Come scrivere un articolo di giornale o pubblicare idee e informazioni? Scrivere un pezzo per la stampa, per il web o qualsiasi altro media è un’arte. Bisogna essere preparati, competenti e capaci di gestire le informazioni.
Controllare le fonti è un altro requisito decisivo, ed è molto impegnativo. In breve, che cosa possiamo fare quando non siamo in grado di approfondire, non riusciamo a strutturare il contenuto e non abbiamo idee né competenze, ma vogliamo comunque “scrivere” (pur non possedendo nemmeno le necessarie competenze linguistiche) e far colpo sul pubblico?
Bisogna parlare di Sangue, Sesso e Soldi! Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, le 3 S entrano violentemente nei media albanesi dimostrando di saper produrre ascolti record. Anche la storia della televisione subisce una svolta e oggi si tende ad aggiungere altre due S a quelle precedenti: il “piatto” diventa così ancora più stuzzicante se condito con altre due ulteriori salse, Sport e Spettacolo. Lo sport c’era anche prima degli anni ’90, ma veniva servito puro, non miscelato agli altri ingredienti. Oggi il sistema è ancora più attrattivo, e non manca nessuno degli ingredienti summenzionati.
SESSO
Perbacco, il sesso funziona sempre e insieme ai soldi (o al potere) diventa una bomba.
Queste le caratteristiche principali dei media albanesi più popolari. L’emittente privata all-news Zjarr manda in onda conduttrici seminude. Le presentatrici aprono la trasmissione indossando la loro tipica divisa “topless” che prevede la giacca sbottonata, cosicché lo sguardo degli spettatori, grazie al reggiseno “dimenticato a casa”, penetra lo schermo. Molti gli italiani appassionati del notiziario albanese che stanno addirittura imparando la lingua. Insomma, un successo strepitoso grazie alle competenze “riscoperte” di queste giornaliste.
Del villaggio globale ormai fa parte anche la società albanese, che per essere “competitiva” adatta, adegua, assorbe ciò che fanno altre culture e le ripresenta in una nuova veste, in cui tutto sembra essere “come in America”, perché gli albanesi di oggi sono competitivi… Sesso violento/tenero, eterosessuale/omosessuale, coercitivo/consenziente: nei posti più bizzarri e anche “In aereo”. Non viene lasciato molto spazio all’immaginazione in questi articoli o serie tv dove tutto è messo in mostra (anche in modo eccessivo). Il “vedo non vedo” di una volta oggi è: “vedo, vedo tutto e nello stesso momento”. Il voyeurismo non è solo un passatempo, ma anche un modo di vivere (le vite degli altri). In Albania non deve mancare niente, nemmeno un acronimo grattacapo come LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender o transessuali, queer, intersessuali e asessuali), agevolando così l’ingarbugliamento del concetto di moralità in una cultura in cui la verginità è ancora un valore importante…
SANGUE
Vero e finto… Ovunque, sui giornali e sui siti web e nell’arena dei telefilm si combatte senza regole. I quotidiani esasperano notizie di cronaca nera come “Marito ammazza la moglie con un’ascia” e “Marito ammazza la moglie con un follatore per vinaccia”. Normalmente gli assassini sono uomini, ma a volte viene fuori anche qualche donna, tanto per rendere le storie più accattivanti.
Le serie televisive fungono da modello: secondo un sistema già testato in America, come in Spartacus (2010), ma anche in Game of Thrones (2011), il racconto comincia all’insegna del sangue. Le scene sono grezze e brutali: arti amputati, teste mozzate che rotolano sul pavimento e sangue che schizza dappertutto. Insomma: quando si tratta di sangue, più ce n’è, meglio è. Un guazzabuglio di elementi impressionanti, tra immagini al limite del porno, intrighi nascosti, complotti e giochi di potere, il tutto condito con le opportune tecniche cinematografiche. In Albania con il film di produzione turca Fetih 1453 (2012) si arriva addirittura a stravolgere la realtà, si glorifica la vittoria degli ottomani contro le popolazioni albanesi di allora, dagli spettatori moderni discendenti degli stessi albanesi, e la passata tragedia dei paesi dell’Impero bizantino diventa quasi salvifica, privilegiando sempre più il divertimento a scapito dei temi politici e culturali.
SOLDI
Alias il Dio Denaro: nella corsa al potere, il denaro diventa un simbolo di quest’ultimo. Gli articoli di giornale e le serie televisive presentano protagonisti che, per ottenerlo, tramano nell’ombra e ricorrono all’uso della violenza, il che ci riporta alla prima S, quella del Sangue. Articoli e telefilm, come in un reality show del Grande Fratello (Big Brother nella versione albanese), portano alla ribalta persone sconosciute o semi-sconosciute che possono così diventare “famose” e miliardarie da un giorno all’altro e, cosa importante, senza alcuna fatica o talento.
SPETTACOLO
Bisogna catturare a ogni costo l’attenzione, anche inventando storie orripilanti, ma allo stesso tempo prendere le distanze dall’orrore… Si racconta un fatto, anche scandalistico (anzi più si dà scandalo meglio è), e alla fine si smentisce la notizia stessa. In genere al primo posto ci sono i grandi media, ovvero le principali televisioni e le più importanti testate giornalistiche. Sangue, sesso e soldi sono poi al servizio della società dello spettacolo. Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray dice: «Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli».
SPORT
Negli articoli sul calcio si parla di gioco, sì, ma se si descrive una partita, anche di serie C, verranno sempre fuori due fumogeni e due cazzotti, quel tanto che serve a dare l’idea di una “guerra”. In tv, nelle fiction, non manca un richiamo alla fatica fisica, quella dei gladiatori che devono combattere per la vita. È lo sport allo stato primordiale, in cui Homo homini lupus (L’uomo è lupo per l’altro uomo). Tra calciatori miliardari e scommesse sportive, la S di Sport è collegata a quella di Soldi in modo indissolubile.
Mettete questi elementi in un articolo, anche in ordine sparso, e la gente lo leggerà sicuramente. In televisione, poi, il successo è garantito.
Mai stata così attuale la storia di Shahrazād di Le mille e una notte:
Il Sultano viene tradito da una donna e, persuaso della malvagità femminile, decide di sposare ogni giorno una donna diversa per poi farla giustiziare dai suoi sottoposti all’alba del nuovo giorno. Shahrazād, figlia maggiore del Gran visir, escogita uno stratagemma per tentare di metter fine a quell’orrendo rituale: inizia a raccontare al Sultano una storia affascinante, interrompendola però al momento del sorgere del sole e inducendolo così a rinviare l’esecuzione alla mattina successiva, non appena abbia completato il suo racconto.
Ma Shahrazād prosegue il racconto rimasto a metà e lo collega a uno nuovo, che lascia a sua volta in sospeso. Riesce a portare avanti il suo stratagemma per mille e una notte, cioè per quasi tre anni, e in questo modo scampa alla morte.
I media, ostaggi del marketing, continuano a raccontare la loro storiella che si ripete e si ripete all’infinito… e il pubblico, assopito, attende di conoscerne il seguito…