La corte di Bari ha rigettato la richiesta di estradizione in Serbia per Ismail Morina, il tifoso albanese che il 14/10/2014 – durante la tristemente nota partita di calcio tra Serbia e Albania – pilotò il drone che raffigurava la bandiera della ‘Grande Albania’, ovvero l’interno territorio di etnia albanese e che quindi comprendeva anche il Kosovo, parte della Grecia e parte della Macedonia.
La partita, che fu assegnata successivamente a tavolino all’Albania per i disordini creati dai tifosi serbi, non terminò con quel verdetto: le autorità serbe, infatti, che avevano considerato quel gesto come un affronto e un’offesa, iniziarono a lunga battaglia giudiziaria per far sì che Morina venisse estradato a Belgrado e scontasse la proprio condanna di otto anni di reclusione.
Ad Ottobre del 2016, il tifoso albanese fu arrestato in Croazia su mandato di cattura emesso dalle autorità serbe; rimase in carcere per 10 mesi fino ad Agosto dell’anno successivo, prima di essere condannato agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di dimora in Italia, dove attualmente risiede con la moglie ed i suoi tre figli. Proprio la corte d’appello di Bari ieri ha emesso il proprio verdetto, rigettando la richiesta di estradizione da parte delle autorità serbe.
Il tifoso albanese ha sempre difeso l’innocenza di quel suo gesto, che aveva come unico scopo quello di sostenere la sua squadra.
“Sono stati mesi difficili, mia moglie era incinta e il mio terzo figlio è nato mentre io ero in cella. Vivevo nell’incertezza e nella paura di non sapere cosa sarebbe successo a me e alla mia famiglia.” – ha raccontato Morina, che da quel fatidico 14/10/2014 ha ricevuto numerose aggressioni verbali e minacce di morte su Facebook e su altri social media.
Nella giornata di ieri, poi, con un post proprio su Facebook Ismail Morina ha voluto ringraziare innanzitutto il console albanese a Bari, Adrian Haskaj, e poi tutte le autorità sia albanesi che italiane e croate per quanto dimostrato nei suoi confronti in questa lunga battaglia.
Tra i ringraziamenti c’è posto anche per i suoi due rappresentati legali, Federica Lo Torto e Fabio Schino, entrambi più che soddisfatti del verdetto finale:
“Senza entrate nel merito politico della vicenda, sono soddisfatto perché sono stati fatti valere i principi del diritto.” – ha dichiarato Schino al termine della sentenza.