Questo articolo tratta il tema del bilinguismo nella seconda generazione e come questo influisce sul inserimento economico e sociale del paese ospitante, nel caso nostro, Italia.
L’esperienza ha mostrato che quando uno straniero, e nel caso concreto un albanese migra, vive e lavora, e per quanto bene possa esso imparare la lingua italiana, ci sono sempre delle lacune che non vengono colmate al livello di un autoctono.
Con passare degli anni, per mancanza di contatti, di parlato quotidiano o altro, comincia a ridursi anche il vocabolario della lingua del paese d’origine, riducendo solo nella lingua degli affetti e della quotidianità. La domanda che si pone in questo caso è: quale sarebbe la via migliore, che i genitori trasmettessero la loro lingua d’origine ai propri figli.
Se l’utilizzo della solo lingua italiana in famiglia potrebbe essere proficuo per i figli, senza mettere in discussione i ruoli tra genitore e figlio, quando in mancanza di un linguaggio adatto, non soltanto l’insegnamento sarebbe non idoneo, ma si potrebbero crearsi delle situazioni ridicoli o imbarazzanti per il genitore stesso.
Molto spesso, come capita anche nella comunità albanese, di cui parla l’artico, i genitori parlano tra loro in famiglia, il dialetto, e non la lingua letteraria. I figli degli immigrati di varie regioni, anche se di origine italiana, trovano difficoltà a capirsi tra di loro.
Inoltre un altro aspetto critico sarebbe l’utilizzo in modo parziale di una lingua mischiata con un’altra, o in casi estremi i genitori parlano ai propri figli in lingua albanese e questi, non curanti, rispondono soltanto in italiano, che molto spesso carente da parte del adulto crea situazioni di incomprensione. Questi sono soltanto alcuni dei punti critici che vengono trattati.
Mentre la scuola italiana, con tutte le politiche di integrazione, utilizzando anche la figura dei mediatori interculturali, colma la parte della lingua italiana, facendo un buon lavoro nella loro formazione, lo stato Albanese, altrettanto deve considerare seriamente questo fenomeno che riguarda i propri cittadini fuori dai confini nazionali.
Esiste in Italia un mondo di associazionismo ed una rete di scuole e corsi di insegnamento della lingua e della cultura albanese agli figli nati o cresciuti fuori dall’Albania, tutto a base volontaria. Il Ministero della Diaspora albanese, creato da poco, assieme agli altri dicasteri competenti, devono pensare seriamente nel strutturare e fornire tutto il supporto necessario, in modo che questo lavoro venga strutturato e non lasciato alla forza di volontà delle persone che con amore e patriottismo, svolgono da alcuni anni in tutto il territorio italiano.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Interessi Comuni Journal