La trasmissione televisiva ‘Le Iene’, nella serata di ieri, si è concentrata su una delle ferite più antiche della società albanese: la vendetta di sangue.
Un cittadino italiano, Francesco Sicignano, nel 2015 ha ucciso un ragazzo albanese di nome Gjergji e, per questo, il padre di quest’ultimo ha promesso di uccidere uno dei figli di Francesco, per vendicare suo figlio Gjergji come vuole l’antico codice del ‘Kanun’.
I fatti e il servizio
Il 18 ottobre del 2015, Francesco e sua moglie dormivano mentre verso mezzanotte Gjergji si intrufolava nella loro abitazione. Dopo circa un’oretta, tuttavia, i rumori provenienti dalla cucina svegliano Francesco che, una volta sceso, vede un uomo entrare dalla finestra con un cacciavite in mano e per questo decide di sparare.
Gjergji tenta di fuggire ma muore poco dopo di emorragia. Francesco viene accusato di ‘eccesso di legittima difesa’ ma successivamente viene ritenuto innocente dal tribunale.
Tutt’altra versione, invece, viene raccontata dai genitori di Gjergji al giornalista del Le Iene, Luigi Pelazza:
“Mio figlio è passato insieme a due suoi amici vicino alla sua abitazione. Francesco ha sparato dal secondo piano poiché in passato avevano avuto problemi di soldi.
Forse pensava che i tre stavano per entrargli in casa, ma non era così. Mio figlio non era un ladro, aveva un lavoro e una vita normale.
Quando vendicherò il sangue di mio figlio sarò molto tranquillo. Non ho nulla contro Francesco, ma contro i suoi due figli. Non mi interessa uccidere un uomo in pensione perché lui la sua vita l’ha vissuta.
Francesco deve provare come si soffre quando tuo figlio viene ucciso. Devo provare le stesse cose che io ho provato dopo la morte di mio figlio. Francesco, ti ringrazio per aver ucciso mio figlio. Lo stato italiano ti ha perdonato, ma io non resterò con le mani in mano.” – afferma Marku, padre di Gjergji e cittadino del villaggio di Fushe Arrëz nel distretto di Pukë.
Della stessa idea è anche la moglie di Marku:
“Se mio marito non fosse ancora vivo, mi occuperei io della situazione. Il sangue si lava con il sangue.”
Situazione che ha inevitabilmente provocato paura e timore nella famiglia di Francesco:
“Ho sempre paura che qualcuno possa venire in casa mia per uccidermi.” – afferma il 65enne.