“Se restate uniti nessuno potrà mai spezzarvi”. Le parole pronunciate in punto di morte dal condottiero albanese Gjergj Kastrioti Skënderbeu (Giorgio Castriota Scanderbeg), che guidò la resistenza dei principati dell’Albania e dell’Epiro bloccando per decenni l’avanzata dei turchi verso l’Europa Orientale, riecheggiano ancora oggi nella mente degli albanesi, specie di quelli sparsi in giro per il mondo ma che non dimenticano le proprie origini.
La figura di Scanderbeg, le cui gesta hanno oltrepassato i confini nazionali, è divenuta un motivo di orgoglio per la Terra delle Aquile, tanto da meritarsi l’insigne definizione di “Impavido difensore della civiltà occidentale” nel monumento a lui dedicato a Roma, situata in Piazza Albania .
Ovviamente, anche nel Paese che gli ha dato i natali non mancano i luoghi e le istituzioni che hanno preso il nome di colui che verrà definito da Papa Callisto III “L’atleta di Cristo” e che si sono ispirati alla sua figura.
Non fa eccezione il mondo dello sport, in cui spicca l’impresa dello Skënderbeu Korçë (Coriza), capace di qualificarsi per la seconda volta in tre stagioni alla fase a gironi dell’Europa League e che stasera (ore 19) esordirà in casa della Dinamo Kiev nella prima giornata del gruppo B, in cui militano anche Young Boys e Partizan Belgrado.
Ad orchestrare un risultato storico il presidente Ardjan Takaj che ha proseguito il lavoro iniziato dal suo predecessore Agim Zeqo, il quale aveva risollevato la società dalle macerie di una retrocessione evitata nel maggio 2010 solo grazie allo spareggio play-out contro il Kamza, ridonando al club il lustro di un tempo, quando apparteneva al distretto di Korçë, per mezzo di un oculato lavoro di programmazione e crescita costante, con la conquista di sette trofei (cinque campionati e due supercoppe d’Albania) negli ultimi sette anni tra i due patron.
Risultati che hanno fatto dello Skënderbeu un modello da seguire in patria e non solo visti i traguardi raggiunti anche al di fuori dei confini nazionali, che, dopo la beffa della sconfitta casalinga ai rigori nella gara di ritorno degli spareggi di Europa League contro gli ucraini del Chornomorets Odesa nel 2013-14, culminano con la doppia vittoria per 2-0 nel terzo turno preliminare di Champions League sui moldavi del Milsami Orhei nella stagione 2015-16 che significa un pass certo per la prima volta nella storia nella fase a gironi di una competizione UEFA, che sarà l’Europa League per via del passivo di 6-2 totale maturato contro lo Dinamo Zagabria nei playoff.
Ma si sa che la vendetta, sportivamente parlando, è un piatto che si serve freddo e i giocatori allenati da Ilir Daja (alla guida dei biancorossi dallo scorso gennaio dopo la risoluzione del contratto da parte di Andrea Agostinelli) hanno due anni per prepararla questa volta negli spareggi da dentro o fuori di Europa League. Rispetto al precedente confronto la formazione albanese ha acquisito maggiore esperienza nelle sfide internazionali e ha potuto contare sulla verve di Liridon Latifi, autore di quattro reti nelle otto partite di qualificazione, tra cui quello del vantaggio in casa della Dinamo Zagabria nel match di andata pareggiato allo scadere da Henriquez.
Una doccia gelata per lo Skënderbeu, che, però, tra i propri simboli, annovera il casco appartenuto a Scanderbeg. Lo stesso casco, o meglio nel gergo calcistico, ripreso da quello militare, “elmetto”, che hanno indossato, metaforicamente parlando, i padroni di casa nella gara di ritorno per difendere il gol in trasferta, soprattutto dopo l’espulsione a dieci minuti dal termine di Nimaga, dando vita ad una prova di forza paragonabile, con le dovute proporzioni, alla strenua resistenza del popolo albanese sui turchi, ispirandosi ai valori di unione e identità richiamati dalle parole del condottiero che ha dato il nome al club, riscrivendo una pagina storica dello sport della Terra delle Aquile.
Ora alla compagine albanese spetta scriverne una nuova, e lo si dovrà fare senza Latifi, passato agli ungheresi del Puskás Akadémia, rimpiazzato dall’acquisto dai macedoni del Rabotnički di Suad Sahiti, il quale, però, non dovrebbe partire dal 1′, con Dita che sostituirà lo squalificato Nimaga nel consueto 4-1-4-1 di Daja.
La probabile formazione di Skënderbeu
Shehi, Vangjeli, Radaš, Jashanica, Mici; Osmani; Muzaka, Lilaj, Dita, Segun Adeniyi, Sowe.
Il primo obiettivo è riscattare lo smacco delle partite truccate nel campionato, nelle qualificazioni alla Champions League (contro i nordirlandesi del Crusaders) e nelle gare di Europa League (contro Beşiktaş, Sporting Lisbona e Lokomotiv Mosca) nel 2015-16, fattore che ha determinato l’esclusione alla fase preliminare della Champions League nell’annata successiva, cercando di prolungare il più possibile la stagione del portiere e capitano Shehi (recordman di presenze in competizioni internazionali con la maglia dello Skënderbeu a quota 32), il quale, dopo il passaggio del turno contro la Dinamo Zagabria, ha rinviato proprio ritiro, che avverrà alla fine del cammino europeo degli albanesi.
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