Il Kosovo si trova in piena crisi istituzionale dopo le dimissioni odierne di Ramush Haradinaj dal ruolo di Primo Ministro. La decisione è arrivata dopo la convocazione dello stesso Haradinaj presso il Tribunale Speciale per i Crimini dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK l’acronimo albanese) presso l’Aja. Il Tribunale è stato istituito dopo un Report del Consiglio d’Europa uscito nel 2015.
Nel Report si denunciavano gravi episodi di crimini di guerra di cui erano stati macchiati sia normali soldati che ufficiali dell’UCK durante il biennio della guerra (1998-99) e anche nel periodo immediatamente successivo. In quest’ottica Ramush Haradinaj è stato convocato dal Tribunale Speciale per poter essere interrogato riguardo le azioni compiute in quegli anni. Haradinaj ha spiegato come preferisca rassegnare le dimissioni e non ricoprire il ruolo di Primo Ministro mentre sospettato di crimini di guerra. Tutto questo per mantenere l’integrità del ruolo più alto nell’esecutivo kosovaro.
Bisogna ricordare che ormai l’ex-premier Haradinaj è uno dei politici kosovari che supporta la linea più intransigente nei confronti della Serbia: non solo uno strenuo oppositore del progetto di correzione dei confini – agenda portata avanti dai rispettivi Presidenti Hashim Thaçi (kosovaro) e Aleksandar Vucic (serbo) – ma anche proponente dei dazi sui beni serbi, portando ad un vistoso ridimensionamento delle importazioni dei prodotti provenienti dalla Serbia e, quindi, ad un considerevole danno economico per il paese vicino. Una linea intransigente che Haradinaj ha intimato ai suoi successori di perseguire per poter preservare e tutelare gli interessi nazionali del Kosovo.
E’ interessante notare che Haradinaj è l’unico politico appartenente ai paesi nati dalla dissoluzione della Jugoslavia a rassegnare per due volte le proprie dimissioni dal ruolo di Primo Ministro per presentarsi all’Aja. La prima volta, infatti, fu nel 2004 e anche quella volta fu costretto alle dimissioni a causa della convocazione presso il Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia, sempre con l’accusa di aver commesso crimini di guerra. Considerando le sue posizioni forti nei confronti della Serbia e del riconoscimento internazionale del Kosovo, Ramush Haradinaj potrebbe giovare da queste dimissioni con un consolidamento del proprio consenso, considerando la crescita del proprio capitale politico dopo l’istituzione dei dazi sui beni serbi.