Lo studio delle relazioni internazionali albanesi – di cui il calcio è sempre stato lo specchio geopolitico, in specie nelle partite amichevoli internazionali 1944-1991 – in effetti offre sorprese a non finire.
Il 28 giugno 1958, al termine dell’incontro pareggiato col Partizani (2-2), la Dinamo, allenata da Zihni Gjinali, giunse quarta in campionato; torneo che vide il sorprendente Besa arrivare secondo alle spalle del Partizani.
Trascorsi pochi giorni, la società del Ministero degli Interni, si recò a luglio in tournée in Cecoslovacchia.
Il calcio di quel Paese allora era ai vertici mondiali. Alla Coppa del Mondo 1958, fu eliminata nei quarti dai padroni di casa della Svezia (2-0, 19 giugno). Il 1° novembre 1959 a Praga, la vittoria con l’Italia per 2-1, le permise di vincere la sesta edizione della prestigiosa Coppa Internazionale, in quanto l’Italia medesima fermò a Firenze il 29 novembre l’Ungheria per 1-1 (Cecoslovacchia p. 16, Ungheria p. 15, ecc.). La Coppa Internazionale era all’ultimo atto, essa fu surrogata dal venturo Campionato Europeo delle Nazioni 1960, che vide la Cecoslovacchia al terzo posto, superando la Francia per 2-0 (9 luglio a Marsiglia). Nella successiva Coppa del Mondo di quattro anni dopo, si piazzò al secondo posto, sconfitta dal Brasile in finale (3-1, 17 giugno 1962 a Santiago del Cile).
Per la Dinamo, la trasferta cecoslovacca assumeva un grande significato tecnico ed agonistico. Disputò quattro partite con esiti dignitosi (una vittoria, un pareggio e due sconfitte; reti 4-5). Addirittura la prima partita fu trattata con attenzione dal più importante e diffuso quotidiano politico cecoslovacco «Rudé Právo» (17 luglio): un articolo in quarta pagina raccontava l’incontro degli albanesi con lo Spartak Hradec Králové, poi campione nazionale 1959-60. Come se il «Corriere della Sera» la scorsa estate avesse messo in evidenza, con la cronaca, la vittoria della Fiorentina contro il forte Galatasaray Istanbul (11 agosto 2019). E va detto, a maggior peso, che la «Rudé Právo» aveva solo quattro pagine, come da tradizione degli organi di partito degli Stati socialisti.
Però la questione sorprendente è un’altra. Scopriamo sul quotidiano della minoranza ungherese in Slovacchia «Új Szó» (12 luglio), che la Dinamo Tirana ebbe l’onore d’esser inserita nel 29° concorso del Totocalcio cecoslovacco. Inoltre lo stesso giornale, tre giorni dopo aggiunse: “In questa partita di calcio internazionale, i pronostici sono incerti perché non siamo al corrente della forza della squadra albanese. Il nostro consiglio: 1, 2”.
Chissà quante altre rivelazioni sul calcio albanese sono ancora nascoste nei polverosi archivi dei giornali dell’Est europeo e dell’Asia Sud-Orientale, e di cui nemmeno a Tirana si sa alcunché.