Attraversando le campagne e le valli di montagna albanesi si osservano centinaia di migliaia di piccoli bunker di cemento.
Quest’ultimi furono costruiti dagli anni ’60 agli anni ’80, durante il governo comunista di Enver Hoxha. L’Albania ha avuto una tumultuosa storia post-bellica, alienandosi da tutti i suoi potenziali alleati per oltre trent’anni: prima gli jugoslavi, poi i sovietici e infine la Repubblica Popolare Cinese.
Temendo invasioni nemiche, Hoxha intraprese la politica di ‘bunkerizzazione’ che ha visto la costruzione di centinaia di migliaia di bunker in tutto il paese. La premessa era che, anziché affidarsi ad un esercito nazionale, ogni albanese avrebbe preso le armi e si sarebbe nascosto nel bunker più vicino in caso di invasione. Ma nessuna invasione arrivò mai e la costruzione dei bunker comportò esclusivamente l’esuarimento delle risorse albanesi.
I bunker oggi
I bunker furono abbandonati dopo la fine del regime comunista ma, a causa della loro abbondanza, nel corso degli anni sono stati riutilizzati in diverse maniere dai cittadini albanesi.
Keq Marku, ad esempio, ha trasformato un bunker a Shkoder in un negozio di tatuaggi. Situato a 8 km dal Montenegro, in esate riceve clienti che arrivano da tutta Europa. Altri bunker, invece, sono diventati pizzerie, bar, musei (come i Bunk’Art) e perfino ostelli.
Tutto questo ha suscitato l’interesse di sviluppatori e designer in Albania e all’estero. Saimir Kristo, professore di progettazione architettonica, faceva parte del team di progettazione di ‘Bed & Bunker’, che ha visto professori e studenti impegnati nel riprogettare e rielaborare i bunker esistenti in bed and breakfast per i turisti.
“Il potenziale economico dei bunker inutilizzati secondo me è incredibile.” – afferma Saimir.
La crescita di questa ‘re-bunkerizazzione’ è comprensibilmente diretta al turismo, il settore con più successo negli ultimi anni in Albania. Tuttavia, a causa dei conflitti tra la fine del regime comunista e la crisi del 1997, molti dei bunker albanesi sono stati saccheggiati, vandalizzati o distrutti.
Nonostante ciò, il professor Kristo è ottimista per la futura conservazione e lo sviluppo dei bunker:
“È un peccato che alcuni di loro vengano distrutti principalmente per vendere le rovine. Dovrebbero essere prese misure per proteggerli, mapparli e avviare piani per rivitalizzarli.
I bunker sono strutture piuttosto controverse a causa di ciò che hanno rappresentato in passato. Ciò nonostante, siamo riusciti a convertire gli ex simboli di guerra e chiusura per l’Albania in simboli di pace e ospitalità.”