L’Italia è stato tra i primi stati dell’Unione Europea a riconoscere la Repubblica di Kosova. Una nuova equipe di diplomatici lavorano ora per il neonato stato nei pressi dell’Ambasciata di Roma. Vi si è recato Isi Ademi, realizzando un’intervista esclusiva per Albania News, in cui l’ambasciatore Albert Prenkaj espone le priorità della rappresentanza diplomatica, che dirige da quasi 4 anni.
Voi siete un diplomatico abbastanza giovane d’età ed avete avuto modo di acquisire esperienze lavorative collaborando con diverse organizzazioni internazionali. Qual è attualmente la situazione del corpo diplomatico della repubblica kosovara e quali i criteri della formazione?
Il ministero degli affari esteri della Repubblica di Kosova è stato fondato nei primi mesi del 2008, immediatamente dopo la dichiarazione dell’Indipendenza. Dunque l’intero servizio diplomatico della Repubblica di Kosova è un’equipe di recente formazione, che sta costruendo una valida esperienza per quanto concerne la politica estera del neonato stato nei rapporti con i paesi amici e con tutti coloro che esitano tuttora a riconoscere la nuova realtà formatasi nella regione balcanica.
Come primo criterio dell’ambasceria della Repubblica di Kosova indicherei il nuovo approccio con le circostanze creatasi durante il processo di formazione di questo nuovo stato. Oramai abbiamo una rappresentanza diplomatica consolidata in questi 4 anni. Durante il nostro percorso acquisiamo man mano nuove esperienze nell’ambito. Direi che stiamo seguendo la regola del “working by learning – learning by working“. Oggigiorno Kosova presenta all’incirca 20 ambasciate estese in quasi tutti I continenti. MAE sta pianificando anche l’apertura di nuove ambasciate e servizi consolari.
Capita spesso che in Italia, ancora oggi, i media continuino a denunciare l’intervento militare della NATO a difesa dei cittadini di Kosova. Probabilmente è dovuta alla scarsa o errata informazione, sia esso istituzionale o meno per quanto riguarda verità oramai storiche. C’è in corso qualche iniziativa concreta riguardo il miglioramento dell’immagine della Repubblica di Kosova all’estero e di conseguenza l’instaurazione di una comunicazione con quest’ultimo?
In quanto Ambasciata con alle spalle una solida esperienza, nel corso di questi 4 anni, abbiamo notato una presentazione unilaterale, se mi è concesso dirlo, del processo di indipendenza di Kosova. Come segno di correttezza nei confronti dei vostri lettori e dell’opinione pubblica, devo necessariamente mettere in risalto il fatto che l’intervento della NATO nella liberazione di Kosova dall’occupazione serba quasi uni secolare, fu un intervento militare del tutto legittimo in quanto mirava l’arresto della pulizia etnica, della cosiddetta “ terra bruciata” e del genocidio, di cui era stata fatta oggetto la popolazione con maggioranza albanese in Kosova.
I meccanismi militari, polizieschi e paramilitari della Repubblica serba, che sfortunatamente mantengono ancora la stessa struttura e perseverano con la stessa politica nei confronti della Repubblica di Kosova, hanno ricevuto degna risposta ai tempi da parte delle forze alleate, oggi amiche del mio paese. La NATO ha contribuito al ritorno nelle proprie casa di quasi 800.000 albanesi banditi dalla propria terra. Infine, vorrei richiamare alla memoria dei lettori che la base militare della Nato, Aviano, si trova proprio in Italia e non altrove. Questo rimarrà per sempre impresso profondamente nella memoria collettiva del popolo kosovaro. Quindi l’intervento della Nato era del tutto legittimo, nonostante corrano voci, direi interessate, riguardo la mancanza di legalità internazionale! D’altronde non mi stupiscono le voci di coloro che contestano l’indipendenza di Kosova, ma preferirei non sentire ciò dai paesi nostri amici, che hanno riconosciuto l’indipendenza della Repubblica di Kosova.
Alcuni media, qui in Italia, quando parlano del mio paese, non perdono l’occasione di far ricorrere nei vari articoli o nel multimedia, la frase: “ … la regione della Serbia auto dichiaratasi indipendente … “. Vorrei chiarire che l’indipendenza della Repubblica di Kosova è stata dichiarata valida dallo stesso tribunale internazionale dell’Aja, senza perciò violare la legge internazionale, poiché la dichiarazione d’indipendenza in quanto tale, non può essere sanzionata dal diritto internazionale. Non la si può certo chiamare un atto unilaterale in quanto è diretta espressione della volontà di un popolo di essere libero e indipendente. Allo stesso modo si è comportata la Serbia quando ha proclamato la propria indipendenza dall’Impero ottomano o quando si è compiuta l’Unità d’Italia a scapito dell’Impero Austro-Ungarico o dei Borboni.
In questo modo anche Kosova, senza per certo violare la legge internazionale ed in piena coordinazione con i paesi amici, tra i quali anche l’Italia, ha portato a termine il proprio diritto all’ autodeterminazione, fino ad allora negato.
Abbiamo avuto serie difficoltà con i media italiani. Molti stentano ad offrire una comunicazione normale limitandosi all’unilateralità e questo ovviamente provoca dispiacere da parte nostra. Ci siamo addirittura imbattuti in scritti derogativi riguardo la Repubblica di Kosova. Senza dubbio qui influiscono molto i meccanismi propagandistici aggressivi serbi, tuttora presenti in Italia e che purtroppo, hanno avuto il loro ruolo nell’opinione italiana. Tuttavia vorrei ringraziare agenzie come ADNkronos, ANSAmed, NOVA, Liberal, ed anche alcuni media albanesi in Italia, i quali offrono spazio alla nostra Ambasciata e trasmettono le attività di governo della Repubblica di Kosova. Inizialmente anche i media albanesi qui in Italia sono state abbastanza restie nell’offrirsi alla nostra Ambasciata. Noi abbiamo cercato e continuiamo tuttora a creare dei rapporti sani ed amichevoli con i media italiani. In questo senso il MAE italiano ci sta aiutando e ci tengo a ringraziarli. Ne approfitto per invitare i media italiani, quelli albanesi in Italia e le varie associazioni albanesi o comunque di buona volontà, a scrivere di Kosova liberamente e senza esitazioni.
Quale ruolo ha l’Italia a livello economico nei rapporti col Kosova? È uno dei partner commerciali principali? Vi sono dei dati a proposito o strumenti che possano aiutare ad attirare gli investimenti esteri?
L’Italia è uno dei partner prioritari di Kosova per quanto concerne la collaborazione con l’UE. Abbiamo sempre cercato di incoraggiare gli imprenditori italiani affinché tentassero di investire il loro capitale nella Kosova.
L’Aprile scorso abbiamo fatto una visita molto importante in Puglia, dove abbiamo incontrato diverse imprese di prodotti agricoli, cooperative note per la buona volontà nella collaborazione e nel ramificarsi della cooperazione tra piccole aziende. Inoltre abbiamo incontrato anche alti rappresentanti del commercio locale a Bari, Foggia, BAT ( Barletta, Adria, Treni), come anche rappresentanti del governo locale e regionale ed anche vari rettori universitari. Manteniamo tuttora buoni rapporti con gli amici pugliesi, interessati ad investire nell Kosova.
Abbiamo anche avuto vari incontri di stampo economico anche a Firenze, Bologna e Roma. Devo sottolineare il fatto che l’anno scorso la nostra ambasciata ha assistito alla fondazione della Camera di commercio Italo-Kosovara con sede a Roma. Quest’ultima ormai ha già cominciato la sua attività motivando le imprese piccole e medie ad investire nel Kosovo e viceversa e cerca di individuare i mercati italiani per i produttori di Kosova. Sono pienamente convinto che il CCIK sarà un prezioso mezzo di legame tra i due paesi.
Kosova ha un ministero nella diaspora. Avete dati riguardo la diaspora kosovara nel mondo o in Italia nello specifico?
Vi informo che solo pochi giorni fa il Ministro della Diaspora, sig. Makolli ha visitato l’Italia. Inizialmente ha visitato il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. È lì che siamo venuti a conoscere il numero degli emigranti registrati dal Kosovo. IL ministro Makolli ha visitato la comunità albanese di Kosova a Firenze e Bassano del Grappa. Questa è stata un’ottima occasione per discutere e presentare i problemi e le difficoltà con cui si imbatte la nostra diaspora, ma anche le varie soluzioni e l’ inestimabile aiuto offertaci dalle istituzioni italiane a diversi livelli governativi. E’ alquanto difficile stabilire il numero esatto degli immigrati di Kosova che vivono e lavorano in Italia, a partire dal fatto che si tratta di una diaspora recente e non tutti sono muniti del passaporto della Repubblica di Kosova. Si calcola che siano all’incirca 60 mila i kosovari ,(compresi i rappresentanti di tutte le comunità etniche) concentrati principalmente nel nord Italia. Quindi, in Italia abbiamo non solo albanesi, intesi come maggioranza, ma anche rappresentanti di altre comunità come gorani e bosniaci a Siena, varie comunità di rom a Firenze. Non abbiamo informazioni riguardo altre comunità come serbi, ecc. Finora vi sono stati pochissimi serbi, cittadini di Kosova, a richiedere servizi consolari.
Quali rapporti avete instaurato con l’ambasciata albanese a Roma. Avete pianificato qualche progetto di collaborazione, come può essere, ad esempio, la promozione della lingua albanese?
Subito dopo la fondazione dell’Ambasciata della Repubblica di Kosova a Roma abbiamo avuto un’ottima collaborazione, consultazione e vari progetti in comune con l’ambasciata albanese, la quale ha aiutato senza alcuna riserva la nostra ambasciata in tutti i campi possibili. Oggigiorno, in quanto entrambe ambasciate ben consolidate, collaboriamo a livello diplomatico, soprattutto quando si tratta di attività culturali. L’ambasciata di Kosova è sempre presente ed a disposizione, quando vengono organizzati eventi culturali dall’ambasciata albanese e viceversa.
Quest’anno ambedue le nostre ambasciate, assieme all’ambasciata italiana ed altre ancora, sono coinvolte in tutti gli eventi culturali organizzati a causa del centenario dell’Indipendenza dell’Albania. In questi giorni, come ho già affermato al 554- esimo anniversario della morte di Skanderbeg, le due ambasciate stanno favorendo la fondazione dell’istituto umanistico “Pjeter Bogdani” con sede a Roma, in piazza Albania, vicino alla statua dell’eroe, progetto che potrebbe essere un anticipo di una futura Accademia culturale albanese qui a Roma. Promotori di questa iniziativa sono gli intellettuali albanesi di entrambi questi paesi, gli intellettuali arberesh, italiani ed altri. Lo scopo di questa importantissima istituzione è l’aggiornamento della cultura albanese e delle altre micro culture che convivono con gli albanesi qui in Italia ed oltre. Mi auguro che questa istituzione susciti interesse culturale nei vari circoli accademici italiani, tra le tavole, negli simposi e gli studi genuini ad ogni diramarsi della nostra cultura.
A che punto si può ritenere ora il processo di integrazione nell’Unione Europea della Repubblica di Kosova?
In seguito alla Dichiarazione dell’Indipendenza, la Repubblica di Kosova sta creando con successo le proprie istituzioni democratiche. Quest’anno, il premier di Kosova ha dichiarato l’implemento del Documento di Ahtisari oltre il 90%, che sottintende che il processo di formazione dello stato ,in base alla costituzione della Repubblica di Kosova, è a buon punto.
Quest’anno è proprio l’anno delle integrazioni europee! Stiamo lavorando intensivamente per l’adempimento dei criteri per la liberalizzazione dei visti, perché il Kosovo ormai è l’unico paese rimasto fuori dalla zona Shengen. Nel frattempo siamo in attesa del rapporto di abilità per avere il semaforo verde così da poter intraprendere il processo di stabilizzazione e associazione, come anche gli altri processi integrativi ai meccanismi dell‘ UE.
Appunto per questo si chiama integrativo. Questa parte dell’Europa, ossia la regione a cui apparteniamo, dovrebbe integrarsi come un pacco unico, senza politiche di esclusione selettiva, diretta dai soggettivismi. Questa parte dell’Europa dovrebbe integrarsi secondo il modello dei paesi baltici oppure di Romania – Bulgaria!
C’è da chiedersi, perché? Alcuni, come dire, centri che coltivano la dottrina del blocco, mostrando così la tipica mentalità balcanica e quelle ramificazioni diplomatiche promotrici delle selezioni particolaristiche nell’UE, rischiano di cascare nella trappola di questo tipo di mentalità, senza trarre lezione dai casi concreti del passato. Questo darebbe l’opportunità, ad esempio, alla Serbia di bloccare il Kosovo, ma anche l’Albania, la Macedonia o il Montenegro, applicando così la mentalità dell’esclusione, tutt’altro che europea.
Invece di questa, noi siamo interessati all’aggiornamento, alla promozione e all’applicazione della politica inclusiva, in cui tutti gli stati della Regione aderiscano all’Ue assieme, in un pacco unico, senza per questo sfuggire alle responsabilità dell’adempimento dei criteri richiesti dal Consiglio europeo per l’integrazione. Non ci può essere premiazione per chi rischia giocando con due tipi diversi di standard.
Se da una parte abbiamo stati nella regione che senza alcun equivoco politico, istituzionale della società civile, dimostrano con ogni mezzo la loro volontà di integrarsi all’Unione Europea e nella NATO, dall’altra parte invece abbiamo stati che non mostrano il minimo interesse per aderire alla NATO, anzi hanno delle strane questioni ibride. Mentre per l’integrazione nell’UE porgono condizioni, come se dovesse integrarsi l’Europa in essi, e non il contrario.
Quindi il Kosovo ha espresso la propria volontà consensuale, politica ed istituzionale di integrarsi nell’Unione Europea senza alcuna alternativa, come anche nei confronti dei paesi amici della regione, dell’Europa e degli Stati Uniti, dal momento che l’integrazione nella NATO e nell’UE non può avere nessun tipo di alternativa.
Negli ultimi giorni abbiamo letto, che l’opposizione siriana si sta addestrando nella Kosova. Quanto c’è del vero in queste notizie?
Per quanto ne so io, alcuni esponenti dell’opposizione siriana hanno affermato che riconosceranno l’indipendenza di Kosova una volta al potere. In questo modo si sono organizzati vari incontri nel Kosovo ed anche seminari pubblici concernenti gli ultimi avvenimenti in Siria.
Pubblicato su ALBANIA NEWS il 18 maggio 2012. Titolo originale “Drejt Europës me dinjitet. Intervistë me ambasadorin e Kosovës, Albert Prenkaj” .
Tradotto per Albania News da Daniela Vathi.