La tradizione viene valorizzata dalle nuove generazioni albanesi di varie regioni e considerata come ricchezza e segno di personalità e distinzione, unicamente nostra, nel mondo.
Già: vengo proprio ora da un bel viaggio nella mia terra natia, Albania.
E’ stato un viaggio ricco di varie belle sorprese, in quanto, per noi emigranti, una vacanza d’estate trascorsa nella propria terra, oltre ad apportare la soddisfazione del passare del tempo tra la natura ed i bei paesaggi, regala a livello affettivo altre soddisfazioni, per il semplice fatto che non solo incontri vecchi amici e parenti che vivono lì, ma anche perché la terra natale, diventa un luogo di incontro di tanti emigranti, i quali come te, vengono per le vacanze e il denominatore comune, l’Albania, si trasforma in un elemento fondamentale per incontrare della gente che non vedi da un po’ di tempo, proprio perché l’emigrazione ci ha costretti da questo punto di vista, di vederci raramente.
Ma ciò di cui vorrei parlarvi questa volta, non è la bellezza della natura albanese che conoscete credo già – chi più, chi meno, chi per sentito dire, chi perché l’ha già constatato personalmente, i cibi tradizionali, i costumi ed altre caratteristiche e usanze nazionali di accoglienza – ma di un altro aspetto: il matrimonio albanese!
Mi piacerebbe parlarvi per l’appunto, di un matrimonio albanese a cui ero invitata, e, allo stesso tempo, ne faccio volentieri “l’inviata”, riportandovi delle chicche sulla modalità della sua organizzazione nel complesso.
La ragione per cui scelgo di riportarvi notizie da questo matrimonio, è semplice: a differenza di altri matrimoni albanesi a cui ho partecipato come invitata di recente, i quali hanno visto una trasformazione delle vecchie usanze albanesi in merito, diventando sempre più occidentali, con un’unica festa delle due famiglie, della sposa e dello sposo, questo per me è stato molto gradevole e particolare, in quanto riportava la preservazione delle vecchie usanze albanesi per i matrimoni – preservazione parziale ad ogni modo, visto i tempi che cambiano naturalmente – nonostante la giovanissima età degli sposi ed il fatto che loro stessi sono emigranti in Germania, ma erano venuti appositamente per la celebrazione del loro matrimonio e i festeggiamenti con amici e parenti.
Io ero invitata dalla parte dello sposo, lui originario di Milot, un comune in Nord Albania, nel distretto di Kurbin, prefettura di Alessio, Lezha in albanese. Sempre conforme alla tradizione, assieme ad altri 23 parenti stretti, – è molto significativo il numero in questo caso, in quanto doveva essere un numero pari, ciò in totale in 24 – siamo andati come “Krushq”, cioè, come “inviati speciali e persone che la famiglia dello sposo ritiene molto rispettati”, alla casa della sposa a prenderla ed a riportarla nella casa dello sposo.
La casa della sposa era situata a Velipojë, che è un comune dell’Albania nel distretto di Scutari. Noi abbiamo portato il bouquet per la sposa, due bottiglie di raki, loro ci hanno regalato altre due bottiglie di raki da parte loro.
Il corteo nuziale partito da Milot, la casa dello sposo, guidato dalla limousine in cui c’era lo sposo e seguito dalle altre macchine dei “krushq” – suoi parenti e inviati – arriva a Velipojë dove risiede la sposa.
La sposa abitava in una bella villetta, nel cortile della quale che era enorme, avevano allestito per l’occorrenza, un banchetto con tavoli e posti da sedere per noi – ospiti che eravamo lì per prenderla e accompagnarla alla casa del suo futuro marito – con la musica rigorosamente tradizionale e non solo, con canzoni tipiche del rito del matrimonio del Nord, canzoni che sinceramente mi hanno colpito, più che per la musica, per i loro testi molto toccanti e tipici, con contenuto che riportava le usanze nuziali del Nord Albania di un tempo.
“I krushq” – parenti dello sposo – dovevano fermarsi lì solo per un’ora, non un minuto in più, ci hanno servito ai tavoli solo degli uomini, – le donne non servivano ai tavoli – offrivano, all’inizio del raki, caffè alla turca, distribuivano in abbondanza delle sigarette, hanno portato poi delle frittelle accompagnate con del miele che, secondo la tradizione, è di buon auspicio in segno di dolcezza e abbondanza per la nuova coppia, in seguito vari piatti con dei “meze”, – piatti unici salati, composti da carne, formaggi, verdure alla griglia ecc – tutto sotto i suoni della musica tipica popolare e folcloristica del Nord Albania.
Il primo brindisi con del raki è stato fatto dallo zio paterno della sposa, – non doveva essere il padre della sposa colui a fare il primo brindisi – lui passava vicino ai tavoli e ci salutava e ci augurava il benvenuto a tutti. Si è ballato, abbiamo chiacchierato e la conclusione di questa cerimonia, è stato per l’appunto, l’atto di prendere la sposa.
La sposa, giovanissima e bellissima, una ragazza mora dagli occhi azzurri, il colore dei quali l’ho notato solo più tardi, in quanto all’inizio è uscita di casa ricoperta del suo velo e piangendo, – questo, un po’ credo perché l’emozione ha il suo spazio, è normale, un po’ perché la tradizione lo “richiede” – tenuta sotto braccio dal suo fratello. Lo sposo, bellissimo anche lui, un ragazzo alto due metri, atletico e sportivo nel vero senso della parola, perché lui è un pugile, l’ha accolta amorevolmente e con la limousine che attendeva fuori dal cortile della casa, assieme al corteo precedente delle altre auto – da notare erano le targhe straniere delle auto di questo corteo, segno che dimostrava che buona parte degli invitati erano emigranti, venuti appositamente per questa cerimonia – dunque, con un intreccio del tradizionale con le novità alla pari coi tempi che corriamo, la sposa è arrivata alla casa dello sposo. Lì l’attendevano i genitori dello sposo, con il loro augurio e l’accoglienza tipica di benvenuto alla sposa, per poi proseguire tutti al ristorante e dare luogo ai festeggiamenti con tutti gli altri ospiti.
Il locale molto elegante, addobbato a festa nuziale. Il banchetto molto vario e ricco, la musica che predominava era quella folcloristica del Nord Albania, le canzoni che mi hanno colpito di più, sono state quelle in cui, tra le note della musica, si sentiva l’introduzione del suono forte di spari di armi. Questi riproponevano in un certo modo, “lo sparo di fucili”, come componente fondamentale del rito del matrimonio al Nord di un tempo. Parte integrante della musica naturalmente, è stata anche quella di musica leggera straniera, occidentale, oltre a quella tipicamente balcanica che, sicuramente non manca in Albania.
E’stata una bella esperienza per me che vengo da Tirana – e tra l’altro, sono emigrante in Italia anch’io – quella di partecipare in un tale evento in una zona diversa dalla mia città natale, diversa per usi e costumi.
Questi usi, chiaramente non tutti possono essere preservati integri con i tempi attuali, ad ogni modo, è sempre bello e gradevole, vedere che anche le nuove generazioni hanno a cuore di riportare – nonostante in una piccola parte – le usanze nuziali di un tempo, nel caso preciso, nel Nord Albania.
E’ dimostrazione del fatto che la tradizione viene valorizzata dalle nuove generazioni albanesi di varie regioni e considerata come ricchezza e segno di personalità e distinzione, unicamente nostra, nel mondo.