Fino al 2050, il numero degli emigrati albanesi sarà molto più alto di coloro che sceglieranno di tornare a vivere nel Paese delle Aquile.
E’ questo quanto emerso dalle ultime previsioni della Banca Mondiale. Per quest’ultima, in termini numerici, il tasso netto di migrazione (differenza tra emigrati ed immigrati) ammonterà a -40.000 persone, per il periodo 2017-2022.
Trend che proseguirà fino al 2047 e che quindi vedrà ogni cinque anni 40.000 cittadini allontanarsi dal Paese delle Aquile, per un totale di 280.000 persone (a cui tuttavia vanno sottratti il numero delle persone che tornerà in Albania).
Con un tasso di crescita naturale sempre più vicino allo zero e un nuovo fenomeno migratorio, l’Albania rischia un calo drastico nel numero della sua popolazione.
Tasso di crescita naturale
Il tasso di crescita naturale della popolazione – ovvero la differenza tra nascite e morti in un anno – è in costante riduzione da qualche anno, avvisando in questo modo che ben presto il numero delle nascite in Albania sarà inferiore a quello delle morti.
Lo scorso anno, infatti, il tasso di crescita naturale ammontava a 7130 persone, il livello più basso mai raggiunto dai primi anni del post-seconda guerra mondiale secondo i dati Instat.
Secondo i dati più antichi, invece, che non sono raggruppati anno per anno, l’Albania ha attualmente il tasso di crescita naturale più basso mai raggiunto dal 1923. Difatti, secondo le stime ufficiali dell’epoca, il tasso di crescita naturale tra il 1923 e il 1945 ammontava a una media di 18.000 persone all’anno.
Popolazione sotto al milione
Le proiezioni del Dipartimento sulla Popolazione dell’Organizzazione della Nazioni Unite (ONU) indicano tre possibili scenari per l’Albania.
La versione pessimistica prevede che nell’anno 2100 la popolazione del paese sarà di appena 860.000 abitanti, mentre lo scenario ottimistico prevede che nell’anno 2100 la popolazione sarà ad un valore simile a quella attuale (2,8 milioni).
La versione normale e più attendibile, invece, prevede che tra 81 anni nel Paese delle Aquile ci siano 1,6 milioni di abitanti.
Emigrazione negli anni
L’emigrazione dall’Albania ha toccato il suo picco massimo subito dopo la caduta del regime comunista, nel 1992, quando – secondo la Banca Mondiale – è stato registrato un tasso di crescita naturale di 433.000 persone.
Dopo una stabilizzazione a metà degli anni 2000, l’emigrazione è tornata ad enfatizzarsi a seguito della crisi del 2008. Con questi tassi in decrescita, l’Albania – ma come anche tutta la regione balcanica – sta perdendo vantaggio competitivo e capitale umano.
Non a caso il Paese delle Aquile è stato indicato come uno dei paesi a più alto rischio sociale a causa dell’elevato livello di emigrazione, il quale – combinato ad una crisi fiscale – non rende il paese appetibile per attività commerciali di qualsiasi tipo.