Verso i primi dell’800 venne costituita la prima linea ferroviaria nel Regno Unito. Le locomotive erano a vapore, la curiosità era alta e lo scetticismo anche.
L’esplosione della linea ferroviaria ha dato una spinta essenziale alla rivoluzione industriale. Il treno ha avuto le sue oscillazioni nelle preferenze del consumatore, ma di certo è rimasto un mezzo sicuro, popolare, egalitario ed in seguito anche comodo e veloce.
Storia delle ferrovie in Albania
Le prime tracce di ferrovia in Albania vengono costruite dagli ungheresi all’inizio del ‘900, poi con la caduta dell’impero austro-ungarico l’idea venne ovviamente abbandonata.
Con l’insediamento del regime comunista, la ferrovia albanese conosce il suo momento di gloria.
Vennero costruite tratte vere che collegavano le città, trasportavano merci e persone.
Oggi
La ferrovia che presenta oggi uno Stato che chiede l’apertura dei negoziati per entrare nell’UE, è un pugno nell’occhio, e immancabilmente nel cuore. Stazioni abbandonate, locomotive del tempo del dittatore Enver Hoxha o quasi, vagoni distrutti o raccattati qua e là grazie alle donazioni di operatori europei che smaltivano in questo modo i loro relitti diesel, ormai non più conformi a nessuna legislazione europea.
Facendo un piccolo confronto capiamo quanto la situazione sia quasi irrecuperabile: la Toscana ha una superficie di quasi 22.000 kmq ed estende i suoi binari su 1479 km. L’Albania ha una superficie di quasi 28.000 kmq e ha una rete estesa su poco più di 600km, mono binare, e senza elettrificazione visto che le vecchie locomotive si spostavano a combustibile.
Paradossalmente lo stato di manutenzione delle ferrovie era migliore nei primi dieci anni di democrazia rispetto ai conseguenti quasi vent’anni. Tirana è l’unica capitale in Europa che non ha una stazione dei treni, visto che quest’ultima è stata trasferita nel 2014 da un progetto comunale del tempo a Kashar, in un paesino vicino.
E’ un paradosso che per prendere il treno dal centro della città, bisogna prima prendere un pullman e percorrere 10 km.
Dopo lo spostamento, costato svariati milioni, per lasciare spazio al Boulevard i Ri, un ecomostro di cemento che va verso l’indefinito, gli spostamenti su binari sono crollati del 60%. Considerando che, secondo le fonti INSTAT, a Tirana risiede più del 30% della popolazione, significa che è stato un duro colpo per le casse dell’HSH (Ferrovie dello Stato)
Ricostruire
La rinascita della ferrovia darebbe una spinta notevole ad un paese, a maggior ragione se è piccolo. In Albania le poche linee rimaste hanno puntato maggiormente sul trasporto merci. E le risposte del mercato non sono tardate ad arrivare.
Nel mese di aprile l’INSTAT calcolava una crescita di merci trasportata del 47,5% rispetto all’anno precedente, con una crescita delle importazioni su rotaie che arriva addirittura a 210,6% rispetto ad un anno prima.
Nel 2016 L’HSH, ormai una società privata ma con capitale interamente pubblico, ha ricevuto dall’EBRD (European Bank for Reconstruction and Development) finanziamenti per 37 milioni di euro su un costo totale di 90 per ricostruire la linea Tirana-Durazzo che collega le due principali città del paese, creare una linea che unisce la capitale con il suo aeroporto Rinas, e infine riportare la stazione la dove si trovava in precedenza.
Nel 2019, tre anni dopo, nessun progetto è stato portato a termine. Le basi e la volontà dei partner per ricominciare ci sono. Le motivazioni anche, tante: secondo il sito turismo.al nel 2018 sono passati circa 4,4 milioni di turisti, con crescite previste a doppie cifre.
Queste persone che vengono a godere delle bellissime spiagge del sud o degli incantevoli paesaggi del nord, si trovano completamente spaesate quando decidono di spostarsi nel territorio.
Questo è il vero investimento a cui uno Stato dovrebbe dare la precedenza assoluta, l’infrastruttura che unisce, l’infrastruttura che dimezza i tempi, l’infrastruttura come risorsa di tutti, non solo delle merci, del capitale tangibile.
Verso il futuro
L’Interrail è un progetto studiato per far sì che i giovani viaggino in treno alla scoperta del loro continente, alla scoperta dell’idea di sentirsi europeo. Dopo 200 anni dalle prime ferrovie in Inghilterra, l’Albania è l’unico territorio del centro Europa che rimane in grigio sulla cartina.
Fare parte dell’Europa non vuol dire solo aderire burocraticamente. Vuol dir abituare i giovani che il proprio paese non ha niente da elemosinare all’Europa, ma potrebbe essere una risorsa per essa. Ogni persona da piccola ha il sogno di salire sul treno e viaggiare per città lontane.
La colpa più grande della politica albanese in questi trent’anni è quella di aver rubato anche i sogni ai propri giovani.