Alcuni giorni fa, EMA (European Movement Albania) in collaborazione con Friedrich Ebert Stiftung (FES) ha organizzato a Tirana, il forum delle politiche “Vale la pena ritornare in Albania?”.
I partecipanti di questo forum erano: sig. Perparim Kabo – Antropologo, sig. Bernard Zeneli – Program Manager di “Brain Gain” e la signora Silvana Banushi – Direttrice delle Politiche Migratorie, Ritorno e Reintegrazione, Ministero del Lavoro, Affari Sociali, Pari Opportunità.
Nello svolgimento di questo forum, hanno partecipato anche alcuni rappresentanti delle istituzioni statali, delle agenzie di lavoro ed anche del mondo accademico, che hanno trattato delle problematiche con le quali si confrontano i professionisti qualificati dopo il ritorno in Albania. Dai sondaggi svolti, il forum ha confermato che è in crescita il numero dei qualificati al estero che vuole ritornare in Albania. Gli albanesi partono dal loro paese nativo per studiare e non per lavorare, in questi casi anche il legame con la famiglia d’origine gioca un ruolo molto importante nel loro ritorno. Ancora è in crescita anche il numero degli albanesi che ogni anno lasciano l’Albania, quindi, l’evidenza di tale fatto non facilita la conoscenza esatta delle dinamiche dei due processi: il processo di rimozione, ed il processo del rientro dei cervelli.
I qualificati, dopo il ritorno in Albania, durante la loro reintegrazione, si confrontano con tante difficoltà, come: la diversità della cultura del lavoro, ed anche la corruzione. La seguente tabella illustra i risultati delle indagini condotte con i qualificati, in relazione alle maggiori difficoltà che si trovano ad affrontare dopo il loro rientro in casa:
Anche se esiste il desiderio e la volontà da parte dei qualificati per un rientro nel paese di origine,non ci sono legami con le istituzioni statali, quindi solo pochi di loro possono avere la fortuna di avere un aiuto per una reintegrazione possibile. La convalida e il riconoscimento in Albania, dell’diploma di laurea conseguita all’estero, rimane una procedura burocratica molto lunga che si può anche evitare se sarà possibile.
Esistono anche dei modi non formali nel mondo del lavoro, come il contatto diretto con il datore di lavoro ( 37,9%), oppure il contatto da parte di famigliari ed amici ( 36,4%).
I risultati che si rappresentano, confermano che nel mondo del lavoro i canali ufficiali di ricerca rimangono ancora molto deboli, abbassando così il livello delle opportunità trasparenti e competitive.
Uno dei punti, trattato e confermato durante lo svolgimento di questo forum, alla base dei sondaggi svolti, è che anche l’Albania corre il rischio di subire un “uso improprio dei cervelli”rischiando anche la sua fuga, perché il 42% dei qualificati pensa che non stanno dando abbastanza il loro contributo professionale, dopo il loro ritorno in Albania, anche sela maggioranza considera giusta la decisione di ritornare (79%).
Preoccupante rimane anche il fatto che quasi 36% dei qualificati ritornati, non vedono un futuro in Albania dopo cinque anni.I partecipanti del Forum “Vale la pena ritornare in Albania?” hanno giunto nella conclusione che l’Albania necessita delle politiche a lungo termine per la reintegrazione del “ritorno dei cervelli”, per poter creare un ambiente ospitale e favorevole per la meritocrazia e la professionalità.
Leggi l’articolo in lingua albanese: A ia vlen të kthehesh nё Shqipёri?