“A mio nonno Toni “Cajo” che mangiò pane e disprezzo in Prussia e in Ungheria e sarebbe schifato dagli smemorati che sputano oggi su quelli come lui.”
Inizia così un grande libro di una delle firme più brillanti del giornalismo italiano: L’orda di Gian Antonio Stella.
Sono 27 milioni gli italiani che se ne andarono “ieri”, nel secolo del grande esodo, dal 1876 al 1976. La maggior parte di loro illegalmente. Clandestina era gran parte degli operai emigrati all’inizio del secolo in Germania. Come clandestinamente salivano sulle navi dirette in America mischiandosi con i passeggeri regolari.
Il 27 Ottobre 1927, vicino a Rio de Janeiro, affondò una nave ammiraglia della flotta mercantile italiana con a bordo migliaia di poveretti.
Sette navi accorsero all’appello salvando 1200 persone. I morti furono 314. Una delle tante tragedie accadute per mare o a terra, accadute alla gente che scappa dalla guerra, dalla miseria, dalla tirannia per un futuro migliore. Storie di disperazione che i verdi leghisti sembrano aver dimenticato, o forse semplicemente non si curano di come i loro nonni/nonne o zii/zie con i loro fagotti e bambini appresso venivano accolti dai razzisti locali.
Storie di persone che, oltre alle ingiustizie subite nel proprio Paese d’origine, alle vessazioni cui erano sottoposte durante il viaggio da parte dei compaesani succhia-sangue che li conducevano oltre confine, dovevano anche sorbirsi le urla razziste, xenofobe e offensive di molti locali. Le stesse urla, le stesse parole che oggi usano i semina-odio leghisti. La stessa identica storia: non c’è stereotipo rinfacciato agli immigrati oggi che non sia stato rinfacciato agli italiani ieri.
Eppure oggi, alle soglie del 2014, nell’Italia europea, la bella costituzione di questo bellissimo Paese parla chiaro e l’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
E per cittadini si intendono, naturalmente, anche quelli stranieri che si trovano nel nostro Paese. Oltre a questo, secondo la legge n.654 del 1975 chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, è punito con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro. Mentre chiunque commette o istiga a commettere atti di violenza o di provocazione alla violenza per gli stessi motivi è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Detto questo, molto palesemente, la Lega Nord, PartitoPolitico di non poco conto dati i risultati elettorali degli ultimi anni, gioca sporco su sentimenti sporchi con dichiarazioni come quella del leader Umberto Bossi: “…nei prossimi dieci anni porteranno in Padania 13 o 15 milioni di immigrati, per tenere nella colonia romano-congolese questa maledetta razza padana, razza pura, razza eletta”. Per non parlare delle vomitevoli esclamazioni che a ogni occasione tira fuori l’ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, o l’ex consigliere comunale e attualmente deputato del Parlamento europeo Mario Borghezio. Ecc,
ecc.
Tutto sotto gli occhi di tutti.
Personaggi della politica, ergo ai vertici del Paese, che diffondono idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istigano a commettere atti i discriminazione per motivi razziali. Dunque persone che non rispettano la costituzione e le leggi italiane, e che non soltanto non vengono perseguite dalle leggi stesse, ma continuano ancora, indisturbate (oserei dire), a esercitare nelle loro cariche pubbliche!
E, come se non bastasse questo seminare illegalità a parole, contro gli immigrati arriva anche una legge ad hoc: la Bossi Fini entra in vigore nel 2002 modificandosi ogni giorno “in meglio” per contrastare gli ingressi ma soprattutto per rendere infernale il trovare lavoro, casa, regolarizzarsi, ecc, in una parola l’integrazione degli immigrati in Italia. Come ben sappiamo, è questa la famosa legge che nel 2009 ha decretato la clandestinità come reato col cosiddetto pacchetto-sicurezza! E proprio questa legge è sotto accusa da parte di Amnesty International per le sue clausole non in linea con le norme e gli standard internazionali sui diritti umani .
Sempre questa legge che, vietando alle persone di soccorrere gli immigrati pena il diventare complici di reato di clandestinità, si è resa partecipe delle tragedie che da anni interessano Lampedusa e altre coste italiane.
Persone che guidano persone verso l’illegalità del razzismo e verso la disinformazione. Persone che guidano persone verso l’odio razziale, verso la paura del diverso, verso la smemoratezza, verso l’oblio. Ecco cosa sono i leghisti. Gente che ha sparso piscia di maiale sui terreni dove doveva sorgere una moschea. Gente che approfitta della frustrazione per creare altra frustrazione. Gente che diffama senza vergogna una Signora Ministra solo per il suo diverso colore della pelle. Gente che calpesta la propria bandiera. Gente che toglie la mensa ai bambini!
Dei fuorilegge che arruolano altri fuorilegge. Ecco che cosa sono, ecco che cosa siete leghisti. Ma l’Italia non è loro, l’Italia non è vostra! L’Italia non può essere di chi la umilia. Questo Paese è di chi lo abita con rispetto, di chi lo costruisce, di chi lo modella a misura dei tempi, in linea con i diritti umani, in linea con la democrazia.
“Volli un letto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca, una educazione per ogni cuore, la luce per ogni intelletto” Bartolomeo Venzetti.
Fonte principale: “L’Orda, quando gli albanesi eravamo noi” di Gian Antonio Stella