Come molti di voi anch’io sono rimasto molto deluso della puntata di “CLANDESTINO – La mafia albaese” andato in onda ieri sera su Canale NOVE.
Ecco perchè ho deciso di dire due cosette:
Oi oi oi amici
L’avete visto anche voi??
Ovviamente sto parlando del programma “Clandestino – la mafia albanese” andato in onda mercoledì 23 gennaio su canale NOVE.
Mi avete bombardato di commenti
“Agg fatt na figur e’ m*rd”
L’ho detto a tutti: mi raccomando stasera sul Nov parlano della mafia albanese, non te lo perdere.
L’hanno visto in 451.000
E poi??
E poi le previsioni erano troppo alte a quanto pare.
Hanno fatto un casino.
C’era Federica Pellegrini che attendeva l’arrivo dello scafo;
quello che costruiva bombe artigianali per andare a pesca
quello che “nascosto” tra le montagne albanesi diceva di uccidere a pagamento ma di cercare di capire prima di che colpe si erano macchiate le sue vittime…
Denisa, Simone, Besnik ecc ecc
Ovviamente molti di voi hanno notato che tutto questo non poteva essere reale, bensì un copione recitato e anche malino.
Nessun informazione sull’Albania, nessun dato ufficiale, nessun accenno storico degno di essere chiamato tale, solo pseudo criminali che lanciano panette di droga in qua e là.
Viene citato il Kanun di Lek Dukagjini, un codice consuetudinario che vige almeno dai tempi di Giorgio Castriota Skanderbeg, quindi 1400 circa.
Il Kanun viene legato alla mafia senza alcun filo logico.
Questo codice è sempre esistito, anche durante il regime di Hoxha quando delle organizzazioni criminali non esisteva neanche l’ombra.
Nelle montagne albanesi, viene intervistato un personaggio molto strano, un sicario che campa uccidendo su commissione…
Che strano, in un territorio dove vige il Kanun che prevede la vendetta di sangue come può essere ancora in vita un matto che uccide persone a caso? Addirittura individuato e intervistato così facilmente…
I personaggi vengono dipinti come persone che sono spinte a delinquere perchè non hanno altre possibilità, ma non si può incolpare il comunismo (che tra l’altro non esiste più da 30 anni) o la società per giustificare azioni criminali.
Qualcuno mi indicava come nel video si percepisca la presenza delle forze dell’ordine, in un modo che ti fa pensare che basti la volontà politica ed un po’ di lavoro in più per garantire questi criminali alla giustizia e farli marcire in galera. Ma allo stesso tempo non viene citata ne in bene ne in male il legame tra mafia e potere.
Nessuno nega che realtà del genere esistano in Albania, ma diciamo che la narrazione ed il format del programma sono al quanto discutibili.
Poi c’è Simone, il personaggio più bello, dice di essere della Camorra, un napoletano trasferito in Albania per ricoprire un ruolo chiave all’interno delle organizzazioni mafiose e che, a quanto pare, fornisce di nuove identità cittadini italiani e albanesi. A quest’ultimi vende nuove identità italiane, ovviamente false, a 5 mila euro, ne fa circa 50 al mese.
Beh, visto il decreto sicurezza di Salvini ed il prolungamento previsto per i tempi di attesa dei documenti italiani, secondo me Simone, se si muovesse bene, potrebbe avere più domanda, lavorare ancor di più ed aumentare così i costi.
Simò…pensaci.
Detto ciò, il programma non dice niente di interessante, racconta quelle che sono le strategie e le azioni delle organizzazioni criminali ovunque nel mondo, niente più e niente meno.
Niente a che vedere con le strutture mafiose all’italiana, non si può paragonare alle ndrine della Ndrangheta in Calabria, o le famiglie mafiose siciliane e neanche con l’organizzazione dei clan della Camorra.
Insomma, diciamo che questa prima puntata del “Clandestino” è stata un po’ un buco nell’acqua, delusione totale.
Telecamera alla mano potrei raccontarvi molto di più in una qualsiasi serata trascorsa in una qualsiasi città d’Italia.
Adiòs David.