Questi, quella, io e tu
Una signora anziana alla fermata del pullman guarda storto una signora magrebina velata, la quale, tiene per la mano destra una bambina con un bellissimo fioco rosso tra i capelli e con l’altra mano continua a muovere la carrozzella dove piagnucola un neonato.
La signora anziana si avvicina a me, e convinto che io sia italiano(perché “non sembro” albanese – neanche avessimo un corno in fronte per distinguerci), mi dice con forte accento calabrese:
“-Questi, ci hanno proprio invaso!”
annuisco dolcemente alla signora anziana e con forte cadenza torinese le rispondo:
“-Aveva ragione mio nonno a dire che se apri la porta al tarún te li trovi tutti in casa.”
La gentile vecchietta si scosta e si avvicina alla signora magrebina con la carrozzella e il neonato.
Dopo tanti anni in Italia, penso di avere sentito qualsiasi frase sugli stranieri. Ultimamente le più frequenti, quelle da coda al pubblico ufficio, devono il loro apparire alla profonda crisi economica accompagnata da una altrettanta profonda ignoranza, solo a titolo esemplificativo, una per tutte:
“ – Questi mangiano e noi facciamo la fame!”
Al tutto, non ci faccio quasi più caso. Sarà perché troppo abituato al linguaggio avversante di buona parte dei politici e dei media o forse perché non ho proprio voglia di intavolare discussioni con persone delle quali me ne frega abbastanza poco.
Di più me ne fregò invece, quando durante una lezione sulle dinamiche multiculturali e i nuovi giunti, una studentessa albanese, esordì con la seguente frase:
“ – Però, gli stranieri in Italia sono veramente troppi!”
La iniziale incazzatura e la voglia di chiederle in quale borgata torinese fosse nata da non considerarsi anche lei “straniera”, lascio il luogo ad un pensiero, un po’ triste ma dovuto.
Siamo diventati anche noi come alcuni tarún al nord che votano lega per sentirsi accettati? Abbiamo anche noi imparato che per distogliere l’attenzione da noi stessi dobbiamo prendere di mira gli ultimi arrivati? Ci siamo per caso dimenticato l’allarme albanesi finito con il caso di Novi Ligure? Ci siamo già scordati delle pettinature a coda di piccione e delle maglie leopardate indossate da donne perennemente cotonate?
Nell’estate del 2000 ero in Italia da 1 anno e l’allora morosa, vedendomi arrivare all’appuntamento con una t-shirt bianca che lasciava intravedere la maglietta della salute, un paio di jeans e scarponi della timberland, sentenziò:
“Sei proprio un albanese!”
Nei ultimi 14 anni il mio look è molto cambiato e forse in me è cambiato anche quel modo di sentire e di sentirmi albanese, quel qualcosa che mi fa essere diverso tra gli uguali.
E tu?