Premessa
Per quanto riguarda la storia degli scacchi albanesi, che con questo articolo giunge alla sua terza parte, bisogna affermare che essa è tesa alla conoscenza di questo sport: l’unico in Albania, si badi, ad avere un bilancio positivo complessivo fra vittorie e sconfitte nelle competizioni mondiali fra Nazionali maschile e femminile.
Questo ci fa capire che studiare la storia degli scacchi d’Albania è fondamentale, per comprendere gli affari esteri di questo Stato, senza tuffarsi in libri o archivi polverosi. Attraverso la continua presenza nei tornei internazionali scacchistici, la storia di questo sport, più di ogni altro del Paese, si pone quale osservatorio privilegiato di politica estera. È noto che relazioni internazionali e sport vanno di pari passo, ma a volte sono guardate ma non viste dai più.
Inoltre è bene osservare che forse la rappresentativa albanese alle XX Olimpiadi del 1972 fu la più grande di tutti i tempi: tav. 1: Ylvi Pustina, tav. 2: Floran Vila, tav. 3: Vangjel Adhami, tav 4: Fatos Muço, ris. 1: Fatos Omari, ris. 2: Aldo Zadrima. E chi prima e chi poi, tutti sono stati Campioni d’Albania nell’individuale e alcuni hanno conquistato medaglie d’argento e di bronzo ai tavolini dei Campionati Balcanici (come vedremo meglio nelle prossime puntate), assommando a complessivi 29 titoli nazionali. Mai accaduto nella storia degli scacchi albanesi.
L’antefatto (1967)
Le relazioni filoarabe di Tirana – all’indomani della terza guerra arabo-israeliana (5-10 giugno 1967) – condussero una linea del tutto alternativa ai tiepidi tentativi occidentali di accomodamento, ed all’immobilismo sovietico. Durante lo svolgimento della quinta sessione speciale d’emergenza dell’Assemblea Generale dell’ONU (New York, 17 giugno-5 luglio, 12 luglio-10 settembre 1967) – nella quale risultò presa in esame la situazione in Medio Oriente dopo la ‘guerra di giugno’ – la rappresentanza albanese fu in prima fila nella ricerca di una soluzione tesa a salvaguardare gl’interessi arabi. Dopo che il ministro degli esteri, Nesti Nase, espresse la convinzione di un “disegno da parte degl’imperialisti americani e dei revisionisti sovietici per dividersi l’egemonia mondiale e spezzare il fronte arabo”, l’Albania – respingendo i progetti di risoluzione sovietico (1) e statunitense (2) – il 26 giugno ne presentò uno (3) che invitava l’Assemblea a condannare Israele come aggressore, e del pari Gran Bretagna e Stati Uniti per “il loro incitamento, aiuto e diretta partecipazione nell’aggressione, e perché continuano a sostenere le pretese annessionistiche israeliane”; inoltre a dichiarare che solo la Repubblica Araba Unita (Egitto) avesse diritto a decidere il passaggio, o meno, delle navi di Tel Aviv attraverso lo stretto di Tirân. Il 4 luglio il progetto di risoluzione albanese fu posto ai voti ma, per la sua estrema radicalizzazione, lungi dall’ottenere i due terzi richiesti, fu respinto con 71 contrari, 22 favorevoli, 27 astensioni e 2 non presenti (4) . Al progetto di risoluzione delle 17 potenze non allineate (prima revisione) (5) l’Albania – il 30 giugno – aveva proposto un emendamento che chiedeva l’inclusione di un ulteriore paragrafo dove si condannasse energicamente Israele per l’aggressione contro RAU, Siria e Giordania: il documento fu respinto con 66 c., 32 f. e 22 a. (6) ; in seguito, il 4 luglio, una mozione albanese di procedura (per il voto separato sui paragrafi) non ottenne il consenso dell’AG: 83c.,12 f. e 22 a (7) . Con quello non-allineato, fu respinto pure il progetto di risoluzione delle venti potenze latino-americane (8) .
Ma l’unicità albanese a favore degli arabi si sviluppò ulteriormente. Quando l’AG si riunì il 21 luglio, una risoluzione di procedura introdotta da Svezia, Finlandia e Austria, sul trasferimento della questione mediorientale al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, passò con 63 favorevoli, 27 astenuti e 26 contrari (9) – tra questi ultimi, l’Albania fu l’unico Stato europeo che “criticized the draft resolution and deplored the failure of the General Assembly to live up to its responsibilities” (10) . All’Albania si affiancarono quattordici Paesi africani: Algeria, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Guinea, Libia, Mali, Marocco, Mauritania, Repubblica Araba Unita (Egitto), Somalia, Sudan, Tanzania, Tunisia, Zambia; dieci asiatici: Afghanistan, Arabia Saudita, Giordania, Iraq, Kuwait, Libano, Malaysia, Pakistan, Siria, Yemen; ed uno americano: Cuba, le cui “imprese eroiche” alle Olimpiadi scacchistiche le vedremo più in là.
Era quello che gli Albanesi volevano: ossia distinguere la loro posizione dai satelliti dell’Impero d’Oriente e i sostenitori di quello d’Occidente, per far intendere agli Egiziani, che solo Tirana appoggiava fattivamente gli interessi di Palestinesi ed Arabi. La prima preoccupazione albanese – al di là delle coeve ideologie politiche – era di preservare anche l’originalità e l’assoluta indipendenza dei propri affari esteri.
Le Olimpiadi di Skopje del 1972
Le Olimpiadi degli scacchi, oltre ad essere il più importante appuntamento per competizioni a squadre di questo sport mentale, come lo definiva Lenin (11) , hanno una caratteristica che le pone ai vertici geopolitici delle manifestazioni sportive. Sia per l’esiguo bagaglio logistico – basta una scacchiera, un orologio appropriato ed un tavolino – ed il basso numero di componenti per ‘team’ (quattro titolari più due riserve, dal 2008 una) raccolgono biennalmente un elevatissimo numero di Paesi partecipanti in poco più di due settimane. Alle recenti XXXVIII Olimpiadi di Dresda (12-25 novembre 2008) ha preso parte un numero record di federazioni: ben 154! Ma andiamo alle Olimpiadi del 1972.
L’Albania giocò nel gruppo eliminatorio 7, e per una serie di circostanze sfavorevoli e proditorie non giocò la Finale A delle sedici nazionali migliori del mondo, per un solo mezzo punto.
All’ultimo turno eliminatorio, per andare sul sicuro Paesi Bassi e Puerto Rico pattarono tutti e quattro gli incontri (2-2), per mettere fuori gioco matematicamente l’Albania la quale, pur vincendo 4-0 contro l’Iraq, si vide precluso l’accesso alla Finale A. Del resto Puerto Rico distava abissalmente dall’Australia e non poteva sperare di più che non la Finale C, mentre agli olandesi il 2-2 calzava a pennello.
L’accordo fu talmente sporco che vale raccontarlo. I Paesi Bassi avevano schierato ben tre Maestri Internazionali (due da ELO 2480 e uno 2430) più un Maestro Nazionale da ben 2410; i portoricani disponevano di un solo Maestro Internazionale da 2470, un Maestro Nazionale con 2250 e altri due a ELO 0 (zero). Per non correre rischi i quattro incontri finirono con altrettante patte: al tav. 1 dopo 11 mosse a testa; al tav. 2 dopo 11 mosse al bianco (olandese) e 10 al nero (portoricano); al tav. 3 dopo 11 mosse al bianco (portoricano) e 10 al nero (olandese); e al tav. 4 dopo 10 mosse al bianco (olandese) e 9 al nero (portoricano): i due punti SICURI che occorrevano ai tulipani per precedere l’Albania e andare nella Finale A. Una vera e propria presa in giro!
Esattamente com’è successo alla Nazionale italiana di calcio, che con il 2-2 fra Danimarca e Svezia fu buttata fuori matematicamente dai Campionati europei di calcio 2004. E a causa di questa ‘combine’ l’Albania dovette affrontare la “questione Israele” nella Finale B.
Dopo la “guerra dei sei giorni” e prima di Skopje 1972, furono disputate due Olimpiadi: la XVIII a Lugano nel 1968 (Svizzera) e la XIX a Siegen nel 1970 (Germania Federale). I Paesi controllati dall’Unione Sovietica alzavano la voce contro Israele ma, alla fin dei conti, giocavano opportunisticamente contro di esso, perché a quel tempo la squadra mediorientale era debole sportivamente. La Cecoslovacchia giocò con Israele il 9.9.1970; Cuba il 4.11.1968 e l’8.9.1970; la Mongolia il 31.10.1968 e il 23.9.1970; la Polonia il 19.9.1970 ed addirittura l’URSS incamerò 4 punti il 21.10.1968: tutti questi Paesi avevano votato favorevolmente, ma ‘obtorto collo’, il suddetto progetto di risoluzione albanese del 1967. Anche l’Albania aveva incontrato Israele il 20.10.1960 (XIV Olimpiade di Lipsia), ma ben sette anni prima del terzo conflitto arabo-israeliano.
Le inflessibili coerenza e serietà albanese – tradizionale modello ed esempio di comportamento diplomatico sin dai tempi di Skënderbeu ad oggi – già la si riscontrò due anni prima in un episodio per nulla studiato nella storia delle relazioni internazionali sportive: questione da sempre ignorata e messa a tacere per non umiliare e urtare la suscettibilità di Mosca, dei Paesi del Patto di Varsavia e dei partiti comunisti occidentali. L’8 settembre 1970 l’Albania si rifiutò di giocare contro i razzisti della Repubblica Sudafricana, ed il giorno dopo la Bulgaria, alleata dell’Unione Sovietica nel Patto di Varsavia, a dispetto delle dichiarazioni favorevoli ai diritti umani e contrarie all’esecutivo di Pretoria, giocò contro di essa per racimolare quei 3,5 punti nella corsa alla Finale A. E tutto questo vanificando le pur formali parole e accuse che il Cremlino e i satelliti lanciavano contro quello Stato segregazionista.
Desidero sottolineare che nel frattempo, dopo l’inaugurazione delle Olimpiadi di Skopje, Mongolia (20.9.1972 e 2.10.1972) e Cecoslovacchia (21.9.1972) avevano svolto tre partite con Israele. Giunse il 4 ottobre: nel calendario della Finale B era prevista Israele-Albania. Gli Albanesi, senza destare clamori – e basandosi sul precedente del ritiro contro i sudafricani di due anni prima, che non aveva comportato sanzioni da parte della FIDE (‘Fédération Internationale des Échecs’) – si assentarono ai tavolini. Non presentarono certificati medici, perché sarebbe stato scorretto nei confronti degli amici arabi (a cui l’Albania voleva esprimere solidarietà), e né diramarono comunicati politici (per non turbare l’atmosfera di amicizia e sportiva della manifestazione). Tutto tacque. Ed è errato ciò che è stato scritto per trentasei anni, che gli Albanesi furono espulsi. È una vera e propria menzogna. Il giorno dopo l’Albania batté l’Italia, e nelle seguenti settantadue ore svolse due partite più un giorno di riposo. Ma nel frattempo gli organizzatori jugoslavi iniziarono a far pressioni in maniera insopportabile, quando invece nel 1970 il ritiro albanese contro il Sudafrica era stato accettato dalla FIDE. Arrivarono al punto di proporre all’Albania di giocare contro Israele alla fine del torneo. E – secondo indiscrezioni – andarono sul pesante accusando gli albanesi di esprimere sostegno al raid terroristico contro gli atleti israeliani a Monaco di Baviera nel corso della XX edizione dei Giochi Olimpici estivi, avvenuto un mese e tre giorni prima (5 settembre 1972): una vera vergogna! A quel punto la pazienza superò ogni limite, e la Federazione Albanese degli Scacchi (‘Federata Shqiptare e Shahut’) si ritirò dall’Olimpiade con indignazione, ribadendo la solidarietà ai Popoli arabi, e per protesta tornò solo otto anni dopo.
Ci fu in tutto questo una chiara volontà di nuocere Tirana per tutta la durata del torneo: oggi avremmo detto che sembrava di vedere il film Matrix. Ma la cosa più ironica fu che il giorno in cui l’Albania fece l’ultima partita (8 ottobre), i “grandi rivoluzionari” di Fidel Castro svolsero l’incontro con Israele…: ed è tutto dire.
L’autorevole rivista «L’Italia scacchistica» in merito al forzato ritiro albanese scrisse: “Un peccato scacchisticamente, perché la squadra aveva una buona classifica e si era dimostrata compatta” (12) . Ricordo ancora che l’Albania batté pure l’Italia (2,5-1,5) dopo averla superata, con lo stesso punteggio, anche nelle Olimpiadi del 1960.
Ylvi Pustina fu l’unico albanese a essere sotto il 50,0% dei punti a disposizione. Con un basso coefficiente ELO di 2280, aveva giocato – lui, senza titoli internazionali – contro quattro Gran Maestri, sei Maestri Internazionali, quattro Maestri Nazionali con ELO fra 2360 e 2390, e due soli avversari di ELO inferiore, per un’altissima media totale dei contendenti di ben 2432. Il suo fu uno sforzo incredibile, e i 7,5 punti lo testimoniarono appieno. L’attuale Maestro Internazionale (dal 1982) Fatos Muço nella sua prima esperienza internazionale raccolse ben 11,5 punti, pari al 76,7%. Egli aveva una percentuale pari alla medaglia di bronzo del tav. 4, il Maestro Internazionale canadese Peter Biyiasas, che aveva ottenuto 8 vittorie, 7 patte e nessuna sconfitta, pari al 76.7% come lo scacchista albanese che, è vero, aveva una sconfitta, ma una vittoria in più del giocatore delle Americhe. Putroppo la medaglia di bronzo ‘ex aequo’ di Muço al tav. 4, i suoi incontri e degli altri scacchisti albanesi furono annullati dalla FIDE per i suddetti motivi. Ma la carriera di Muço, come vedremo successivamente, sarà luminosa e ripartirà otto anni dopo alla Valletta. L’Albania aveva ottenuto 9 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte, migliorando il proprio ‘palmarès’. Come si vede il “debito” contratto alla quinta sessione speciale d’emergenza, fu pagato in terra jugoslava con gli interessi di cinque anni.
XX OLIMPIADE, 18 settembre-13 ottobre 1972, a Skopje (Jugoslavia)
Gruppo eliminatorio 7
Partita | Risultato | Piazz. | Data |
Albania-Puerto Rico | 3,5-0,5 | 3 | 19 set |
Albania-Andorra | 3-1 | 1 | 20 set |
Albania-Colombia | 2,5-1,5 | 1 | 21 set |
Bulgaria-Albania | 3-1 | 3 | 22 set |
Albania-Australia | 3,5-0,5 | 3 | 23 set |
Albania-Paesi Bassi | 2-2 | 3 | 24 set |
Albania-Iraq | 4-0 | 3 | 25 set |
Classifica finale: 1ª Bulgaria 20,5; 2ª Paesi Bassi 20,0; 3ª Albania 19,5; 4ª Colombia 16,0; 5ª Australia 16,0; 6ª Puerto Rico 10,5; 7ª Iraq 5,5; 8ª Andorra 4. Albania: qualificata alla Finale B, con la Colombia
Finale B: dal 17° al 32° posto
Partita | Risultato | Piazz. | Data |
Albania-Belgio | 3-1 | 17 | 27 set |
Albania-Indonesia | 2-2 | 18 | 28 set |
Cuba-Albania | 2,5-1,5 | 22 | 29 set |
Albania-Canada | 2,5-1,5 | 20 | 30 set |
Islanda-Albania | 3,5-0,5 | 25 | 1° ott |
Albania-Norvegia | 3-1 | 23 | 2 ott |
Inghilterra-Albania | 2,5-1,5 | 24 | 3 ott |
Israele-Albania | 4-0 (*) | 27 | 4 ott |
Albania-Italia | 2,5-1,5 | 26 | 5 ott |
Austria-Albania | 3-1 | 27 | 7 ott |
Colombia-Albania | 2,5-1,5 | 28 | 8 ott |
Grecia-Albania | n.d. (**) | n.c. | 9 ott |
Mongolia-Albania | n.d. (**) | n.c. | 10 ott |
Perù-Albania | n.d. (**) | n.c. | 11 ott |
Filippine-Albania | n.d. (**) | n.c. | 12 ott |
(*): ritiro per motivi politici
(**): non disputata per ritiro dell’Albania dall’Olimpiade
Avversari | ||||||||||||
Tav. | Giocatore | ELO | Pa. | + | = | – | Pu. | % | P. T. | GM | MI | MN |
N. 1 | Ylvi Pustina | 2280 | 16 | 3 | 9 | 4 | 7,5 | 46,9 | – | 4 | 6 | 6 |
N. 2 | Floran Vila | 2250 | 16 | 5 | 6 | 5 | 8 | 50 | – | 1 | 7 | 8 |
N. 3 | Vangjel Adhami | 2250 | 14 | 5 | 6 | 3 | 8 | 57,1 | – | 1 | 4 | 9 |
N. 4 | Fatos Muço | – | 15 | 9 | 5 | 1 | 11,5 | 76,7 | – | – | 6 | 9 |
R. 1 | Fatos Omari | – | 3 | 1 | 1 | 1 | 1,5 | 50 | – | – | – | 3 |
R. 2 | Aldo Zadrima | – | 4 | 0 | 4 | 0 | 2 | 50 | – | – | – | 4 |
Pa.: incontri; +: vittorie; =: patte; -: sconfitte; Pu: punti; %: percentuale; P.
T.: posizione finale al tavolo
GM: Gran Maestri; MI: Maestri Internazionali; MN: Maestri Nazionali
Note
(1) A/L. 519: “Union of Soviet Socialist Republics: draft resolution – United Nations, June 19, 1967” («International Legal Materials», The American Society of International Law, Washington, VI [1967], pp. 837-838; d’ora in poi: «ILM»). Essa fu messa ai voti per paragrafo e non come documento unico: tutti respinti: 1° (36 f., 57 c., 23 a.), 2° (45 f., 48 c., 22 a.), 3° (34 f., 54 c., 28 a.), 4° (36 f., 54 c., 26 a.), Preambolo (36 f., 57 c., 24 a.) («Yearbook of the United Nations», Office of Public Information, United Nations, New York, XXI [1967], pp. 193, 209; d’ora in poi: «YBUN»).
(2) A/L. 520: “United States of America: draft resolution. A stable and durable peace in the Middle East – United Nations, June 20, 1967” («ILM», cit., p. 839). Gli Stati Uniti d’America la ritirarono dal voto («YBUN», cit., p. 209).
(3) A/L. 521: “Albania: draft resolution. Israel imperialist aggression against the Arab countries – United Nations, June 26, 1967” («ILM», cit., pp. 840-841). Per il voto: «YBUN», cit., pp. 209, 220.
(4) Favorevoli: Albania, Algeria, Arabia Saudita, Bielorussia, Bulgaria, Cambogia, Cecoslovacchia, Cuba, Giordania, Iraq, Kuwait, Libano, Mauritania, Mongolia, Polonia, Repubblica Araba Unita, Siria, Sudan, Ucraina, Ungheria, Unione Sovietica, Yemen. Astenuti: Afghanistan, Birmania, Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ceylon, Ciad, Congo, Francia, Gabon, Guinea, Jugoslavia, Kenya, Laos, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Romania, Senegal, Singapore, Somalia, Repubblica Sudafricana, Tanzania, Tunisia, Zambia. Non presenti: Haiti, Isole Maldive (ivi, p. 220).
(5) A/L. 522/Rev.3: “Non-aligned States Proposed Resolution. Afghanistan, Burundi, Cambodia, Ceylon, Congo (Brazzaville), Cyprus, Guinea, India, Indonesia, Kenya [il Kenya non era un copresentatore, e fu cancellato nella prima correzione alla presente terza revisione, nda], Malaysia, Mali, Pakistan, Senegal, Somalia, United Republic of Tanzania, Yugoslavia and Zambia: revised draft resolution. Immediate withdrawal of the armed forces of Israel from territories belonging to Jordan, Syria and the United Arab Republic (third revision) – United Nations, July 3, 1967″ («ILM», cit., VI [1967], pp. 842-843; testo originario: 28 giugno; prima revisione: 30 giugno; seconda revisione: 1° luglio). Respinto con 53 f., 46 c. e 20 a., non essendo riuscito ad ottenere i due-terzi della maggioranza («YBUN», cit., pp. 208-209, 220).
(6) A/L.524: Albania: amendment to 17-power revised draft resolution A/L.522/Rev.1 (ivi, pp. 207-208, 221).
(7) Ivi, p. 208.
(8) A/L. 523/Rev.1: “Latin American States Proposed Resolution. Argentina, Barbados, Bolivia, Brazil, Chile, Colombia, Costa Rica, Dominican Republic, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Guyana, Honduras, Jamaica, Mexico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Trinidad and Tobago and Venezuela: revised draft resolution – United Nations, July 4, 1967” («ILM», cit., VI [1967], pp. 844-845). Respinto con 57 f., 43 c. e 20 a., non essendo riuscito ad ottenere i due-terzi della maggioranza («YBUN», cit., pp. 209, 220-221).
(9) “Resolution 2256 (ES-V) as proposed by 3 powers, A/L.529/Rev.1, adopted by Assembly on 21 July 1967, meeting 1558” («YBUN», cit., p. 223: testo ed espressione di voto).
(10) Ivi, p. 218.
(11) Sull’importanza che il gioco ebbe all’indomani della Rivoluzione di Ottobre in Russia, cfr. “Lenin e gli scacchi” ne «L’Italia scacchistica», N. 1166/2004, pp. 54-55; e di Gregorio Granata, “Lo scacchista Lenin”, ivi, N. 1167/2004, pp. 70-71.
(12) «L’Italia scacchistica», N. 805/1972, p. 324.
(3. continua)
I (25 dicembre 2008): Dalle origini al gennaio 1960 II (6 gennaio 2009): Dalla Olimpiade 1960 alla medaglia d’argento di Eqrem Konçi nel 1970 IV (21 gennaio 2009): Il periodo 1973-1980