Il numero di lavoratori albanesi in proprio ha fatto registrare una drastica decrescita nel 2018, riflettendo la grande crisi delle piccole imprese: è questo quanto si evince dagli ultimi dati pubblicati dall’istituto di previdenza sociale.
I dati
Secondo l’istituto di previdenza sociale albanese – i quali dati si basano sui contributi dei lavoratori – la categoria dei lavoratori in proprio (che sottintende i cittadini che gestiscono piccole imprese) è scesa a circa 86.800 persone, rispetto alle 110.500 del 2017.
Per il 2018, questo trend si riflette solo nei centri urbani. Nel settore agricolo, infatti, il numero di lavoratori in proprio nel 2018 è rimasto praticamente invariato rispetto al 2017(59.000 persone).
Tuttavia, anche questo settore negli ultimi anni ha fatto registrare drastici cali anno dopo anno. Basti pensare che nel 2013, i contribuenti del settore agricolo ammontavano a circa 205.000 anche se c’è da specificare questa a questa decrescita hanno contribuito anche le campagne di ‘tasse scontate’ nelle aree rurali applicate prima dal governo PD-LSI e successivamente da quello PS-LSI.
Durante quegli anni, i governi hanno permesso ai lavoratori delle aree rurali di pagare le tasse arretrate con sconti fino al 80%.
La crisi delle piccole imprese
Il calo del numero dei lavoratori in proprio in Albania è conseguenza della crisi delle piccole imprese fatta registrare nel 2017. I dati INSTAT dello scorso novembre, infatti, sottolineano che i ricavi delle piccole imprese (ovvero quelle che hanno da 1 a 4 dipendenti) siano scesi del 15% lo scorso anno.
Lo scorso anno, in Albania c’erano 95.000 imprese di questo tipo e, nonostante vengano classificate come imprese da 1 a 4 persone, i dati dell’istituto di statistica suggeriscono che la maggior parte di queste siano gestite da lavoratori in proprio, e quindi da una sola persona.
Non a caso, dividendo il numero dei lavoratori di queste imprese (150.000) per il numero totale delle imprese (95.000) si otterrà un numero 1,5 lavoratori per impresa.
In questo contesto, lo scorso aprile, nonostante i pareri sfavorevoli di esperti nazionali e internazionali, il governo ha ridotto la soglia dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) da 5 (40.000 euro circa) a 2 milioni (16.000 euro circa) di lek, contribuendo al trend negativo delle piccole imprese.
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