La rubrica settimanale della Rai ‘EstOvest’ è tornata ad occuparsi di Albania. Nello specifico trattando la tematica dei pensionati italiani emigrati dall’altra parte dell’Adriatico, attratti dalla fiscalità più vantaggiosa e dal costo della vita più basso.
I vantaggi dell’Albania
A più di 60 anni questi emigrati hanno deciso di trasferirsi in Albania perché con una pensione che oscilla tra i 600 e 1100 euro al mese in Italia si fa fatica a pagare l’affitto, le utenze domestiche e le spese sanitarie.
Secondo stime approssimative, i pensionati italiani che hanno intrapreso questa strada sono circa 200 (anche se non esistono censimenti ufficiali).
Come Carmine, pensionato italiano che ha dovuto pagare una multa salata al fisco per una svista nella documentazione delle sua attività e, soprattutto per questo, da tre anni vive a Durazzo con la moglie. In Albania, come lui stesso sostiene, con una pensione da 1000 euro al mese possono vivere benissimo due persone. Il costo della vita, infatti, mediamente si aggira intorno ai 300-350€ al mese.
Inoltre, tutti i pensionati emigrati come lui, possono richiedere la defiscalizzazione in Italia all’INPS per poi pagare le tasse nello stato di residenza. Tutto ciò diventa un incentivo maggiore per partire e lasciare l’Italia, poichè in Albania le pensioni non sono soggette ad imposte.
Servizio video sui pensionati in Albania
https://www.facebook.com/albnews/videos/10156181353693850/
L’assistenza sanitaria per i cittadini italiani residenti all’estero
I cittadini italiani che trasferiscono (o hanno trasferito) la residenza in uno Stato con il quale non è in vigore alcuna convenzione con l’Italia perdono il diritto all’assistenza sanitaria, sia in Italia che all’estero, all’atto della cancellazione dall’anagrafe comunale e della iscrizione all’AIRE, fatta eccezione per i lavoratori di diritto italiano in distacco, che mantengono il diritto all’assistenza sanitaria in Italia e all’estero.
L’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) o il diritto di voto in Italia, non aprono un diritto all’assistenza sanitaria in Italia.
Tuttavia, ai sensi del DM 1° febbraio 1996 ai cittadini con lo stato di emigrato (sono tali coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana sul territorio nazionale, nati in Italia) ed ai titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani, che rientrino temporaneamente in Italia, sono riconosciute, a titolo gratuito, le prestazioni ospedaliere urgenti e per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette prestazioni sanitarie.
Per ottenere le prestazioni ospedaliere urgenti è necessario presentare un attestato rilasciato dal Consolato competente che attesta lo stato di emigrato. In mancanza dell’attestato del consolato, può essere sottoscritta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui si dichiara, oltre al proprio stato di emigrato, che non si è in possesso di una copertura assicurativa pubblica o privata contro le malattie.
Fonte: salute.gov.it