“Il veto di Emmanuel Macron all’apertura dei negoziati di adesione all’UE con Albania e Macedonia del Nord potrebbe essere ricordato come un errore storico che indebolisce l’Europa minando le sue aspirazioni”.
Apre in questo modo l’articolo del Financial Times che analizza la presa di posizione di Macron e della Francia nella mancata apertura dei negoziati di adesione con i due paesi dei Balcani.
L’articolo
Il giornale economico-finanziario britannico definisce l’operato del presidente francese come “neo-Gaullist”, in richiamo alla dottrina politica basata sul pensiero del leader della Resistenza francese durante la seconda guerra mondiale, il generale Charles de Gualle, la quale privilegia un approccio pragmatico nell’esercizio del potere e l’idea di una Francia forte all’interno di un’Europa indipendente.
“In un atto di intransigenza neo-gollista, il presidente francese ha silurato la politica di allargamento dell’UE, ha privato il blocco di uno dei suoi strumenti fondamentali di politica estera e ha minato la fiducia nelle sue promesse destabilizzando il suo cortile balcanico.
E tutto questo da un leader che afferma di esemplificare lo spirito europeo di solidarietà e cooperazione.” – prosegue il Financial Times.
Albania e Macedonia del Nord
L’articolo poi vira sui progressi di Albania e Macedonia del Nord, paesi a cui era stato promesso lo scorso giugno il via libera nell’apertura dei negoziati durante il vertice di Bruxelles della scorsa settimana:
“L’Albania e la Macedonia del Nord hanno ricevuto il via libera provvisorio per iniziare i colloqui a giugno dello scorso anno. Quattro mesi fa, l’UE ha rinviato nuovamente la decisione promettendo il via libera al vertice tenuto la scorsa settimana a Bruxelles, ma entrambi i candidati si sono soltanto imbattuti in un nuovo ‘no’ francese“.
I due paesi dei Balcani hanno fatto di tutto per arrivare a questo punto. L’Albania si è inchinata alle pressioni dell’UE in termini della riforma del sistema giudiziario, garantendo al contempo all’agenzia di frontiera Frontex dell’UE l’accesso alle operazioni della polizia albanese.
La Macedonia del Nord è andata notevolmente oltre, modificando persino il suo nome per risolvere una disputa decennale con la Grecia e aprirsi la strada verso l’UE. Il primo ministro Zoran Zaev ha mostrato grande coraggio nel concordare questo accordo. – sottolinea il giornale.
Le argomentazioni di Macron
Il Financial Times, inoltre, ha anche analizzato le argomentazioni al no dell’avvio dei negoziati offerte dal presidente francese Macron:
“Macron ha avanzato due argomentazioni per la sua decisione. In primis, che l’UE deve rafforzare le sue politiche e istituzioni esistenti prima di far aderire nuovi membri. In secondo luogo, che il processo di allargamento è di per sé imperfetto in quanto offre ai nuovi membri tutti i vantaggi fin dall’inizio, senza alcun modo di correggere i successivi passi indietro.” – continua l’articolo.
Argomentazioni che lo stesso giornale britannico definisce valide ma che potevano essere affrontate in ogni caso anche dopo l’avvio dei negoziati ufficiali con i due paesi, dato che l’integrazione definitiva nell’UE – che non deriva in automatico dall’avvio dei negoziati – ha una durata minima di dieci anni:
“[…] Non vi è alcun motivo per cui queste questioni non possano essere affrontate una volta che l’UE abbia avviato i negoziati di adesione con l’Albania e la Macedonia del Nord, un processo che probabilmente richiederà un decenni.
[…] Chiudendo le porte all’espansione, la Francia lascia l’UE senza un quadro credibile per le relazioni con il suo vicinato; non solo i Balcani occidentali ma anche paesi come Moldavia, Ucraina e Georgia, per i quali l’adesione è ancora una proposta sebbene lontana.
Se l’Ue non è un grado di trascinare le sue frontiere in un’orbita stabile, farà fatica ad attuare una politica estera autonoma. Se Zaev verrà sostituito da nazionalisti che si oppongono all’accordo di denominazione con la Grecia, i Balcani potrebbero tornare nuovamente nei giorni bui.” – conclude il Financial Times.