Domenica 21 novembre su Rai3 è andata in onda una nuova puntata di EstOvest. Si è parlato anche del movimento Slow Food in Albania e di Mrizi i Zanave, la realtà costruita dalla famiglia Prenga nel villaggio di Fishtë, in Albania.
“E’ una storia di amicizia, di partenze e ritorni, di successi, di passioni per la cucina per la propria terra, quella albanese e quella italiana. La storia inizia da un adolescente albanese che decide di raggiungere suo padre emigrato in Italia lasciando un paese nel caos dopo la caduta del regime comunista”, inizia così il servizio di EstOvest, la finestra della RAI sui Balcani e sull’Europa dell’Est.
“Ho lasciato l’Albania nel 1998. Nel ’97 c’era stata la guerra civile in Albania quindi c’era caos, disperazione, povertà, mancanza di speranza, le scuole non funzionavano. Io a 15 anni ho deciso di emigrare in Italia” racconta Altin Prenga a EstOvest. In Italia diventa un adulto sedotto dalle varietà e sapienza della cultura gastronomica
Mrizi i Zanave – Recupero di sapori, valori e tradizioni
Dopo 11 anni Altin ritorna in Albania con suo padre e suo fratello, trasforma la casa di famiglia a Fishtë, nel primo agriturismo recuperando i sapori, valori e tradizioni dando il nome Mrizi i Zanave – il Meriggio delle Muse – un nome preso in prestito dall’omonima opera di padre Gjergj Fishta.
Nel suo cammino Altin incontra Pier Paolo Ambrosi, capo missione del VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo in Albania, un uomo che ha trovato l’Albania quando gli albanesi stavano emigrando per un futuro migliore. Ha vissuto e lavorato in Albania negli ultimi 30 anni della sua vita. E’ stato attivo soprattutto nel sostegno dei piccoli agricoltori. Il due giugno scorso Pier Paolo Ambrosi purtroppo è venuto a mancare.
A giugno del 2021 l’ambasciatore d’Italia a Tirana Fabrizio Bucci ha conferito a Altin Prenga l’onorificenza “Cavaliere dell’Ordine della Stella d ‘Italia”, ormai un’istituzione nel Paese delle Aquile grazie al suo agriturismo e ai tanti progetti sociali che porta avanti.
“La mia idea è quella di creare ottimismo per far sì che questa terra non venga abbandonata: perché alla fine senza un’economia locale non ha ragione di esistere neanche il mio agriturismo”
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