Abbiamo pensato di mettere insieme qualche punto importante sull’apertura dei negoziati tra l’Unione Europea e l’Albania.
Il Consiglio dell’Unione Europea (organo politico che include alti rappresentanti di tutti i paesi membri) ha approvato un accordo generale per aprire i negoziati con la Macedonia e l’Albania. Per l’Albania si chiude un percorso lungo undici anni, iniziato nel 2009.
Rispetto al mese di ottobre 2019, quando il Consiglio europeo rifiutò l’apertura dei negoziati, ha influito anche la riforma del processo di allargamento presentata a febbraio dal commissario Olivér Várhelyi, che ha dato più peso politico agli Stati membri. Probabilmente nella decisione ha influito anche la firma del cosi detto Mini-Schengen: un accordo tra Serbia, Macedonia del Nord e Albania, basata sulla libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone.
Sembra, tuttavia, che i paesi che al tempo si opposero all’apertura dei negoziati (Francia ed Olanda), abbiano avuto delle rassicurazioni informali sul fatto che l’apertura dei negoziati sarebbe condizionata. Una richiesta analoga è stata fatta anche dalla Grecia per quanto riguarda il problema delle minoranze in Albania.
Adesso cosa succede?
La decisione è stata rettificata in data 26 marzo dal Consiglio Europeo, l’organo che include i capi di stato dei paesi membri. Si tratta di appena due righe nel documento ufficiale dominato dall’emergenza Coronavirus (Approviamo le conclusioni del Consiglio del 25 marzo 2020 sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione). Eppure, dopo tale decisione, ci si aspettava una data ufficiale per l’avvio dei negoziati, ma questo al momento manca. Non è chiaro, quindi, quando inizieranno le vere e proprie trattative.
Quando sarà che Albania e Macedonia saranno parte della Comunità Europea?
Non esiste una risposta certa a questa domanda, perché ad oggi non è ancora possibile parlare di una data. In ogni caso, quel che è chiaro è che ci vorranno diversi anni. Facendo un esempio con il paese più vicino alla Macedonia e all’Albania, vale l’esempio della Croazia.
I negoziati con l’UE sono iniziati nel 2005 ed il paese è entrato formalmente nella Comunità Europea nel 2013, dopo otto anni. Ancora prima c’era stato il caso della Romania e della Bulgaria, che hanno aderito rispettivamente nel 2004 e nel 2005, per diventare parte della Comunità Europea nel 2007, ma a conclusione di un processo durato molto più a lungo. Tuttavia, l’ultimo decennio ha mostrato che le adesioni vanno sempre più al rilento e tempi simili alla Bulgaria ed alla Romania non sono più possibili.
Ci sono poi gli altri negoziati. La Turchia gli ha avviato già dall’ottobre 2005, 15 anni fa, ma al momento sono fermi. Stanno procedendo invece lentamente per il Montenegro, negoziati iniziati dal giugno del 2012, sia per la Serbia, dal gennaio 2014.
Insomma, se non ci saranno stravolgimenti, forse l’Albania e la Macedonia saranno parte dell’Unione Europea tra cinque-sei anni minimo.
Cosa succederà una volta che iniziano i negoziati?
Iniziano i veri negoziati. Si tratta di discussioni e riforme su 35 capitoli specifici che interessano all’Unione Europea, su materia come giustizia, tassazione, pesca, libero movimento e molto altro ancora (link ufficiale). In pratica: l’UE chiederà all’Albania di avviare delle riforme o dei miglioramenti su questi 35 campi, e ci saranno delle valutazioni periodiche sui progressi fatti dai paesi balcanici.
Man mano che si procederà, alcuni capitoli verranno “chiusi”. Una volta che tutti i 35 capitoli saranno chiusi, ci sarà la data dell’adesione formale e l’entrata nella Comunità Europea.