una delle terrazze del castello ospita oggi un rinomato ristorante tipico.
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