L’integrazione, questo termine talmente diffuso e usato da molte persone in difesa del proprio stile di vita e da altre come esigenza di assimilazione, diventa sempre più difficile da definire dato che suona come unico, ma include tante sfumature! Cosa significa esattamente integrazione?
Sul dizionario della lingua italiana trovo tre significati: 1. completamento; 2. arricchimento; 3. inserimento in un contesto sociale. Rimango meravigliata davanti a tanta ovvietà perché “completare” è quello che facciamo tutti i giorni per l’Italia. Non siamo forse utili, importanti e a volte vitali per molte famiglie italiane che affidano sempre più fiduciose i loro figli, anziani, case, uffici, aziende alle nostre mani confidando nella nostra intelligenza, capacità e sensibilità? Completare non è forse eseguire efficientemente tutti quei lavori umili (non umilianti), difficili e faticosi che i cittadini italiani non vogliono fare più? Non si può mettere in dubbio il fatto che completiamo questo sistema lavorativo, ed è nelle nostre intenzioni farlo ancora di più attraverso il riconoscimento dovuto anche nel campo professionale. Medici, infermieri, economisti, ingegneri, giornalisti, avvocati, imprenditori ed altro sono sempre più numerosi. Come è difficile negare che l’arricchimento è anche contaminazione e un processo ambivalente. Ci arricchiamo culturalmente ma che nello stesso tempo siamo un arricchimento per l’affascinante cultura italiana che sin dall’antichità è stata influenzata dalle altre. Si nota nella cucina. Vedo nei piatti e nei tavoli degli italiani i tantissimi colori delle spezie indiane, del cus-cus marocchino pieno di verdure, del sushi giapponese. Abbiamo mangiato insieme il byrek albanese, lo yogurt greco, i spaghetti di soia cinesi ecc…
Cosa meglio di un tavolo invitante pieno di pietanze appetitose e curiose, rende più amici?E poi nella comunicazione. Nel desiderio di capire ed esprimersi, abbiamo imparato l’italiano attraverso amici italiani che a loro volta hanno imparato da noi un po’ della nostra lingua. Per non dire di nuove parole che iniziano a comparire nel dizionario italiano. Abbiamo quindi trovato un linguaggio comune, quello dell’amicizia che suona sempre cosi bene ed è sempre comprensibile. Dall’altra parte è forse in dubbio il nostro inserimento sociale quando il nostro vissuto quotidiano dimostra che vogliamo ottenerlo e mantenerlo perché è sia un dovere che un diritto?!Allora da dove e perché sorgono difficoltà quando viviamo quotidianamente l’integrazione? Quali altri doveri dobbiamo adempiere per essere considerarti integrati e considerare i nostri amici italiani integrati con noi?Qualcuno mi ha spiegato che l’unica integrazione vera sarebbe la fusione totale con il sistema e la cultura italiana. Allora, io che amo la lingua e la cucina del Bel Paese cosi tanto, che ho studiato e sono diventata donna, moglie, madre qui, non posso essere considerata integrata perché mi rifiuto di negare e dimenticare le mie radici, le mie calde tradizioni,le mie care usanze?! Se annullarsi, chiamarsi come altri, farsi proprie le tradizioni altrui, la fede altrui è l’unica via dell’integrazione, allora sì che rimarrà il fantasma che nessuno vede ma che tutti ne parlano!