Ernest Koliqi (Scutari 20 maggio 1903 – Roma 15 gennaio 1975), è stato e rimane uno dei più importanti uomini della letteratura albanese, nonché padre fondatore (insieme a Mitrush Kuteli) della prosa moderna albanese.
Professore di lingua e letteratura albanese nell’ Università di Roma dal 1939. Le opere più significative in albanese sono: il poemetto Kangjelet e Rilindjes (“Canti della Rinascita”, 1959), il romanzo Shija e Bukës së mbrûme (“Il sapore del pane casalingo”, 1960), e i poemetti in prosa Pasqyrat e Narcizit (“Gli specchi di Narciso”, 1963).
In italiano ha scritto: Epica popolare albanese (1937); Poesia popolare albanese (1957); Rapsòdi e rapsodie delle Alpi Albanesi (1961) e la Antologia della lirica albanese (1963). Dal 1957 ha diretto a Roma la rivista Shêjzat (“Le Pleiadi”).
Fu Ministro dell’Istruzione al tempo del regno albanese (durante l’occupazione italiana dell’Albania 1939 – 1943), tempi in cui mandò duecento insegnanti a istruire scuole albanesi in Kosovo. Dal 1942 al 1943 fu presidente del Reale istituto di studi albanesi.
Tradusse in albanese le opere dei grandi poeti italiani: Dante Alighieri, Petrarca, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Giuseppe Parini, Vincenzo Monti e Ugo Foscolo. Si distinse nella traduzione di un’antologia della poesia italiana nel 1963.
Durante il regime comunista albanese di Enver Hoxha, molte delle sue opere furono poi censurate e vietate.