Analizzando i nuclei di sedimenti dal letto del lago più antico d’Europa, un team internazionale di scienziati ha creato una storia climatica dettagliata del Mediterraneo centro-settentrionale che risale a 1,36 milioni di anni fa e ha rivelato il meccanismo climatico che ha guidato le piogge invernali nella regione.
I risultati dell’analisi climatica sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
Gli scienziati hanno perforato il letto del lago di Ohrid, che si trova al confine tra Albania e Macedonia settentrionale, e si pensa che sia il lago più antico d’Europa.
La perforazione ha avuto luogo in acque profonde 245 metri e ha raggiunto una profondità massima di 568 metri nel sedimento. La progressiva analisi dei sedimenti ha portato a risultati eccezionali.
I dati geochimici e la documentazione sui pollini recuperati dai fondali del lago mostrano variazioni sulla durata delle precipitazioni tipicamente invernali nella regione del centro-nord Mediterraneo.
Le simulazioni del modello climatico indicano un aumento della ciclogenesi (lo sviluppo e il rafforzamento delle aree a bassa pressione nell’atmosfera) sul Mar Mediterraneo durante l’estate e il tardo autunno, portando a precipitazioni invernali notevolmente più elevate.
Il clima mediterraneo è caratterizzato da estati secche e inverni umidi, quindi le piogge invernali sono fondamentali per la popolazione e l’agricoltura della regione.
L’analisi dei fondali del lago ha permesso di evidenziare un riscaldamento anomalo delle acque del Mediterraneo e l’intensificarsi di fenomeni di tipo monsonico, con un aumento delle precipitazioni durante la stagione invernale.
Sostanzialmente, i fondali di Ohrid testimoniano di come il clima dell’area mediterranea sia diventato più di tipo tropicale. Un fenomeno che sembra sia stato costante nel corso degli ultimi 1, 36 milioni di anni.
L’intensificarsi dei fenomeni monsonici, come i cicloni, nel Mediterraneo occidentale, provoca in inverno l’instabilità dei sistemi a bassa pressione (quelli che portano aria fredda) mentre si spostano a est, verso l’area balcanica, provocando l’intensificarsi delle piogge nella stagione fredda.
I dati raccolti dal lago di Ohrid consentiranno una migliore comprensione di come i cambiamenti climatici influenzeranno la regione mediterranea. Tuttavia, i dati non sono assolutistici. Alcuni modelli climatici prevedono inverni più umidi, altri addirittura più secchi.
Su un dato sono tutti concordi, però. Le proiezioni devono tenere necessariamente conto del fatto che ora le variazioni climatiche non dipendono esclusivamente dai cicli della natura, ma anzi sono in massima parte causate dalla mano dell’uomo.
Se non altro, gli studiosi riusciranno, con i dati ora a loro disposizione, a creare per il futuro modellatori climatici sempre più accurati.
“Alcuni modelli climatici prevedono più precipitazioni invernali, ma altri prevedono inverni più asciutti. Tuttavia,i modellatori climatici saranno ora in grado di utilizzare i dati raccolti dal lago di Ocrida per migliorare i loro modelli e sviluppare previsioni più accurate di ciò che accadrà in futuro. “
Curiosità: dal 5 luglio 2019, l’intero lago di Ocrida (Liqeni i Ohrit) situato al confine fra l’Albania e Macedonia del Nord è diventato patrimonio dell’umanità UNESCO. (leggi la notizia )