In un momento in cui l’emigrazione è diventato un grande problema per l’Albania, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sollecitato il paese nel trovare misure per ridurre il tasso di immigrazione.
Infatti, l’ultimo rapporto del FMI – che ha anche avvertito il governo albanese sui rischi dei partenariato pubblico/privato – afferma che per raggiungere questo obiettivo è tanto importante quanto necessario migliorare il clima imprenditoriale (attraverso una serie di riforme), rafforzare la lotta alla corruzione e migliorare i servizi pubblici.
Inoltre, le autorità, dovrebbero portare a termine rapidamente la riforma giudiziaria, applicando manovre anti-corruzione. Un’altra preoccupazione – sempre secondo il rapporto – è destata dall’informalità molto diffusa nell’economia del paese.
Per questo, si suggerisce di implementare un sistema fiscale al fine di aumentare la riscossione delle imposte ma è anche necessario che il governo aumenti la qualità dei servizi pubblici. A questo riguardo, una delle priorità deve essere quella di poter far carriera attraverso potenzialità e libera competizione.
Emigrazione, i dati INSTAT
Secondo i dati ufficiali dell’Istituto di Statistica Albanese (INSTAT), circa 1,5 milioni di albanesi vivono al di fuori dei confini nazionali del Paese delle Aquile.
Le principali motivazioni di questo nuovo trend migratorio sono quattro, elencate dall’istituto di statistica nazionale: la possibilità di poter lavorare all’estero (84%), il ricongiungimento familiare (4,6%), la disoccupazione in Albania (4,2%), la possibilità di studiare all’estero (3,5%) e altri fattori (3,6%).
La maggior parte degli emigrati albanesi vive e lavora in Grecia e in Italia, anche se negli ultimi anni si è registrata una crescente tendenza verso altri paesi dell’Unione Europea (come Francia e Germania) e il continente americano (Stati Uniti e Canada).
Questa nuova ondata migratoria ha già avuto i suoi primi effetti negativi su alcune delle principali industrie del paese: le industrie dell’abbigliamento e delle calzature, così come anche i call center stanno, infatti, affrontando diverse problematiche nel sostituire i giovani che abbandonano il paese.