Sami Frashëri ( 1 giugno 1850 – 18 giugno 1904) è stato uno scrittore, filosofo e drammaturgo albanese, una figura importante del Rinascimento nazionale albanese del tardo XIX secolo, insieme con i suoi due fratelli Abdyl Frashëri e Naim Frashëri.
Nacque a Frashër, piccolo paesino di Përmet. Nel 1872 si trasferì a Istanbul, dove lavorò nell’ufficio stampa del governo. Insieme a suo fratello maggiore Abdyl ed altri patrioti ed uomini di cultura come Hasan Tahsini, Pashko Vasa e Jani Vreto, fondò il Comitato Centrale per la salvaguardia dei diritti nazionali albanesi, comitato quale nel 1879 istituì una commissione per l’alfabeto albanese.
Fondò e diresse anche la Società per la pubblicazione degli scritti albanesi che pubblicava libri e testi scolastici in albanese. Viene ricordato nella storia della letteratura ottomana come autore di talento sotto il nome di Şemseddin Sami Efendi, grazie anche al suo contributo alla riforma della lingua turca ottomana.
Sami Frashëri discusse le prospettive di una repubblica indipendente e libera dell’Albania. In questo modo, a partire dalla richiesta di autonomia, dalla lotta per un alfabeto albanese, e per l’istruzione, aiutò il movimento di liberazione nazionale albanese a sviluppare le proprie rivendicazioni.
Il suo messaggio dichiarato nel suo libro L’Albania – Che cosa è stato, quello che è, e che cosa ne sarà di essa, pubblicato nel 1899, diventò il manifesto di tutto il Rinascimento albanese.
Morì il 18 giugno 1904 dopo una grave malattia nella sua casa a Erenköy, Istanbul.